Un Sit-In a favore della vita – Di Sandra Matuella
Un camion-vela Pro-Life per il Trentino a 40 anni dalla approvazione della Legge 194
«Tu eri così a 11 settimane» è il commento all’immagine di un feto completamente formato, e che campeggia sul manifesto Pro-Life collocato su di un camion-vela che lo porterà, per tutta la settimana, nei principali centri abitati e lungo le strade principali della nostra Provincia (un altro, invece, sarà in Alto Adige, così come in tutta Italia).
Questa iniziativa di carattere nazionale è proposta da ProVita Onlus per sensibilizzare le persone sul tema dell’aborto a 40 anni dalla approvazione della Legge 194.
In Trentino questo evento è organizzato in collaborazione con il Movimento per la Vita di Trento, che per salutare il passaggio del camion-vela in città, ha organizzato in piazza Dante, un breve sit-in, al quale hanno partecipato anche Pino Morandini, da poco eletto vicepresidente nazionale del Movimento per la Vita, Bruna Giuliani, consigliere comunale della Lega e alcuni esponenti del Partito della Famiglia (venerdì 25 maggio, alle 20.30 in Clarina, si terrà l’incontro con Gianfranco Amato, segretario nazionale del Partito della Famiglia).
«Vogliamo proporre una riflessione sulla Legge 194, una legge iniqua perché si dimentica completamente del concepito e dei suoi diritti: il concepito è una persona umana perché lo stato embrionale e quello fetale sono i passaggi della crescita di una persona, e questo è un dato di realtà confermato da studi scientifici – spiegano gli attivisti del Movimento per la Vita di Trento, che con questo evento intendono anche – sottolineare l’importanza della cura della madre e del padre: la legge non tiene in considerazione tutti i diritti della donna, perché non la mette al corrente dei disagi e degli effetti collaterali fisici e psicologici a cui va incontro per tutta la vita.
«Se invece lo fosse, cambierebbe opzione e di sicuro accoglierebbe la nuova vita.
«Per questo chiediamo che lo Stato informi le donne circa le conseguenze che un aborto può causare, e poi responsabilizzare la figura del padre che non deve essere più escluso da situazioni di questo tipo.»
Nei mezzi di comunicazione di massa dominanti, però, la Legge 194 è considerata una sorta di liberazione per la donna.
«Sì però tengono nascosti i dati relativi agli effetti collaterali, proprio per non esplicitare la sconfitta di una legge che è assolutamente contro la donna: consideriamo infatti i dati reali, come gli 85 mila aborti annui in Italia (15 mila sono stimati clandestini).
«Dicono che gli aborti sono diminuiti, però si vendono ogni anno più di 400 mila confezioni di pillole del giorno dopo e dei 5 giorni dopo: questo significa che gli aborti sono aumentati, solo che i medici si sono deresponsabilizzati, e hanno lasciato tutta la responsabilità alle donne che sono le uniche vittime insieme al concepito, mentre i veri colpevoli sono le istituzioni e il mondo della medicina che trae profitto da questa pratica.»
Perché le immagini prenatali proposte dai manifesti di ProVita creano tante polemiche?
«Perché la verità fa male e ammettere un errore e il senso di colpa è difficile. In effetti un bambino che male fa? La cosa importante è che, in un modo o nell’altro, questi bambini stanno attirando su di loro l’attenzione di tanti, e questo è un dato positivo.»
Al sit-in in Piazza Dante del Movimento per la Vita ha partecipato anche Bruna Giuliani, consigliere comunale della Lega.
«Sono qui come donna e soprattutto come madre, che spera di diventare nonna al più presto – spiega Bruna Giuliani – la vita va tutelata sempre, fin dall’inizio, non ci sono settimane o mesi in base ai quali stabilire che è possibile interromperla.»
Quanto alla Legge 194 «è da rivedere e la pillola del giorno dopo è inaccettabile. La donna che abortisce avrà dentro di sé il rimorso per tutta la vita, per questo sono necessarie misure alternative come il sostegno economico e morale alle madri in difficoltà: la politica, ripeto, deve tutelare la vita e permettere alle donne di far nascere le loro creature».
Sandra Matuella
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