Blasé 2014, il nuovo gioiello della famiglia Revì
Presentato ad Aldeno il Trentodoc Dosaggio Zero 2014 prodotto dalla famiglia Malfer: 48 mesi sui lieviti, 24 mesi di affinamento in bottiglia
Giacomo, Paolo e Stefano Malfer, col Blasé.
«Indifferente» allo scorrere del tempo. Proprio così come suggerisce il nome stesso: Blasé.
Nei giorni scorsi la casa spumantistica Revì di Aldeno ha presentato il nuovo gioiello della maison, un Trentodoc che sfida il tempo.
Simpatica l'etichetta con quella precisazione «L.S.» che sta a significare «lontana sboccatura».
Questo Dosaggio Zero vendemmia 2014, sboccatura 2018 (48 mesi sui lieviti e 24 mesi di affinamento in bottiglia) racchiude la filosofia, la passione e l'esperienza maturata nel corso degli anni dal patriarca di casa Revì, Paolo Malfer, e al tempo stesso apre una nuova frontiera nel mondo delle bollicine trentine, di Aldeno e di Cimone in particolare, località che Veronelli ribattezzò a suo tempo con l'appellativo di «Piccola Epernay del Trentino».
Frontiera oggi rappresentata dall'entusiasmo dei figli di Paolo Malfer: Giacomo e Stefano che intendono proseguire all'insegna dell'eccellenza il percorso intrapreso dal padre agli inizi degli Ottanta nel mondo delle bollicine.
Ma veniamo al neonato Blasé Dosaggio Zero 2014. Bollicine eteree, finissime, di nobile blasone quelle che danzano nei calici.
Regalano al palato una fantastica sensazione di freschezza e sapidità a dispetto della lunga permanenza sui lieviti e del lungo affinamento in bottiglia.
Sensazioni che accompagnano ed esaltano anche quelle note speziate piacevolissime che suggellano un matrimonio d'amorosi sensi. Freschezza, sapidità, equilibrio, eleganza.
Ecco perché, a parer mio, il Blasé Revì dosaggio zero può essere considerato una sorta di prototipo della nuova frontiera del Trentodoc.
In alto i calici.
Giuseppe Casagrande