Marcantoni: Regioni a «Geometria variabile» per rilanciare l’Italia

«L'Italia è una, ma dentro di sé ha tante anime, che non bisogna isolare come se fossero corpi separati»

Ridare slancio al Paese attraverso un rinnovato regionalismo a «geometria variabile», in grado di restituire, a chi lo esercita, non solo il dono dell'efficienza, ma anche la capacità di riportare il potere di scelta più vicino ai territori e ai cittadini.
È questa la ricetta lanciata da Mauro Marcantoni, direttore della Trentino School of Management, autore del libro «La mappa delle autonomie. Quando, dove e perché il regionalismo funziona» (Donzelli Editore).
Si tratta di un saggio, realizzato in collaborazione con Marco Baldi del Censis, che, oltre a contenere un'analisi sui conti territoriali, indica una possibile via d'uscita: il governo a «geometria variabile», appunto, che si fonda sullo scambio tra autonomia e responsabilità.
Ovvero: un governo centrale che concede la devoluzione locale delle risorse, pretendendo in cambio un buon governo.
 
«L'Italia non ha futuro se non gioca sul vitalismo dei propri territori. L'Italia è una, ma dentro di sé ha tante anime, che non bisogna isolare come se fossero corpi separati, ma che rappresentano una ricchezza che può dare quell'energia necessaria per rilanciare e ridare fiato al Paese.»
Con queste parole – che condividiamo in pieno, forse le più aderenti al tema del festival – Mauro Marcantoni ha spiegato perché si debba puntare sul regionalismo. Un regionalismo in crisi per diversi motivi, dalla mancanza di solidarietà fra territori, al malgoverno, alla frammentazione, ma che rappresenta - se rivisto - un'opportunità per un cambio di marcia a livello nazionale.
Questo modello, per funzionare, deve però tenere conto delle differenze tra le varie realtà attraverso una «geometria variabile» che sia garanzia di efficienza.
 
Un modello che, nella realtà, deve fare i conti con alcune resistenze.
«Oggi, nel Paese, c'è una grande tendenza a ri-centralizzare, a portare le risorse verso il centro, non solo in politica, ma anche a livello generale, tra fusioni ed accorpamenti, – ha sottolineato infatti Marco Baldi (Censis). – Da qui, l'importanza di un'analisi dei dati (riportata nel libro) per capire le diverse realtà e, quindi, valutare come applicare un regionalismo a geometria variabile
 
«Una soluzione che sarebbe apprezzata dai cittadini – come ha spiegato Stefano Ceccanti, costituzionalista, già Senatore del Partito Democratico, che ha concluso l'incontro affermando che, dati alla mano, – non c'è da parte dei cittadini una richiesta di centralismo. Anzi, la loro percezione è che più il governo è vicino, più è sinonimo di efficienza e trasparenza.»