Gli «staleri» in Festa per il loro patrono S. Antonio Abate

Nella Chiesa dei Padri Francescani a Pergine Valsugana gli allevatori dell’Alta Valsugana e Valle dei Mocheni onortano il proprio patrono

>
Grande partecipazione di allevatori e allevatrici, (oltre cinquanta) è stata quella di: martedì, 17 gennaio 2023, presso la Chiesa dei Padri Francescani a Pergine. Dopo due anni di rinvio, a causa della pandemia, gli allevatori dell’Alta Valsugana e Valle dei Mocheni, con il loro Presidente Flavio Sighel, si sono incontrati per una preghiera collettiva, nel giorno del loro Santo protettore: S. Antonio Abate. La messa è stata officiata da Fra Giuseppe Bortolotti originario di Rizzolaga di Pinè, missionario da quarant’anni a Lima in Perù e arrivato nel suo Trentino per curare i piccoli «malanni» dei suoi straordinari ott’anni portati con l’energia e la volontà di chi fa della propria vita un dono da offrire al prossimo: bisognosi, ammalati, dimenticati.
 
Una celebrazione davvero singolare quella di Fra Giuseppe, accompagnato, nella rispettosa presenza di Fra Gianluigi.
Oltre i testi del libro liturgico, nella lingua italiana, i suoi personali interventi, sono stati volutamente enunciati in dialetto «pinetano». Lingua, come ha voluto spiegare Fra Giuseppe, «che mi è stata insegnata dai miei genitori e ciò che dalle nostre radici abbiamo imparato va tenuto ben saldo a noi stessi con fede ed orgoglio». «Il dialetto è la lingua del popolo», ha inoltre sottolineato, «la lingua dai sapori e profumi veri, delle mani nella terra, delle schiene arcate e le notti a vegliate le vacche nel parto». «Spero di essere compreso da tutti i presenti,» ha ironizzato Fra Giuseppe.
 
Una cerimonia dal respiro autentico, genuino, fatto di vicinanza e bene verso la comunità ma, soprattutto di condivisione della tradizione contadina che all’oggi, va piano piano scomparendo. Nell’omelia, Fra Giuseppe, ha raccontato dei piccoli aneddoti che nella generosità espressiva del dialetto più volte ha fatto sorridere tutti i presenti.
Una fra tutte: la questua del fieno. Perché tiene un mulo, gli è stato chiesto dall’incaricato, «per il fieno» rispose spontaneo Fra Giuseppe, e perché fa richiesta di fieno? «Per il mulo», schiettamente rispose.
 
Verso la conclusione della Santa Messa, Fernanda Beozzo, da sempre appassionata al mondo zootecnico e contadino è intervenuta con una sua riflessione dedicata agli allevatori, evidenziando e incoraggiando gli stessi a reggere questo momento di grande difficoltà, a crederci, a lottare per la loro attività e passione, anche se molti di loro sono stati, tristemente, costretti a chiudere la stalla. Un pensiero di stima e affetto, ha continuato Fernanda Beozzo lo vogliamo rivolgere agli allevatori che negli ultimi anni ci hanno lasciato e in particolare Primo Pintarelli, figura importante per il mondo zootecnico e non solo, controllore stimato e apprezzato da tutti e che sempre e rimasto nei nostri cuori.
 
Prima di concludere la celebrazione, Fra Giuseppe ha invitato i fedeli a visitare il presepe, in esposizione permanente, allestito in uno spazio vetrato all’interno della chiesa.
Presepe, in rappresentanza di tutte le stalle dell’Alto Fersina ricordando che; il Figlio di Dio è nato in una stalla e i suoi primi amici sono stati: «i staleri». (Persone addette alla stalla in tutte le loro mansioni, per la buona gestione e benessere degli animali).
«Ricordiamoci, che gli animali insieme alla natura danno Gloria a Dio».
«Sono orgoglioso ma anche emozionato,» ha proseguito Fra Giuseppe «di essere qui fra voi e di avervi stretto le vostre mani, ruvide e callose ma che mi hanno trasmesso: fatica, passione e storia; la vostra».
 
La benedizione del sale, insieme a quella degli allevatori è stato l’ultimo atto della celebrazione eucaristica.
La Festa di S. Antonio Abate si è conclusa con un pranzo conviviale in un clima allegro e spensierato
perché la semplicità e spontaneità degli allevatori sanno rendere un incontro un momento davvero speciale.