Luca Bruschetti, un trentino all’ONU – Di Luciana Grillo

Intervistato un ragazzo di Rovereto che ha avuto la fortuna di frequentare a New York un Corso organizzato dall’Italian Diplomatic Academy

Luca Bruschetti è un ragazzo roveretano che frequenta il Liceo Classico, ama leggere, viaggiare, visitare siti archeologici, giocare a tennis… e tanto altro.
I genitori condividono le sue passioni, lo incoraggiano ad approfondire e a coltivare i tanti interessi.
Ha una sorella e un fratello maggiori, ha nonni adorabili che lo sostengono nelle sue scelte, come fanno con gli altri nipoti.
Dopo le vacanze al mare e una visita a Villa Adriana a Tivoli, comprato l’abito «da adulto», camicia e cravatta, è partito per una straordinaria avventura che lo ha trattenuto per dieci giorni a NYC, alla fine di luglio.
Ciò che segue è il racconto dell’esperienza americana, un racconto semplice e sincero in cui si mescola il ricordo dei nuovi amici con le luci della «Grande Mela».
 

 
Sei andato a New York per frequentare il Corso organizzato dall’Italian Diplomatic Academy. Come hai saputo che si organizzava? Come si è svolto?
«Mia madre è venuta a sapere di questo Corso quasi casualmente dai social media e subito ha insistito perché io andassi.
«Non si trattava di un viaggio di tipo turistico a New York: l’attività principale del programma consisteva in una simulazione diplomatica in cui i ragazzi, provenienti da varie parti del mondo, rappresentavano una Nazione, in una delle tre Commissioni ONU proposte.
«Si trattava della Commissione per l’Economia e la Finanza – ECOFIN, dell’UNHCR, Commissione per i rifugiati e della Commissione per il disarmo e la sicurezza, DISEC.
«Le simulazioni avvenivano con le stesse procedure delle sessioni reali, compreso il rigido dress code e le consuetudini diplomatiche, come ad esempio la corsa dei Delegati a Central Park, la cerimonia di apertura e quella di chiusura.
«La cerimonia di apertura si è svolta nel Palazzo di Vetro, mentre le vere e proprie quattro sessioni di tre ore ciascuna si sono svolte in una sala conferenze dell’hotel in cui alloggiavamo.
«Io ho avuto il compito di rappresentare la Bulgaria presso l’ECOFIN e le due problematiche che ci siamo trovati ad affrontare erano la prima relativa ai flussi illeciti di denaro e, la seconda, relativa allo sviluppo dell’agricoltura per combattere la fame nel mondo.»
 
Qual è stato il tuo primo pensiero quando sei arrivato a New York?
«Mi sentivo un po’ in un altro mondo. New York è profondamente diversa da qualunque altra città che abbia visto, a partire dall’impianto urbano per finire ai palazzi…
«Mi è sembrato in sostanza di camminare in un mito fattosi realtà, un’idea di città che avevo in mente grazie all’accessibilità delle informazioni, ma che non avevo completamente realizzato prima di vederla.»
 
Facevi parte di un gruppo di ragazzi italiani, europei o…? Come ti sei trovato?
«Io facevo parte di uno dei gruppi di italiani arrivati lì da Milano. Ero l’unico proveniente dal Trentino. Insieme ad altri italiani, hanno partecipato alle simulazioni studenti di Pakistan, India, Zambia e Stati Uniti.
«Il dialogo con gli studenti non italiani è stato molto interessante e costruttivo e ha fornito un quadro ampio delle problematiche poste davanti alle Commissioni, che hanno poi trovato e proposto risoluzioni opportune e innovative.
«Io ho legato principalmente con i ragazzi del mio gruppo che è diventato presto affiatato, ma ho avuto anche l’occasione di conoscere ragazzi, soprattutto quelli giunti dal Pakistan, durante le sessioni.
«Ho lavorato inoltre a stretto contatto con il delegato del Regno Unito per far approvare la prima risoluzione dalla Commissione.»
 
Ti sembra che aver frequentato questo Corso possa o potrà esserti utile?
«Di sicuro ha migliorato il mio inglese, sia nel parlato, grazie ai due discorsi che ho scritto e pronunciato in pubblico, sia nello scritto, dal momento che ho potuto apprendere un ampio vocabolario formale e tecnico.
«Inoltre posso dire che ho acquisito una competenza umana, per cui ho imparato a trattare diplomaticamente con persone che hanno un vissuto e una visione del mondo completamente diversi dai miei.»
 
Questa esperienza potrebbe influenzare le tue scelte?
«Il discorso sarebbe molto lungo…le mie idee sono ancora confuse, ma posso dire che la carriera diplomatica, dopo questo viaggio, è entrata a pieno merito nella lista delle ipotesi per il mio futuro, anche se so che il percorso è lungo e complesso.»
 
A settembre inizierai a frequentare l’ultimo anno del Liceo Classico: l’esperienza americana potrà essere condivisa con compagne e compagni di classe?
«Certo! I professori saranno probabilmente incuriositi e interessati, ma spero che ne parleremo anche tra noi compagni.»
 
Avresti cambiato qualcosa nell’organizzazione del Corso? Sei rimasto soddisfatto?
«Incomincio dicendo che l’esperienza mi è piaciuta sotto tutti gli aspetti ma, se proprio si vuole cercare il pelo nell’uovo, devo dire che i giri della città sono stati forse eccessivamente stancanti e che mi ha deluso un po’ il fatto che le sessioni non si siano svolte nel Palazzo di Vetro come è successo gli anni scorsi.»
 
Qui si conclude il racconto di Luca Bruschetti, che per dieci giorni ha vissuto nel mondo della Diplomazia a New York, ha conosciuto coetanei e adulti provenienti da tutto il globo, ha indossato diligentemente giacca, camicia e cravatta, ha cominciato a pensare al suo futuro con un bagaglio sicuramente più ampio…
Buona fortuna, Luca!

Luciana Grillo