«L'Adigetto» al Cibus di Parma – Di Giuseppe Casagrande
Nella «Food Valley» italiana gli incontri del nostro inviato con gli artigiani, gli imprenditori e gli industriali del comparto agroalimentare del Trentino Ato Adige
Uno degli ingressi, sempre affollatissimi, del quartiere fieristico di Parma.
Era stato annunciato in sede di presentazione dell'evento: «Cibus» quest'anno avrebbe registrato il record storico di presenze con un boom di visitatori.
La conferma si è avuta ieri alla chiusura della ventiduesima edizione. Il quartiere fieristico di Parma ha accolto nei propri padiglioni oltre 75mila visitatori (+25% rispetto al 2022) con un record di espositori (tremila) e di buyer (tremila anche in questo caso) giunti da tutto il mondo per visitare la Food Valley italiana.
Tra i temi protagonisti della kermesse l'attenzione si è focalizzata sui prodotti Dop e Igp che, secondo l’analisi di Nielsen, contribuiscono nei punti vendita ad una crescita delle vendite in valore del +14% e in volume del +9,6%. Da segnalare inoltre la collaborazione virtuosa tra consorzi e brand per la valorizzazione e la promozione all'estero dei prodotti DOP e IGP favorendo relazioni e accordi commerciali.
Il padiglione di Trentino Sviluppo nel padiglione Cibus Healthy a Parma.
L’intelligenza artificiale in campo per contrastare le contraffazioni alimentari
Nel corso dei 4 giorni del salone di riferimento dell’agroalimentare italiano, evento che ha visto la partecipazione del ministro del Made in Italy e delle Imprese Adolfo Urso e del ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, sono stati presentati più di mille prodotti-novità, tra i quali i lecca-lecca musicali, l’uovo vegetale, il salame al tartufo con copertura di Parmigiano e il chutney all’aceto balsamico di Modena. Tra i principali trend, da segnalare quello legato a salute e benessere, protagonista il collagene, presente in numerose bevande e alimenti.
Tra le novità più interessanti anche l’applicazione dell’intelligenza artificiale per contrastare le contraffazioni alimentari, con il progetto Nina, promosso dal Consorzio delle Mozzarella di Bufala Campana Dop, per tutelare un’eccellenza del nostro agroalimentare (primo marchio Dop per importanza del Centro-Sud Italia e il terzo tra i formaggi Dop italiani) contro le fake-mozzarelle e contrastare il fenomeno dell’Italian sounding.
I fratelli Federico e Pio Corrà nello stand con il giornalista Giuseppe Casagrande - Foto Matteo Piazza.
I riflettori de «L'Adigetto» sulle aziende del food & beverage del Trentino
«L'Adigetto» ha visitato numerosi padiglioni. Tra quelli esteri l'Austria, la Germania, la Francia, la Slovenia, l'Unghria, la Bulgaria, la Romania e la Spagna presente con i famosi prosciutti Jamón ibérico, con le aziende conserviere del Mar Cantabrico (straordinarie le acciughe e i filetti di tonno in vasetti di vetro e in lattina) e l'olio extravergine (la Spagna è il primo paese produttore al mondo).
Per quanto riguarda l'Italia abbiamo puntato i riflettori (impossibile visitare tutti gli stand del BelPaese) sulle aziende del food & beverage Trentino Alto Adige.
Maria Vittoria Finco, responsabile marketing della Casearia Monti Trentini di Grigno nello stand con il giornalista Giuseppe Casagrande - Foto Matteo Piazza.
Boom di visitatori nello stand della Casearia Monti Trentini di Grigno
Ieri abbiamo dato ampio spazio al settore lattiero caseario ed in particolare ai formaggi. Boom di visitatori nello stand della Casearia Monti Trentini di Grigno presente con l'intero staff dirigenziale capitanato dalla responsabile del Marketing dott. Maria Vittoria Finco, quarta generazione di una famiglia che vanta una lunga storia imprenditoriale. Storia che prende le mosse il secolo scorso ad Enego sull'Altopiano di Asiago.
