Non ci sono ritardi sul Pnrr, il lavoro complesso prosegue
Il Ministro Raffaele Fitto interviene nel dibattito in merito ai ritardi del Pnrr e parla di polemiche surreali
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«Una polemica politica in alcuni casi dimensione surreale».
Così il Ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto, è intervenuto al Festival dell'Economia nel panel intitolato«Come cambia il Pnrr, a partire da energia e fondi di coesione».
Nella sala della Filarmonica di Trento il Ministro ha affermato come non esista nessun ritardo, che solo quattro paesi abbiano presentato domanda di modifica del Pnrr, e che il Governo è al lavoro per modificare il Piano alla luce degli ultimi fatti di cronaca, ragionando in vista del 2026.
Incalzato dalle domande della giornalista de Il Sole 24 Ore Manuela Perrone, Fitto ha rassicurato sulla necessità di apporre modifiche al Pnrr alla luce degli avvenimenti internazionale: «Il regolamento europeo - ha affermato - indica che il Pnrr per ragioni oggettive può essere cambiato. Chi lo ha redatto non immaginava che di lì a poco ci sarebbero stati degli eventi eccezionali come la guerra, uno stravolgimento dei costi energetici, un cambio di dinamica geopolitica a livello internazionale e l’inflazione, solo per citarne alcuni. Penso sia singolare che si parli di ritardi e le polemiche a volte assumono dimensioni surreali. Al contrario è in atto un lavoro complesso che sta andando avanti perché il nostro è il più grande Pnrr (190 miliardi di euro) e per dare un’idea della differenza con gli altri paesi europei, il secondo Piano più grande è quello della Spagna che vale 69 miliardi di euro».
Fitto non vuole quindi sentir parlare né di ritardi né di allarmi dalla Commissione Europea: «Da regolamento - ha proseguito il Ministro - il termine per la revisione del Piano è il 31 agosto. Siamo nei termini, il piano prevede la conclusione degli interventi per giugno 2026, che non è così lontano e quindi bisogna andare veloci ma non di fretta, perché l’obiettivo è fare le cose fatte bene. Allo stesso modo non ho rilevato alcun allarmismo dalle raccomandazioni della Commissione Europea: in tema di attuazione a tal proposito ricordo che sinora solo 4 paesi hanno presentato domanda di modifica; le altre raccomandazioni riguardano il coordinamento tra Pnrr e le risorse della coesione e il rafforzamento della governance, soprattutto a livello territoriale, e su questi due punti c’è coerenza con l’azione del Governo. Penso che la relazione semestrale sarà l’occasione per fornire una fotografia dettagliata della situazione».