Habebimus Papam – Il caminetto più famoso al mondo
Storia e curiosità della fumata che tutto il mondo attende – Di Laura Fontana
Nell'aura di mistero e segretezza che circonda il Conclave, un ruolo molto particolare è rivestito dalla celebre «fumata» che, a seconda del colore, permette di far sapere al mondo esterno se i cardinali chiusi nella Cappella Sistina hanno trovato un accordo per l'elezione del nuovo pontefice.
Dal momento che il Conclave si svolge nel massimo segreto, la fumata (bianca o nera che sia) rappresenta l'unico segno rivelatore sull'esito delle votazioni prima dell'annuncio ufficiale.
Ma cosa si sa in realtà sulla storia e l'utilizzo della fumata?
La stufa
Poco si sa su quando venne introdotto l'utilizzo della fumata nel Conclave, ma è plausibile pensare che sia una tradizione in uso almeno dall'epoca del pontificato di Sisto IV (1471-1484), a cui si deve la costruzione della Cappella Sistina.
La stufa in ghisa, a oggi usata, si trova nella sala attigua alla Cappella Sistina e venne utilizzata per la prima volta nel Conclave del 1939 che portò Pio XII al soglio pontificio.
È dotata di uno sportello inferiore per l'accensione e di uno sportello superiore per introdurre le schede delle votazioni da bruciare.
Sulla calotta reca incise le date dei conclavi dal 1939 ad oggi in cui la stufa ha prodotto la fumata.
La stufa è collegata al comignolo, installato per l'occasione sul tetto della Cappella Sistina, da una canna fumaria di rame, per comunicare all'esterno l'esito delle votazioni.
Fumata nera, bianca e....gialla
È comunemente nota l'esistenza di due tipi di fumate: la fumata nera e la fumata bianca.
La prima indica il mancato accordo dei cardinali sulla scelta del nuovo pontefice e quindi la prosecuzione delle votazioni.
Alla fine di ogni sessione di scrutini, se nessuno riceve la maggioranza richiesta di due terzi le schede vengono bruciate nella stufa.
Nei conclavi del XX secolo alle schede era spesso aggiunta della pece per rendere la fumata più scura.
La celebre fumata bianca, invece, segnala l'avvenuta elezione del nuovo papa. Le schede delle votazioni e altri documenti vengono bruciati con della paglia umida.
Fino al 2005 era in uso anche un altro segnale: la fumata gialla.
Quest'ultima era solitamente impiegata prima dell'inizio del Conclave per verificare il corretto funzionamento della stufa.
Fumata «confusa»
Ci sono stati molti casi nella storia in cui le fumate emesse sono state mal interpretate dalla folla in Piazza San Pietro, a causa di molteplici fattori come gli agenti atmosferici o l'ora del giorno.
Il caso più eclatante nei conclavi più recenti è stato quello dell'elezione di papa Luciani nel 1978, quando la fumata venne fuori grigia, creando grande disorientamento.
Così già nel Conclave successivo, che elesse papa Wojtyla, alle schede e alla paglia venne aggiunto anche un candelotto di gas per rendere la fumata più nitida.
Fu proprio Giovanni Paolo II a promulgare nel 1996 l'Universi Dominici Gregis, che regolamenta il periodo di sede vacante e l'elezione del nuovo pontefice.
Queste nuove disposizioni, che hanno trovato la loro prima applicazione nel Conclave del 2005, includono l'aggiunta del suono delle campane alla tradizionale segnalazione con il fumo per l'avvenuta elezione.
Secondo il documento papale, l'uso delle campane ha una duplice funzione: manifestare la grande gioia per il nuovo papa e confermare la fumata bianca oltre ogni ragionevole dubbio.
Un altro cambiamento apportato da Giovanni Paolo II, oltre all'eliminazione della fumata gialla, è stato l'aggiunta di una seconda stufa elettronica, da affiancare a quella tradizionale, nella quale vengono inseriti dei fumogeni per rendere la fumata più visibile.
Laura Fontana