Alessandro Andreatta
Dottor Andreatta, le chiedo
cos'è che vorrebbe conservare di ciò che avete fatto fin qui e che
cosa vorrebbe portare di nuovo se dovesse venire eletto
sindaco. «I principi di fondo sono gli stessi. La
macchina amministrativa funziona bene (il Comune ha 1.500
dipendenti).
«La collegialità nelle decisioni è stata una delle caratteristiche
della nostra amministrazione, però va estesa alle circoscrizioni ma
direi anche alle opposizioni. Le prime donne e i battitori liberi
non vanno bene in un comune come Trento perché i risultati che
abbiamo avuto (e che ci vengono applauditi da soggetti esterni) ci
sono stati grazie ad un intenso lavoro di gruppo.
«Va aumentata anche l'attenzione ai giovani e agli anziani. Gli
anziani sono sempre di più, in virtù dell'allungarsi della vita
media, e questo significa che vanno considerati in una nuova
maniera, insomma è un settore tutto da ristudiare. Anche i giovani
vanno considerati in un'altra ottica. Il loro collante è formato da
musica e sport, tuttavia non devono realizzarsi solo nelle
associazioni ufficiali, ma devono anche socializzare in maniera
spontanea.»
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La cultura. Il comune non ha intenzione di accettare il
Teatro Sociale. Ma ci siamo giocati anche il Centro culturale Santa
Chiara. Perché abbiamo lasciato che la legge provinciali facesse sì
che i consiglieri siano tutti di nomina
provinciale? «Il Sociale costa troppo e ci pare
giusto che sia la struttura provinciale ad assumersi l'onere di
gestirlo e di estenderlo a soggetti non esclusivamente del
capoluogo. Quanto al Santa Chiara, dato che la Provincia mette
quasi per intero le risorse, ci pare giusto che nomini anche gli
organi sociali.»
Ma almeno un consigliere di nomina
comunale… «Vedrà che si consulteranno con noi al
momento di scegliere le persone.»
La Galleria Civica?
«È stata sostituita con una Fondazione, proprio perché sia la
stessa cittadinanza ad occuparsene. È sempre il discorso della
collegialità che le dicevo. I cittadini devono partecipare alla
gestione della cultura "in comune".»
Il Traffico. I divieti. I posteggi che mancano. Le
multe in espansione geometrica… «Il traffico va
ridisegnato. Ma il principio resta quello di un centro storico che
deve essere lasciato a disposizione dei ciclisti e dei pedoni.
Dovranno aumentare i posteggi di periferia. Ormai l'Ex Zuffo è
consolidato. Ci sono voluti anni, ma adesso la gente sa
avvalersene. Un po' alla volta ci si abituerà a lasciare la
macchina fuori e…»
Che fine hanno fatto i posteggi interrati che dovevano
sorgere in Piazza Dante e Piazza della Mostra?
«Quelli non sono posteggi strategici, sono solo locali. Ma
l'interramento di via dei Ventuno è un progetto che andrà
avanti.»
Scusi, ma uno che in automobile deve andare da via
Torre Verde a via Venezia, perché deve essere costretto a fare un
chilometro in più passando dietro il Tribunale? Adesso che il
traffico di via Venezia è calato grazie alle gallerie di
Martignano… «Beh, forse si potrebbe ridisegnare
meglio il... "Lavaman del Sindaco". Sì, quella è già una
rotonda, e forse è meglio fare lì il giro di boa…»
Via Sanseverino? «Lì è già tutto in
cantiere.»
Ma che senso ha interrare in parte la strada, coprire
in parte l'Adigetto, fare in parte delle
rotonde…? «Il progetto è stato fatto
dall'architetto Piano. La sua logica di "trasformare lo spazio
in luogo"…»
Piano è un architetto, non il sindaco… Non bastava
coprire per intero l'Adigetto e allontanare così il traffico dalle
case affacciate su via Sanseverino? «Guardi,
quello è un progetto ormai quasi concluso, è meglio che guardiamo
più avanti. Piedicastello, l'Ex Italcementi, i nuovi posteggi
strategici…»
Per la sicurezza, cosa pensa di fare
ancora? «Quello che abbiamo deliberato è più che
sufficiente. Bisogna solo avere il tempo materiale di realizzare le
cose. La palazzina Liberty e la ex APT ridaranno vita a una piazza
che altrimenti dopo le ore 18 si svuota. Trasformeremo i giardini
come si fa nei paesi nordici.»
La Provincia ha destinato una grande quantità di fondi
ai comuni per combattere la crisi. Per la città di Trento di parla
di 13 milioni e mezzo di euro. È una grande occasione per fare
cosa? «I milioni in tutto sono 17, perché la
Provincia ne mette 13,5 se noi mettiamo il resto. E dobbiamo farlo
in fretta.»
In fretta cosa vuol dire? Dato che ci vogliono idee, progetti,
concorsi, idee…
«Vuol dire che realizzeremo al più presto quello che era già in
fieri, destinando le risorse che vi avevamo stanziato ad altre
iniziative sulle quali avremo dunque il tempo di pensarci.»
E cioè quando? «Tra una settimana
riusciremo già a dire qualcosa. La condizione sine qua non
imposta dalla Provincia è appunto di fare in fretta. E noi non
intendiamo perdere neanche un solo giorno.»
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