Festivalmeteorologia, l'apparecchiatura verso la stratosfera

La sonda degli studenti a 32mila metri per misurare temperatura e umidità

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Dalla terrazza del Mart verso l’infinito.
È salita fino a quota 31,981 metri, nella stratosfera, la radiosonda lanciata nel primo pomeriggio da una delegazione di studenti e studentesse dei licei Lunigianesi, a Rovereto per l’evento nell’ambito del Festivalmeteorologia.
Un appuntamento che coinvolge anche le scuole del Trentino, per favorire la diffusione di un approccio scientifico alle previsioni meteo ed educare la popolazione rispetto ai comportamenti da mettere in atto in caso di eventi estremi.
Gli studenti che aderiscono al progetto Lunispace sono guidati da un professore di religione, Stefano Gaffi:
«Il nostro istituto è capofila in Italia, ma siamo ovviamente disponibili a trasferire il know how per replicare l’iniziativa».
E l’interesse non manca: tanto che il lancio della radiosonda è stato seguito anche da studenti arrivati appositamente da Trento.
 

 
Il viaggio in quota della radiosonda ha una durata stimata in circa 4 ore, nel corso delle quali vengono raccolti dati relativi a temperatura, pressione, umidità, punto di rugiada e velocità del vento. I dati saranno poi condivisi con la comunità scientifica.
L’attrezzatura è dotata di sistemi di trasmissione in grado di inviare in tempo reale a terra le immagini, i dati raccolti e la posizione Gps.
La velocità ascensionale della sonda è stata di 5 metri al secondo, mentre quella di discesa ha raggiunto i 350 km orari: secondo la lettura delle previsioni da parte dei tecnici, l’atterraggio avverrà presumibilmente tra Mestre e Venezia.
Il progetto coinvolge una cinquantina di studenti, dei licei di Aulla, Pontremoli e Villafranca Lunigiana con l’Università di Pisa: il Festivalmeteorologia rappresenta un’importante vetrina.

Ragazze e ragazzi si occupano personalmente del recupero di radiosonde, le riprogrammano e preparano la strumentazione per il lancio con un grande pallone in lattice che viene trattato letteralmente «coi guanti bianchi» per garantirne l’integrità.