Ora è arrivato «il mal bianco» del melo – Di Alberto Pattini

Le avverse condizioni atmosferiche stanno mettendo a dura prova la frutticoltura: dopo la ticchiolatura ora il mal bianco sta creando danni

La situazione meteorologica con continue piogge e alta umidità e successivamente brevi periodi di sole del mese di aprile e maggio ha determinato le condizioni ideali per il proliferare di malattie fungine, nonostante i frutticoltori trentini abbiano effettuato un'adeguata profilassi preventiva coordinata dall'Istituto Agrario di San Michele.
I viticoltori per il momento possono stare tranquilli, infatti non si registrano per il momento patologie in atto dovute al mal bianco o alla peronospera.
 
La settimana scorsa abbiamo scritto dell'infezione della ticchiolatura del melo, ora in questi giorni stiamo subendo un altro attacco fungino denominato mal bianco che ha colpito germogli e foglie.
L’agente fungino responsabile di questa malattia, che può interessare anche la vite oltre agli ortaggi oppure il pero e il cotogno sia pur raramente, è la «podosphaera leucotricha», che completa il suo ciclo biologico nella forma agamica di «oidium farinosum».
 
I sintomi dell’infezione del mal bianco o oidio si ritrovano più frequentemente sulle foglie e sui germogli, anche se questa malattia non risparmia neppure fiori e frutti.
Le foglie colpite si riconoscono facilmente in quanto appaiono molto spesso ricoperte da una polvere bianco-grigiastra.
Nelle prime fasi dell’infezione questo rivestimento può risultare difficilmente rilevabile in quanto molto trasparente e aderente ai tessuti dell’ospite; in un secondo tempo, ad infezione più avanzata, il micelio biancastro è così sviluppato da costituire una sorta di ragnatela farinosa.
 
Quando la malattia interessa foglie completamente sviluppate, il lembo fogliare colpito appare deformato ed imbrunito.
I germogli oidiati, oltre a ricoprirsi della caratteristica muffetta bianca, si presentano deformati e con numerose foglioline piccole e contorte.
I sintomi sui frutti sono poco evidenti e consistono in alterazioni della forma, dimensione e rugginosità superficiale.
In caso di attacchi massicci, gli alberi già nei mesi estivi presentano molti rametti defogliati e gran parte delle foglie colpite da infezione primaria appaiono completamente secche.
 
La diffusione di questo fungo varia nei diversi ambienti ed è strettamente correlata all’andamento climatico; la temperatura ottimale per la formazione e la germinazione dei conidi è compresa tra 19 e 23 °C, tuttavia le infezioni possono aver luogo anche tra 4 e 30 °C.
Al di sopra dei 33 °C i conidi vengono devitalizzati. La durata del periodo di incubazione passa progressivamente da 5 a 10 giorni con temperature variabili da 12 a 22 °C.
 
L’intensità dell’infezione di mal bianco varia sensibilmente nell’ambito delle diverse cultivar.
Quelle maggiormente suscettibili sono «Jonathan», «Jona-gold», «Imperatore», «Jerseymac», «Jonamac», «Mc Intosh», «Summered», «Gravenstein», «Granny Smith».
Molto meno recettive le cultivar del gruppo «Red Delicious».
 
Con questa malattia è opportuno eliminare i germogli colpiti per ridurre l'inoculo in campo ed attuare una strategia di difesa chimica volta a ridurre al minimo l’incidenza delle infezioni secondarie e a salvaguardare la produzione in pianta.
 
Alberto Pattini
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