L'anno prossimo l'azienda di Grigno festeggerà un duplice importante traguardo: i 100 anni di fondazione (è nata infatti nel 1925 ad Enego) e i 40 anni di attività in Trentino (risale infatti al 1985 l'inaugurazione dello stabilimento in Valsugana, nella zona industriale di Grigno).
Oggi la Casearia Monti Trentini è un importante punto di riferimento per 150 aziende locali che producono latte nelle vallate del Trentino orinetale. Cinquanta milioni di fatturato, 110 dipendenti, la Casearia Monti Trentini ha consolidato nel corso degli anni un successo, non solo commerciale, grazie ad una gamma di formaggi di alto pregio.
Lo stand della Spagna con gli esclusivi prosciutti "patanegra" Jamón Ibérico - Foto Matteo Piazza.
I gioielli della famiglia Finco: Grana Padano, Asiago, Provolone, Vezzena e Lagorai
Tra i gioielli dell'azienda figurano le tre Dop (Grana Padano, Asiago e Provolone Valpadana), ma anche prodotti della tradizione locale come il Vezzena e il Lagorai, la cui storia è legata al territorio trentino e alla Valsugana in particolare. Ma l'azienda è presente sul mercato anche con le caciotte, con i formaggi freschi, con il grattugiato fresco in bustina, con gli stagionati, con i for maggi alle erbe, al tartufo e al peperoncino. Una sezione si occupa anche della creazione in modo naturale di paste filate dolci e affumicate.
Fabio Bomè titolare del Salumificio Bomè di Pieve di Bono con il giornalista Giuseppe Casagrande - Foto Matteo Piazza.
Il settore della lavorazione carni in ansia per l'allarme della peste suina
Importantissimo in Trentino è anche il settore della lavorazione delle carni per la produzione di insaccati, speck, prosciutti e altri prodotti di largo consumo. Sul settore della salumeria italiana incombe come una spada di Damocle l'allarme della peste suina africana.
«Con il ritrovamento a metà aprile di un cinghiale infetto a Varano de’ Melegari - ha ammonito il presidente dell'Associazione Industriali delle carni e dei Salumi Francesco Pizzagalli - la zona di restrizione è stata allargata alle aree di Collecchio, Sala Baganza e Felino (Parma), mettendo in crisi le aziende che esportavano in Paesi quali il Canada e gli Stati Uniti. Abbiamo già aziende che hanno messo in cassa integrazione i dipendenti: da allarme sanitario la peste suina rischia di diventare un allarme sociale.»
Per ora il Trentino Alto Adige non sembra risentire di questi rischi dal punto di vista commerciale. E ce lo hanno confermato i fratelli Corrà di Smarano, una delle più antiche macellerie con lavorazione e produzione di salumi d'Italia.
Carrellata di prosciutti nello stand del Consorzio del Prosciutto di Parma - Foto Matteo Piazza.
I fratelli Corrà di Smarano, 175 anni di storia: salumi, speck, mortadela
L'Azienda Fratelli Corrà ha una storia antica. Nasce come macelleria nel 1850 a Smarano, in Val di Non, sull'altopiano della Predaia, all'epoca una provincia dell'Impero austro-ungarico. Per quanto riguarda l'attività di produzione di salumi è la più antica del Trentino.
Da cinque generazioni, infatti, la tradizione di trasformare le carni in salumi e speck viene tramandata dai nonni ai padri e ai figli, mantenendo sempre la sede nel medesimo luogo della sua fondazione.
Il macello dei Fratelli Corrà è uno dei pochissimi rimasti ancora attivi in Trentino e che trasforma in proprio le carni bovine e suine locali con cui vengono prodotti salumi tipici di montagna. I prodotti vengono distribuiti all'ingrosso direttamente a gastronomie, salumerie, macellerie, ristoranti, gourmet shop in tutta Italia ed in Europa: dalla Francia alla Repubblica Ceca, dalla Spagna ai Paesi Balcanici, dalla Germania alla Scandinavia.
