Storie di donne, letteratura di genere/ 444 – Di Luciana Grillo
Ottawa G. «J’ai fatigué la salade. La vita è come un’insalata» – L’autrice ammette che la libidine e la gioia maggiore ce l’ha quando sfoglia un bel libro
Titolo: J'ai fatigué la salade
La vita è come un'insalata
Autrice: Ottawa G.
Editore: Officine, 2019
Pagine: 218, Brossura
Prezzo di copertina: € 15
Una copertina colorata e attraente invita a leggere questo piccolo libro che ha un curioso sottotitolo, «Amori, insalate e… all’ombra della Grande Mela»: dunque un viaggio anche gastronomico nella New York che tutti amiamo e un suggerimento da tradurre dal francese: «J’ai fatigué la salade» vuol dire letteralmente «Ho affaticato l’insalata», nel senso che un’insalata, per essere buona, va mescolata molte volte.
L’autrice, di cui si sa davvero poco (neanche il nome...), racconta di non passare inosservata grazie ai capelli multicolori, confessa di amare New York e di portare in borsa sempre un libro di carta: «devo ammettere che la libidine e la gioia che mi procura avere tra l mani e sfogliare un libro di carta non ha eguali».
E poi, via, di giorno in giorno, di pagina in pagina, leggiamo gli incontri di vecchie amiche e nuovi conoscenti, Louise e Jimmy, Rose e Jude, Monique e Abigayle eccetera e tante ricette, con le loro storie e i sapori indimenticabili: c’è l’insalata Green Card, c’è quella mangiata a San Pietroburgo sulla Piazza Rossa, c’è quella che – prima di essere preparata – richiede un breve riposo in poltrona con l’accompagnamento del primo movimento del concerto K 313 di Mozart, la lettura della poesia «La cipolla» di Wislawa Szymborska, il passaggio alla Gazza ladra di Rossini e poi, in silenzio, «pensare ai colori di Matisse».
Ai Queens «dove si parla ispanoamericano h24 e si sentono i profumi di tutta l’America Latina», Ottawa incontra Josefita e ci descrive la Tarot Salade, mentre nel quinto giorno di permanenza nella Grande Mela propone l’insalata Corazòn; la sera del sesto giorno, Beatriz regala ad Ottawa due biglietti per la Carmen al Metropolitan Opera House, e dunque l’insalata si chiama Opera… e si procede così, tra storie, ricordi, amicizie, ricette, fino al ventiseiesimo giorno.
L’insalata sexy si mangia nel tredicesimo giorno, quando i capelli di Ottawa sono nascosti sotto una parrucca di capelli blu; nel diciassettesimo, l’insalata è a sorpresa, nell’appartamento di David «dove c’era un via vai incredibile… specialmente per il fine settimana».
Solo un giorno dopo, il diciottesimo, Ottawa ci parla della libreria preferita a Soho, dove naturalmente si mangia la Book Salad, mentre nel ventiduesimo Ottawa conosce Dylan, un produttore cinematografico, durante un Wine Testing al Chelsea Market e l’insalata si chiama «The Film».
Potrei continuare a lungo, ogni ricetta è legata a una storia, le pagine scorrono veloci… anche per me che non mangio insalate!
Lçuciana Grillo – [email protected]
(Recensioni precedenti)