La storia di Iroso, l'ultimo vecchissimo mulo della Naia
Lo aveva comperato all'asta Toni Tobero, salvandolo così dall'ingiusta macellazione
Prima di pubblicare il pezzo scritto da Toni Tobero, desidero ricordare un particolare. Il mulo non è stato radiato dall’Esercito Italiano perché non serviva più. Sarebbe utilissimo ancora oggi perché i posti dove non ci possono arrivare i mezzi meccanici e aerei i muli sarebbero una soluzione ottimale. Purtroppo i muli sono stati radiati perché i militari non hanno più una conoscenza personale e diretta con gli animali. Se un tempo tutti i contadini che partivano per la naia erano in grado di allevare vacche, buoi, cavalli e muli, oggi quei preziosi operatori non esistono più. Se dunque comprendiamo perché l’Esercito Italiano li abbia radiati, non riusciamo a capire perché non li ha voluti mantenere fino alla fine dei loro giorni. Ci pare che esistesse un debito di riconoscenza. E, a vedere come la popolazione ricordi ancora il mulo come parte integrante degli Alpini - Toni Tobero ne è la prova vivente - siamo certi che sarebbero stati mantenuti senza alcun costo per la Difesa. |
La storia del nostro Reparto ha inizio ufficialmente con l’istituzione dello stesso da parte della Sezione Alpini di Vittorio Veneto nell’anno 2000 ma la «splendida avventura con i muli» ha avuto inizio già nel lontano 1992…
E chi meglio dell’alpino Antonio De Luca (protagonista indiscusso nella vicenda di quell’anno) ce la può raccontare? Ecco le sue parole:
Sono Antonio De Luca (per gli amici «Toni Tobero») e dirigo una ditta boschiva a conduzione familiare.
Nel 1992 ho acquisito dalla Forestale la gestione di un lotto nel Bosco del Cansiglio con mio fratello Elio.
In tale luogo non vi erano strade o piste adatte al taglio del legname quindi ho acquistato sei cavalli da soma croati per trasportare il legname stesso fino alla strada camionabile.
Durante lo svolgimento del lavoro mi resi conto che per ovviare alle troppe pause degli addetti, essendo venuto a conoscenza della vendita all’asta dei muli militari, decisi da buon alpino di acquistarne alcuni.
Di conseguenza informai immediatamente il Presidente della Sezione ANA di Vittorio Veneto Dott. Daniele della mia idea, il quale mi comunicò subito il giorno e l’ora stabilita per l’asta.
Decisi di parteciparvi presso la caserma D’Angelo di Belluno acquistando inizialmente quattro muli e pagandoli 610.000 Lire l’uno.
Successivamente ricevetti una comunicazione che mi informava della messa all’asta degli ultimi ventiquattro muli alpini e mi si chiese di comprarli tutti onde evitare loro una brutta fine.
Quando arrivai a Belluno, nei pressi della caserma vi erano solo camion di macellai che aspettavano l’asta per acquistare i quadrupedi alpini, contrastati dalla presenza di tanti alpini che erano preoccupati dalla fine che avrebbero potuto fare i muli.
Il tenente e il maresciallo di servizio mi pregarono di intervenire per salvare il maggior numero di quadrupedi possibile anche confortati dalla presenza dei molti giornalisti presenti.
I muli venivano fatti sfilare su un recinto uno dopo l’altro, e ne veniva battuto il prezzo.
DRO, il primo mulo, veniva battuto a 500.000 Lire, ma pur di strapparlo da una fine certa sfidai i macellai rilanciando e riuscendo ad acquistarlo per un milione, e cosi feci per i muli Goro, Iroso, Fonso, Iso, Laio e Leo.
Il più costoso fu Goro che fu pagato ben 1.900.000 Lire.
Tornato a casa, verso sera, ricevetti una telefonata, nella quale il tenente mi informava che tre muli erano stati aggiudicati a un macellaio, che si era presentato come azienda agricola nonché alpino del Trentino Alto Adige.
La mattina di buon’ora partii in direzione Belluno dove alle ore 5.00 avevo appuntamento con il tenente per poi recarmi a Bolzano dove i militari avevano vegliato tutta la notte per evitare che i muli venissero abbattuti.
Purtroppo al nostro arrivo trovammo solo due muli, uno era già stato assegnato.
Riuscii a salvare anche questi due muli conducendoli nella mia stalla a casa e a quel punto mi sono trovato con ben tredici muli.
Da quell’anno, era il 1994, su suggerimento dell’allora Presidente Sezionale facemmo una camminata con i muli fino a Treviso in occasione dell’adunata nazionale.
Nonostante il veto posto dall’allora Presidente Nazionale i muli, magistralmente guidati dal capogruppo e dagli alpini di Cappella Maggiore, riuscirono a sfondare lo sbarramento imposto e a sfilare lungo le vie di Treviso acclamati dalla folla in tripudio; fu per tutti un’emozione indimenticabile.
Da quell’ evento in poi, i muli hanno sfilato in numerose altre adunate nazionali e in varie manifestazioni alpine.
Voglio poi sottolineare la partecipazione alla manifestazione denominata «Cammina-Italia» nella quale i muli furono presenti nelle tappe finali da Sella Nevea fino a raggiungere Piazza Unità d’Italia a Trieste.
Sull’onda dell’entusiasmo per la grande popolarità ottenuta e le affermazioni di stima e simpatia raccolte, nell’ anno 2000, l’allora presidente sezionale, propose di istituire un Reparto speciale dedicato alla valorizzazione di questi storici quadrupedi coinvolgendo nel progetto gli alpini della Sezione.
Nel 2000 quindi viene così costituito ufficialmente il «Reparto Salmerie» della Sezione A.N.A. di Vittorio Veneto.
Il Reparto continua ad esser presente non solo nei raduni e celebrazioni alpine ma anche facendo opera di diffusione della nostra storia e cultura alpina presso gli Istituti scolastici e in altre varie manifestazioni promuovendo iniziative atte a far conoscere le più sane tradizioni alpine con impegno e dedizione.
Attualmente il Reparto annovera tra le sue fila l’ultimo mulo militare. Iroso, (classe 1979) affiancato dai muli Mila, Marna, Orio e Reno che hanno partecipato a ben 4 edizioni del progetto «Vivi le Forze» (mini naja) presso il 7° Regg.to Alpini a Belluno e presso il 6° Regg.to Alpini a San Candido dove i Conducenti hanno tenuto delle lezioni al personale militare sulla storia degli Alpini, sulle Salmerie e sull’impiego dei muli durante i conflitti mondiali.
Toni Tobero