Nel 2019 il salumificio sbarca online con il suo primo e-commerce, grazie al quale - ci ha spiegato il marketing manager dell'azienda Federico Corrà - non abbiamo subito contraccolpi dalla serrata a livello nazionale. «Abbiamo implementato l’utilizzo di strumenti digitali e gestito spedizioni in tutta Italia».
Va altresì sottolineato che ormai l’azienda guarda lontano, con un punto di vendita a Smarano e uno a Moena, oltre ad un canale di distribuzione all’ingrosso che rifornisce macellerie e gastronomie in tutta Italia ed in Europa: dalla Francia alla Repubblica Ceca, dalla Spagna all'Ungheria, dalla Germania alla Scandinavia. Tra i prodotti più gettonati: lo speck, i wurstel, la bresaola di montagna, la mortandela affumicata, la carne salada, la slinzega, i salumi e gli insaccati della tradizione.
Fabio Simoni del Birrificio artigianale Bionoc' di Mezzano con il giornalista Giuseppe Casagrande - Foto Matteo Piazza.
Il salumificio Bomè di Pieve di Bono guarda anche ai mercati emergenti
Sui sapori della tradizione, ma con uno sguardo ai nuovi mercati emergenti, punta anche il salumificio Bomè di Pieve di Bono-Prezzo in Valle del Chiese.
Negli ultimi anni l'azienda - ci ha spiegato il titolare Fabio Bomè, figlio del mitico Silvietto, il «re dello speck» (uno dei prodotti simbolo dell'azienda assieme ai prosciutti cotti, alla pancetta, al lardo, alla carne salada) - si è concentrata sull'estero ampliando in maniera significativa le referenze di prodotti certificati «Halal»: sono quegli alimenti preparati seondo le norme della legge islamica.
Oggi Bomè esperta in Giappone, Canada, Hong-Kong, Emirati Arabi, Taiwan, Qatar Arabia Saudita, Macedonia del Nord, Regno Unito, Svizzera, Moldavia, Serbia, Ucraina, Israele, Kuwait, Turchia, Nuova Zelanda, Nuova Caledonia, Bosnia-Erzegovina, Ghana, India, Brasile, Vietnam, Cuba, Perù, Isole Mauritius, Libano, Oman, Giordania, Maldive, Georgia.
Massimo Fia direttore del Frantoio di Riva del Garda con il giornalista Giuseppe Casagrande - Foto Matteo Piazza.
Gli incontri con Riccardo Felicetti (Pastificio) e Dario Loison (Pasticceria)
A Cibus, tra gli stand abbiamo incontrato anche Riccardo Felicetti dell'omonimo e storico (1908) Pastificio dolomitico di Predazzo, famoso in Italia e nel mondo per la linea Monograno Felicetti gettonatissimo nei più prestigiosi ristoranti dell'alta ristorazione. E non poteva mancare, nel padiglione degli oli d'oliva (un mare magnum di aziende: dal Lago di Garda alla Toscana, dall'Umbria alla Puglia, dalla Liguria alla Sicilia) la visita allo stand del Frantoio di Riva del Garda. Era presente il direttore Massimo Fia con i suoi gioielli: 46° Parallelo e Uliva nelle diverse versioni. Ottimista, come sempre, poiché il mercato ha già assorbito l'intera produzione.
Nella sezione dolciaria sempre affollato lo stand dell'Antica Pasticceria Loison di Costabissara (Vicenza). Nel salottino, elegantissimo (il merito è di Sonia Pilla, maestra di design e art director dell'azienda) Dario ed Edoardo Loison ci hanno fatto assaggiare un'anticipazione del panettone-novità del prossimo Natale: cioccolato e rhum. Che dirà? Una bontà.
Alberto Corazzolla nello stand di Maria Lucia Melchiori con il giornalista Giuseppe Casagrande - Foto Matteo Piazza.
