Silvio Cattani, «Labirinti celesti» – Di Daniela Larentis

Dopo le mostre in varie città italiane e l’esperienza in Turchia, il noto artista trentino partecipa in Cina alla Biennale internazionale di Chengdu – L’intervista

Silvio Cattani, Disegno rosso nel giardino cinese - 2017 - Tecnica mista su carta e collage - Cm. 50x70.

Silvio Cattani, vicepresidente del Mart e fondatore dell’Istituto d’Arte Depero di Rovereto, è un artista conosciuto e apprezzato sia in Italia che all’estero.
Attualmente, dopo una serie di mostre importanti in diverse città italiane e un’esperienza maturata nel Sud della Tunisia (dove in estate ha realizzato in loco un’installazione nel deserto di Ksar Ghilane), sta esponendo in Cina, alla Biennale internazionale di Chengdu (è uno dei pochi artisti italiani invitati a partecipare alla prestigiosa esposizione internazionale, inaugurata in luglio e visitabile fino a novembre).
La sua ricerca artistica si sviluppa dalla fine degli anni sessanta nell’ambiente veneziano, dove frequenta gli studi di Lucio Andrich, Emilio Vedova, Fabrizio Plessi e di altri artisti.
Espone giovanissimo alla galleria Il Traghetto e partecipa con le sue incisioni a rassegne nazionali di grafica.
Nel 1968 vince il premio per il disegno dell’Opera Bevilacqua La Masa di Venezia.
 
La sua prima esposizione a Trento è del 1968, quando presenta la serie di litografie «Teoria di gruppo» nella mostra «Unopiùsei», curata da Luigi Lambertini e allestita nelle sale di Palazzo Pretorio; evento che segna l’inizio di una lunga serie di presenze a importanti mostre personali e collettive fino ad arrivare ai giorni nostri, a documentazione della linearità della sua lunga esperienza creativa.
La produzione artistica di Cattani è caratterizzata da una elevata propensione alla sperimentazione, le tecniche che utilizza e i materiali impiegati spaziano dalla ceramica al vetro, dal disegno al mosaico, alla pittura su cartone, su tela, su pannelli metallici.
La sua è una pittura sostanzialmente narrativa ed evocativa; le opere dell’artista, con le accese cromie e le forme geometriche, informali, a tratti fantastiche con riferimenti figurali, danno vita a suggestioni che richiamano l’inquietudine dell’uomo contemporaneo, la complessità della nostra società e le sue contraddizioni.
 
Abbiamo avuto il piacere di rivolgergli alcune domande.
 

Silvio Cattani, Serie gialla (per Ghoethe) - 2023 - Tecnica mista su cartone - Cm. 102x162.
 
Recentemente, ha dato vita a un percorso espositivo dal titolo «Devozioni». Quali città italiane sono coinvolte nel progetto?
«La personale di Rimini, al PART Palazzo dell’Arengo, la mostra allestita nella piccola ex chiesa dell’Annunziata (si trova in un paesino dell’entroterra pesarese) e quella di Venezia, alle Fondamenta Zattere Ai Saloni, hanno un comune denominatore: fanno tutte parte del percorso Devozioni.
«Il titolo si presta a più letture; l’opera d’arte è intesa anzitutto come atto creativo che rinvia tradizionalmente a una dimensione spirituale, ma è anche una devozione che rivolgo a quelli che sono stati i miei referenti, i miei riferimenti culturali, le persone che mi hanno formato.»
 
Come è nato il progetto legato all’opera realizzata in Tunisia?
«Si è trattato di un progetto site specific. Sono stato in aprile nell’oasi di Ksar Ghilane nel Sud delle Tunisia, dove sono venuto a contatto con un ambiente molto stimolante dal punto di vista artistico.
«Utilizzando delle tele reperite in loco, ho realizzato un’installazione pittorica, prendendo ispirazione dai magnifici paesaggi e dal verso sono nel soffio del vento di un poeta arabo del 1200, nato a Trapani.»
 

Silvio Cattani, Serie Shanghai - 2021 - Tecnica mista su carta, cm. 56x77.
 
Lei ha recentemente esposto in Cina, partecipando alla Biennale Internazionale di Chengdu, può parlarci in breve di questa esperienza?
«È stata un’esperienza molto importante e coinvolgente. In luglio, ha avuto luogo in Cina l’apertura della Biennale Internazionale di Chengdu, visitabile fino a novembre.
«Sono stato invitato insieme a pochi altri artisti italiani a partecipare a questa prestigiosa esposizione a respiro internazionale; anche in questo caso ho realizzato l’opera in loco, un dipinto di grandi dimensioni collocato in una sorta di cappella costruita per l’occasione, con l’obiettivo di dare vita a un momento di condivisione, in un luogo d’incontro e di confronto.
«L’installazione, dal titolo Labirinti celesti, è stata pensata come luogo di raccoglimento, di introspezione, di relazione.»
 
Progetti futuri?
«Chiusa la mostra di Venezia, il 3 novembre si terrà l’inaugurazione di una personale a Francoforte, in una nota galleria privata. In programma c’è sicuramente il ritorno in Cina, nella primavera del 2024.»

Daniela Larentis – [email protected]

Silvio Cattani, Labirinti celesti, 2023 - Tecnica mista su metallo - Ccm. 400x400 - Biennale Internazionale di Chengdu.