Il Comune di Mori con la parrocchia per le famiglie bisognose

Un contributo di 3.500 euro assegnato alla Caritas della Parrocchia di Santo Stefano

La giunta comunale di Mori conferma l’impegno dell’amministrazione a favore delle famiglie bisognose.
Lo fa con un contributo di 3.500 euro assegnato alla Caritas parrocchiale della Parrocchia di Santo Stefano.
Fin dal 2017, è attivo uno schema di accordo tra i due soggetti; l’obiettivo del documento è sostenere l'autonoma iniziativa – a mezzo del Centro di solidarietà e ascolto di Mori – nel garantire la distribuzione di pacchi alimentari a soggetti singoli o a nuclei familiari residenti a Mori, che vivono in condizioni di disagio economico e sociale e per i quali non è possibile un tempestivo accesso agli interventi del Banco alimentare.
La Caritas parrocchiale opera in sintonia col Comune e in collaborazione coi servizi della Comunità della Vallagarina competenti: individuando i destinatari degli interventi e curando la raccolta, il trasporto e la distribuzione degli aiuti alimentari.
Il contributo assegnato dal Comune copre parte dei costi che la Caritas sostiene.
 
L’assessore comunale alle politiche di aiuto sociale, Roberto Caliari, che ha seguito in prima persona l’iter, spiega così.
«Il Trentino, pur vantando indicatori di qualità della vita tra i più elevati d'Europa, presenta una fascia di popolazione che fa fatica ad arrivare a fine mese, pur ricevendo anche aiuti economici da parte della Provincia.
«A Mori sono attive organizzazioni di volontariato che, in stretta collaborazione con i servizi sociali, aiutano le famiglie maggiormente in difficoltà.
«La più nota di queste organizzazioni è il Centro di solidarietà e ascolto che fa capo alla Parrocchia, che da molti anni fornisce pacchi alimentari a queste famiglie, grazie anche ad aiuti economici e materiali da parte di non pochi cittadini.
«Da 6 anni anche il Comune aiuta la Parrocchia nell'acquisto di prodotti per confezionare i pacchi alimentari che vengono consegnati a cittadini rigorosamente residenti a Mori, indipendentemente dalla loro provenienza geografica.»