La nostra amata Rovereto/ 20 – Di Paolo Farinati

La Gioielleria San Marco a Rovereto nell’intervista ai titolari Francesca e Marco Comper

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Buon giorno, gentili Signora Francesca e Signor Marco. Voi rappresentate la terza generazione di una stimata attività commerciale di Rovereto, un punto prezioso della splendida Via Rialto in cui moltissimi roveretani da parecchi decenni hanno trovato e trovano il regalo e il pensiero d’affetto più consono. La Gioielleria San Marco è da sempre sinonimo di professionalità e di gentilezza. Ci volete raccontare le tappe più significative di questa lunga bella attività familiare?
«La nostra famiglia continua ad occuparsi di gioielli dal 1961 negli spazi che attualmente sono sede del negozio di via Rialto 9. In quegli anni la Signora Bruna operava al civico 7 con l’attività di commercio preziosi. Nel 1996 sono stati acquistati i limitrofi immobili andando a triplicare lo spazio commerciale destinato alla vendita con laboratorio orafo orologiaio, spostando l’ingresso al civico 9.
«Un ulteriore ampliamento lo facciamo qualche anno successivo coinvolgendo anche il piano primo dell’immobile e qui vediamo l’assetto odierno dell’azienda, con vendita al dettaglio al piano terra con galleria a disposizione del cliente, mentre al piano superiore troviamo la sala degli argenti con una vasta esposizione di oggettistica per la casa, nonché un attrezzatissimo laboratorio con le più moderne attrezzature in merito alla gioielleria orafa, diamanti e alta orologeria.
«Nel 2013 viene aperto il punto vendita di via Rialto 8, proponendo al pubblico un’offerta ampia di gamma giovane, destinato a soddisfare le esigenze di nuove proposte di mercato, ricercate soprattutto in un pubblico di giovani. Oggi i principi e il codice etico della famiglia rimangono sempre quelli che i nostri genitori ci hanno tramandato con passione, rispettando sempre il cliente e cercando di renderlo felice per i suoi regali.»
 
Avete sempre proposto marchi di grande qualità, del resto l’Italia è nota in tutto il mondo anche per le sue grandi case di gioielli. Come possiamo rappresentare il vostro successo?
«I Brand delle migliori maison sono sempre stati oggetto di attenzione da parte nostra, pur mantenendo sempre una nostra identità con il nostro laboratorio orafo.
«Il mercato domestico nazionale ha sempre risposto al made in Italy e anche in questo caso la nostra attenzione alle aziende Italiane ha favorito il commercio del gioiello. Riteniamo però fondamentale il servizio che prestiamo ai nostri clienti, una vendita al dettaglio non viene sintetizzata in un acquisto da un fornitore e una vendita da parte nostra, ci sono aspetti informativi nel nostro contesto molto specifici, trattiamo materiali nobili quali oro e diamanti sui quali vigono norme e leggi in merito a punzonature, quotazioni, certificati e molto altro. Crediamo sia indispensabile per garantirci la fiducia dei clienti essere preparati e formati a dare risposte e consulenza in ogni momento. Secondo noi questo è l’aspetto più significativo del nostro successo.»
 

 
L’essere nel cuore del centro storico di Rovereto credo renda ancor più prestigioso il vostro negozio. È un pregio anche di natura commerciale?
«Vivere, commercialmente parlando, in un centro storico secondo noi è, come dice lei, più che prestigioso, si vive il fascino della nostra cultura, della storia cittadina e questo rende più nobile una vendita per noi e un acquisto per il cliente.
«Certo è che il contesto commerciale del momento vede fortemente valere la regola che la domanda è determinata dall’offerta. Dobbiamo essere noi commercianti ad offrire quel qualcosa in più, anche ammaliati dal fascino geografico del centro storico.»
 
