25 novembre, basta violenze sulle donne – Di Nadia Clementi
Per la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne abbiamo raccolto l’appello dell’avvocato Nicodemo Gentile
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Trento 25 novembre 2021.
«Negli ultimi anni si è fatto molto contro la violenza alle donne, ma dobbiamo fare di più, non solo per la violenza fisica ma soprattutto per quella psicologica su tutti i fronti.»
È l’appello che abbiamo raccolto, in occasione della giornata contro la violenza delle donne, dal noto avvocato, penalista cassazionista e scrittore Nicodemo Gentile.
Appello che trova voce anche nel suo ultimo libro intitolato «Nulla è come appare - Storie di delitti, storie di accertamenti tecnici» (Faust Edizioni).
Il libro narra in 280 pagine di scienze forensi i casi di omicidi efferati che hanno attraversato la carriera del noto penalista, come quello di Sarah Scazzi,Melania Rea, Roberta Ragusa, Trifone e Teresa, Sara Di Pietrantonio.
L'avvocato Gentile, dal 2020 è anche il nuovo presidente nazionale dell'associazione Penelope, nata con l'obiettivo di dare sostegno a partenti e amici delle persone scomparse.
In questo contesto l’avvocato Gentile segue la famiglia di Sara Pedri, 31enne ginecologa di Forlì scomparsa il 4 marzo scorso, e della quale non si hanno più notizie.
Il ritrovamento della sua auto, abbandonata sul ponte di Mostizzolo, in provincia di Trento, fanno pensare ad un gesto estremo, ma il corpo non è ancora stato ritrovato.
Nel frattempo le indagini hanno condotto gli investigatori ad un presunto caso di mobbing e maltrattamenti subiti presso l’ospedale di Trento dove Sara era stata da poco assunta. Le indagini sono tutt’ora in corso.
In Italia, ogni anno scompaiono migliaia di persone, di queste, la maggior parte viene ritrovata, viva o morta.
Di altri si perdono le tracce, per anni o per sempre. Non si saprà mai che fine ha fatto la loro vita e la loro storia.
L’avvocato Gentile in questi giorni è molto impegnato, ma per onorare questa importante ricorrenza ci ha voluto lasciare un messaggio vocale, o meglio un appello, per dire no alla violenza e in particolare quella psicologica, il cui testo riportiamo per intero nel riquadro che segue.
Per quanto riguarda la violenza cosiddetta psicologica e le ferite dell'anima c'è molta sensibilità da parte mia. Nella mia lunga carriera di avvocato ho avuto modo di seguire casi molto drammatici che sicuramente prima di sfociare in omicidi, o per così dire femminicidi, iniziavano con l’aggressione verbale, dove le parole divenivano come lame che affondano colpi peggio di qualsiasi proiettile. Anche nel mondo del lavoro, purtroppo, esistono fenomeni di grande violenza psicologica, angherie vessazioni il cosiddetto mobbing. Attraverso la storia di Sara Pedri, la bellissima e giovane ginecologa, che con ogni probabilità ha compiuto un gesto estremo, vessata e logorata da un ambiente di lavoro tossico, siamo riusciti a capire quanto sia importante la gestione delle risorse umane negli ambienti di lavoro. Abbiamo compreso come gli abusi di potere in ordine disciplinare possono causare delle profonde ferite. E nello stesso modo il silenzio, può tagliare più di un vetro. Di qui il mio appello affinché queste dinamiche vengano emerse, capite, osservate, segmentate, al fine di comprendere quali siano gli indici rivelatori di questa violenza psicologica che è un nemico subdolo quasi invisibile ma temibile al pari della violenza fisica. Il mio vuole essere un appello forte fortissimo agli operatori, a considerare la violenza psicologica, in tutte le sue declinazioni, che sia il mobbing che sia lo stalking che sia vessazione, al pari di quella sul corpo. Nella violenza psicologica manca il cosiddetto referto da presentare all'autorità, quel livido, quella ecchimosi o abrasione. È difficile mostrare un’anima ferita, una mente che non è più stabile, non più in assetto, non più in equilibrio, una mente che nessuno è in grado di refertare. C'è urgente bisogno di riconoscere che i maltrattamenti sono presenti su tutti i fronti, compreso quello lavorativo. C’è bisogno di consapevolezza, per evitare che tante tantissime forme di violenza invisibile, quella consumata senza alzare le mani, senza il bisogno di chiamare il pronto soccorso, possano essere evitate. Attraverso il caso della dottoressa Pedri ho scoperto come nell’ambiente di lavoro si possano consumare liberamente delle vere e proprie violenze. Abbiamo compreso quanto sia importante intervenire alla gestione confortante e protettiva delle risorse umane. Nel mondo del lavoro si consumano molte violenze psicologiche di natura anche sessuale quelle più subdole che passano attraverso il ricatto nelle relazioni interpersonali fino a nuocere alla stessa famiglia. Nel sottobosco delle relazioni si possono maturare dinamiche che non vengono colte per tempo, dunque è importante familiarizzare con alcuni aspetti premonitori per poter prevenire la violenza: uno di questi è la paura da parte della vittima di non poter essere sé stessa di qui la paura di reagire e di denunciare. |
Inutile nascondersi, oramai la violenza psicologica deve essere conosciuta e affrontata con strumenti sempre più nuovi e più moderni al pari di quella fisica.
Nadia Clementi - [email protected]
Avv. Nicodemo Gentile - [email protected]
https://www.penelopeitalia.org/