Il sidro della Val di Non, i succhi e gli aceti di Lucia Maria Melchiori
Nei padiglioni riservati al beverage, infine, grande soddisfazione nello stand di Lucia Maria Melchiori, azienda leader nella produzione di prodotti derivanti dalle mele trentine con una sezione dedicata anche alle birre artigianali. Fondata nel 1994 a Tres sull'altopiano della Predaia, l'azienda della Val di Non è un punto di riferimento per la produzione biologica di succhi e aceti di mele, sciroppi e sidro. Alberto Corazzolla, che con la moglie Lucia Maria e il figlio Matteo, «cidermaker» e mastro birraio dell'azienda, dirige l'azienda di Tres, è un habituè di Cibus, evento che dopo la parentesi del Covid - ci ha confessato - ha ripreso a correre con numeri incoraggianti. Gran richiesta nello stand di birre artigianali non filtrate in bottiglia e alla spina e così pure gli assaggi di sidro, un prodotto che sta vivendo un momento felice non solo all'estero (la Sidreria Melchiori esporta ogni anno un milione di bottiglie nel Regno Unito), ma anche in Italia. Il sidro della Val di Non è proposto nella duplice versione Charmat (fermentato in autoclave) e con il metodo classico (fermentato in bottiglia) come lo spumante tradizionale.
Dario Loison nello stand di Cibus con il giornalista Giuseppe Casagrande - Foto Matteo Piazza.
Una valanga di premi per le birre artigianali Bionoc di Fabio Simoni
Affollatissimo anche lo stand del birrificio artigianale primierotto Bionoc' di Mezzano. In bella mostra la valanga di premi e riconoscimenti ricevuti nel corso degli anni (il birrificio è stato fondato nel 2012 da due amici Fabio Simoni e Nicola Simion): le medaglia d'oro con la birra ad alta fermentazione «Lipa», con la Scottish Ale «Ombra» e recentemente con la «Golden Ale» a Barcellona. Il segreto? Ce lo ha svelato Fabio Simoni tra un assaggio e l'altro: «Un attento studio delle ricette e una rigorosa selezione delle materie prime. Tutte le nostre birre non sono pastorizzate nè filtrate. Cerchiamo così di evitare al massimo il rischio di rovinare i nostri prodotti e di alterarne le proprietà organolettiche. Solo così possiamo versare nel bicchiere un buon prodotto. Le nostre birre - ha aggiunto - si possono trovare in tutta Italia, ma la sede produttiva rimane ai piedi delle maestose Pale di San Martino, nel piccolo borgo di Mezzano di Primiero. E sempre in Primiero si possono degustare al Ristorante Birroteca Enoteca "La Doga" di San Martino di Castrozza. Il birrificio è sempre aperto a chi volesse visitarlo.»
Riccardo Felicetti nello stand Pasta Felicetti con il giornalista Giuseppe Casagrande - Foto Matteo Piazza.
All'interno del padiglione «Cibus Healthy» era presente Trentino Sviluppo
Nel padiglione «Cibus Healthy» - novità 2024 della Fiera di Parma - erano presenti sia pure in uno spazio sacrificato sette realtà del Trentino che hanno presentato i loro prodotti naturali, biologici, vegani e innovativi. Un'esperienza interessante di stili di vita, utile anche per sondare le tendenze internazionali del settore e creare nuove connessioni di business.
Ecco le sette imprese trentine presenti nello stand territoriale all’interno del padiglione «Cibus Healthy», curato da ENDU, piattaforma con sede alla Manifattura di Rovereto che offre servizi a praticanti, organizzatori di eventi, enti territoriali e aziende: Graziadei Surgelati di Cavedine con la sua pasticceria surgelata a base di mela, Renato Travaglia – sempre di Cavedine – con i biosucchi e le confetture biologiche a base di mela, NextFood di Bondone con i piatti pronti confezionati in atmosfera controllata, Pappami di Rovereto con i piatti «di pane». La città capoluogo era rappresentata da Rosa Sundari, manager di Iprona (via Degasperi) con bevande e snack naturali a base di frutta, da Melite con gli snack e granulari a base di mela crioessicata e da Mondovè con i suoi sughi vegetali.
Il futuro del food legato ai nuovi stili di vita è già cominciato.
In alto i calici. Prosit!
Giuseppe Casagrande - [email protected]