La Vostra è una famiglia di imprenditori da più generazioni. Voi come vi descrivete quali imprenditori?
«Siamo cresciuti in mezzo al commercio, abbiamo compreso fin da piccoli i tempi e i modi che servono al commercio, siamo entrati nell’azienda di famiglia dopo un percorso di studi specifico per il nostro settore.
«Marco ha frequentato le migliori scuole Valenzane, luogo simbolo dell’alta gioielleria italiana, e ha contratto la qualifica di gemmologo GIA.
«È iscritto all’Associazione Italiana Gemmologi, oltre ad essere perito nominato dal Tribunale di Rovereto. Io ho seguito una formazione amministrativa, oltre ai numerosi percorsi di formazione specifici.
Come imprenditori crediamo fortemente nella formazione e nella gestione del personale, coinvolgendolo sempre nei progetti formativi e cercando sempre di fare squadra nelle decisioni importanti.
 
Come è cambiato nel tempo l’industria del gioiello in Italia?
«L’industria gioielliera segue il tempo e anche in questo settore vediamo cambiamenti come in molti altri contesti. Oggi trattiamo oggetti e metalli preziosi con delle normative nazionali ed europee in seno alla sostenibilità, a cui si risponde penalmente oltre che amministrativamente se questi non rispondono alle caratteristiche richieste.
«Questo significa avere un rapporto tra dettaglio e produzione molto più vicino di quanto non fosse qualche anno fa, a garanzia di tutti sul rispetto delle norme. I contesti commercio e industria così vicini determinano ed influenzano i fabbricanti nelle nuove collezioni e nel design, oggi vediamo nascere delle linee di prodotto destinate al solo mercato domestico ed altre al solo mercato internazionale, cosa che fino a qualche anno fa era impensabile.»
 

 
Un gioiello ha sempre fatto coppia con la moda, è ancora così?
«Sì, i gioielli seguono in maniera diretta la moda e vengono influenzati dai trend e dalle esigenze del mercato, i colori, le perle, la connessione di materiali più bizzarri da abbinare ai look del momento.»
 
I nostri giovani. Come vivono il rapporto con i gioielli in genere? Il «solitario» per fissare un fidanzamento è ancora nelle loro corde?
«I giovani trovano il loro spazio nel mondo del gioiello, ci sono aziende che disegnano, progettano e realizzano, anche grazie a tecnologie esclusive, gioielli destinati alla giovane età.
«L’oro 18 carati in questi casi per richiamare maggiormente la loro attenzione è protagonista nelle versioni gialla, bianca, rosa, con in più l’opzione di aggiungere pietre preziose colorate per realizzare i gioielli.
«Per quanto riguarda il solitario, questo rimane sempre il punto fermo delle scelte per un gioiello, soprattutto nelle giovani figure che per le prime volte si trovano alle prese con un regalo di fidanzamento.»
 
La vostra clientela è più maschile o femminile? Come la descrivereste?
«Diciamo che prevale la parte femminile, anche se di poco. La cosa che notiamo maggiormente in questi ultimi anni è che il cliente arriva in negozio molto preparato rispetto al passato, conosce bene l’oggetto che cerca e questo per noi è molto importante, perché riusciamo a trasmettere il lavoro prodotto nel reperire gli oggetti che professionalmente trattiamo nella nostra attività.»
 

 
La vostra famiglia è sempre vissuta a Rovereto. C’è qualcosa che vorreste chiedere all’Amministrazione comunale della nostra città per renderla ancora più bella e più attraente?
«L’Amministrazione municipale sta affrontando il momento pandemico con risposte chiare e immediate, in particolare nel contesto del commercio, con interventi significativi in merito a riqualificazioni delle attività al dettaglio, con contributi a fondo perduto, con la sburocratizzazione per le autorizzazioni al posizionamento di arredi urbani e plateatici, con l’ampliamento della ZTL. Chiediamo di persistere su queste iniziative, credendo fortemente che la sinergia tra Amministrazione pubblica, cittadino e associazioni di categoria porti ottimi e proficui risultati per tutti.»
 
Infine, vi chiediamo di lanciare un messaggio di fiducia ai nostri concittadini di Rovereto.
«Viviamo in una città straordinaria, con un bilancio attivo e ricco di progetti ambiziosi e importanti, questa non può che essere la prefazione ad un futuro cittadino ricco e da cogliere come opportunità da parte di tutta la comunità.
«Se tutti facciamo la nostra parte, Rovereto ne beneficerà sicuramente, e con la nostra amata città pure tutti noi.»

Grazie, gentili Francesca e Marco, e sinceri complimenti.

Paolo Farinati – [email protected]