Presentazione del libro «La regione fortezza» di Nicola Fontana

Sarà presentato martedì 7 giugno 2016 al Museo Storico Italiano della Guerra che lo ha editato – Prezzo: 47 euro, sconto del 15% alla presentazione

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Questa mattina a Trento, alla Soprintendenza per i Beni Culturali di via S.Marco, è stato presentato alla stampa il volume «La regione fortezza. Il sistema fortificato del Tirolo: pianificazione, cantieri e militarizzazione del territorio da Francesco I alla Grande Guerra».
Il libro è monumentale: conta 700 pagine formato 21x29,7 ed è il risultato di una ventina d’anni di ricerche in numerosi archivi e 8 di stesura da parte di Nicola Fontana, responsabile dell’archivio storico e della biblioteca del Museo della Guerra di Rovereto, già autore di altre pubblicazioni sui forti trentini, socio della Società di Studi Trentini di Scienze Storiche e tra i fondatori dell’Ősterreichische Gesellschaft Für Festungsforschung di Vienna.
Il saggio di Nicola Fontana è pubblicato dal Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto e sarà nei prossimi giorni in libreria (47 euro).
Alla presentazione di questa mattina hanno partecipato, oltre all’autore, Franco Marzatico, soprintendente provinciale per i Beni Culturali, Alberto Miorandi e Camillo Zadra, rispettivamente presidente e direttore del Museo della Guerra.
Il volume sarà presentato al pubblico martedì 7 giugno a Rovereto alle ore 17.30 nella sala conferenze del Castello, sede del Museo della Guerra.
Prenderanno parte all’appuntamento, Nicola Fontana, Franco Marzatico, soprintendente provinciale per i Beni Culturali, Marco Bellabarba, docente di storie moderna all’università di Trento e Camillo Zadra, direttore del Museo della Guerra. 
 

 
La ricerca si occupa delle opere di fortificazione permanente costruite dall’Impero austro-ungarico nella contea del Tirolo tra la prima metà dell’Ottocento e lo scoppio della Prima guerra mondiale.
«Il sistema fortificato tirolese è stato esaminato – riflette l’autore – cercando di svincolarsi da un’interpretazione tradizionale basata sugli aspetti storico-militari e storico-architettonici recuperando invece la dimensione sociale e politica sulla quale i forti hanno inciso in maniera non trascurabile.»
Sulla scorta di questa impostazione, lo studio è articolato in tre parti. Filo conduttore è l’idea del Tirolo come regione-fortezza e la relativa evoluzione nel tempo in rapporto al mutevole scenario geopolitico.
Nella prima parte viene presentato il processo di pianificazione e di costruzione del sistema fortificato tirolese dalle origini, identificate nel periodo immediatamente successivo alla pace di Luneville del febbraio 1801, fino alla mobilitazione generale dell’agosto 1914, scoppio della Grande Guerra.
Nella seconda parte l’autore ha focalizzato la propria attenzione sulla fase esecutiva dei forti, dalla stesura dei progetti alle pratiche di collaudo delle strutture e degli armamenti, attraverso un percorso che ha toccato aspetti quali la mentalità del corpo ufficiali del genio militare asburgico, l’iter burocratico-amministrativo seguito per arrivare ai cantieri militari sotto il profilo delle ricadute sulla società, sulla popolazione e sul territorio.
Nella terza e conclusiva parte, Nicola Fontana ha affrontato il problema del ruolo svolto dalle opere di fortificazione permanente nel processo di militarizzazione del territorio del Tirolo meridionale. A questo fine ha cercato di verificare in quale misura il paesaggio è stato piegato alle esigenze militari e con quali ripercussioni sulla società e sull’economia locale.
 

 
Nicola Fontana è nato a Trento nel 1975. Dal 2001 è responsabile dell’archivio storico e della biblioteca del Museo della Guerra di Rovereto, è membro della Società di Studi Trentini di Scienze Storiche e socio fondatore dell’Österreichische Gesellschaft für Festungsforschung di Vienna.
«Il sistema fortificato tirolese costituì a tutti gli effetti – ha detto l’autore Nicol Fontana – il pilastro dell’idea, sviluppata dai vertici militari asburgici tra il XIX e l’inizio del XX secolo, della regione come fortezza.
«I forti incisero sulla morfologia del paesaggio e ne condizionarono lo sfruttamento subordinando ogni ragione di natura economica a un criterio razionale di funzionalità delle opere militari.
«Tali opere svolsero anche una funzione in chiave politica in quanto icona della forza del potere militare asburgico contrapposta alle aspirazione irredentistiche e costituendo infine la principale ragione di tutti i provvedimenti di controllo a tutela del segreto militare assunti fino allo scoppio della Prima guerra mondiale.»