«Primiero e lo spartiacque del '66», nel Vanoi fino al 1° maggio

La mostra si trasferisce a Canal San Bovo presso la Casa dell'Ecomuseo dal 13 febbraio al 1° maggio 2017

«L'acqua urla, corre, salta e con essa sassi e fango ealberi. Basta poco per sconvolgere un territorio, basta una notte. E poi cosa si fa? Come si reagisce al disastro? Dove si prende la forza per rialzarsi, per riuscire a guardare il proprio paese e la propria valle distrutti, azzannati dall'alluvione?»
Nel novembre del 1966 Primiero ha subito l'ultima delle grandi alluvioni. Quel terribile autunno ha rappresentato un punto di non ritorno, la volontà e capacità di rinascere ha infatti attinto altrove energie e risorse: si è definitivamente chiuso l'uscio al mondo agricolo ormai morente,spalancando il portone della modernità che prepotentemente si stava affacciando.
Ascoltando i racconti di chi ha vissuto l'alluvione, guardando le fotografie dell'evento emerge che «il tempo di Primiero» è suddivisibile in due: il «tempo» che ha preceduto l'alluvione e il «tempo» successivo.
«Com'era la vita prima del 1966? E poi com'è diventata? E... in futuro come sarà... ?»
Per rispondere a queste domande, contenute nella presentazione della mostra, l'attenzione è rivolta alla narrazione dell'evento.
 
Non (solo) testi e immagini, ma soprattutto parole e volti.
Ciò permette di conoscere le dinamiche climatiche, idrogeologiche, sociali ed emozionali legate a un evento che ha cambiato radicalmente il territorio di Primiero e la sua componente umana, la mentalità e l'approccio al territorio, all'economia, alla società.
Il percorso documenta gli eventi utilizzando la forma comunicativa del video, con montaggi di pochi minuti tratti dalle riprese realizzate da Angelo Longo e Andrea Colbacchini per il progetto «Primiero – novembre 1966 – l'alluvione 50 anni dopo».
I video danno voce alle persone in relazione a vari aspetti dell'evento alluvionale, come il rumore-odore, la paura, i danni, il salvataggio di persone, gli animali domestici, gli aiuti. La mostra racconta il territorio prima, durante e dopo l'alluvione.
 
Si può conoscere la fase della ricostruzione e il cambiamento socio-economico intervenuto. Scorrono i temi del lavoro e dell'emigrazione, dell'ambiente, dell'allevamento e dell'agricoltura, delle acque, del turismo e dell'edilizia.
L'esposizione è arricchita da una grande cartina, che localizza gli accadimenti principali di quei giorni.
Nelle visite alla mostra saranno coinvolti gli istituti scolastici locali, perché le giovani generazioni conoscano quanto è accaduto, e si chiederà proprio ai ragazzi e ai bambini di immaginarsi il territorio, il paesaggio e l'uomo di Primiero tra 50 anni.
 La mostra è stata realizzata dalla Comunità di Primiero e dall'Ente Parco Paneveggio Pale di San Martino ed è stata curata da Cristina Zorzi e Angelo Longo.