Al Muse: AAA - Occhio alle rondini!
Torna il progetto di citizen science dedicato alla rondine comune
Ph. Pietro Cappelletti.
Anche se meno numerose di un tempo, le rondini sono tornate ad animare i cieli con i loro voli rapidi e acrobatici.
Dopo aver trascorso i mesi invernali nei Paesi dell’Africa equatoriale, sono ora pronte per risistemare i loro nidi e dar così avvio alla stagione riproduttiva.
Il MUSE - Museo delle Scienze di Trento, e la LIPU Sezione di Trento invitano cittadine e cittadini a partecipare attivamente al censimento delle colonie, segnalando l’avvistamento di rondini nei pressi dei nidi, per aggiornare le informazioni disponibili, conoscere meglio la distribuzione dei siti di nidificazione e documentare le possibili minacce per la loro conservazione.
Per nulla spaventata dalla vicinanza con l’uomo, la rondine è un uccello estremamente facile da riconoscere e osservare: lunga coda biforcuta, ventre bianco crema, fronte e sottogola rosso mattone e un collarino a mo’ di bavaglio sulla stessa tonalità blu scuro del piumaggio del dorso.
I loro nidi possono essere collocati sulle case, sui tetti di stalle, edifici di campagna, ponti e garage e consistono in una coppa in fango e paglia, minuziosamente allestita in due settimane di lavoro.
Anche se è facilmente osservabile, la rondine è anche una specie che - da tempo - attraversa una difficile fase di declino in tutte le sue popolazioni.
A livello Europeo si stima una perdita del 25% in poco più di 10 anni, ma per alcune aree del nord Italia, nello stesso periodo, il crollo è stato addirittura del 56%.
Le cause di questo andamento sono molteplici: la banalizzazione del paesaggio agricolo, la modernizzazione delle tecniche di allevamento, le modifiche strutturali agli immobili e - non ultimi - i cambiamenti climatici.
«La diminuzione delle rondini non ha risparmiato nemmeno il territorio della provincia di Trento, – spiega Paolo Pedrini, ornitologo del MUSE. – Nella nostra provincia il quadro conoscitivo sulla sua distribuzione non è del tutto completo.
«Oltre ad alcuni siti storici, noti ai ricercatori, è facile immaginare che molti altri nidi siano sparsi in Trentino. «È proprio per questo motivo che è importante attivare una rete capillare di osservazione, che possa rilevare la loro presenza sul territorio. Un’operazione che grazie al contributo della popolazione può diventare davvero importante.»
Per contribuire è sufficiente scaricare gratuitamente la APP iNaturalist sul proprio smartphone e caricare le proprie osservazioni seguendo il progetto Rondini&Co.
In caso di difficoltà, il MUSE mette a disposizione sul proprio canale Youtube anche due video tutorial per imparare a utilizzare l’App.