Minori e pericoli nel web: che fare – Di G. Maiolo, psicoanalista

È necessario diventare genitori competenti e affidabili perché i figli sappiano di poter contare su di loro se sono turbati da qualcosa che hanno trovato in rete

La pandemia non ha messo in quarantena i pericoli della rete. Anzi. I rischi sono cresciuti così come è aumentata notevolmente la frequentazione dei social da parte dei minori.
WhtasApp, Telegram e altre chat sono, ad esempio, diventate il teatro sempre più ricco di situazioni pericolose e il luogo dove fenomeni come il sexting e le molestie verbali abbondano. Con la Didattica a distanza ci sono state intrusioni nelle lezioni online e invio di video osceni.
La situazione è preoccupante, soprattutto perché adesso l’attività online autorizzata si sviluppa all’interno delle camerette dei ragazzi dove di giorno e di notte, computer e strumenti digitali sono sempre in funzione.
I minori navigano per tempi lunghi, giocano con altri bambini e adolescenti, condividono link e post apparentemente giocosi, ma in realtà pericolosi.
 
Spesso sono immagini e video finalizzati all’adescamento o alla diffusione di materiale pedopornografico.
Servono a propagandare siti che istigano a praticare comportamenti strani e «giochi» o diete estreme.
Conosciamo ormai i siti ProAna (Pro Anoressia) e ProMia (Pro Bulimia) o Pro-suicidio in cui si incoraggiano e si giustificano azioni pericolose.
Occorre aumentare il controllo da parte degli adulti di riferimento e che i genitori siano più competenti da un punto di vista tecnologico e per ciò che attiene la sicurezza.
Serve che essi sappiano tenere aperto il canale del dialogo per quello che riguarda internet e approfondiscano la funzione positiva della rete.
 
Parlare di quello che oggi possiamo fare grazie al web sia per il lavoro che per la crescita culturale, il divertimento e lo sviluppo individuale è utile quanto però necessario far conoscere i pericoli della rete.
Così è importante dire ai figli delle preoccupazioni che si devono avere e dei rischi che si corrono in fatto di privacy.
Gli adulti di riferimento dovrebbero porre grande attenzione agli interessi dei figli fanno in rete quando navigano da soli nella loro camera.
Vuol dire allora non solo attivare strumenti utili come il Parental Control, quanto piuttosto conoscere cosa amano del web.
Vuol dire aiutarli a conoscere il mondo virtuale navigando insieme a loro fin da quando sono piccoli e prestare attenzione a come si comportano. Ma è bene ricordare che oggi si cresce in fretta e che gli interessi cambiano velocemente.
 
In famiglia è bene che si parli regolarmente di quello che si fa e che si può fare in rete, ma è fondamentale che madri e padri sappiano dare indicazioni chiare e precise su attività pericolose come l’adescamento il sexting e i comportamenti sessuali.
Fondamentale, seppur con flessibilità, è concordare regole precise riguardo all’uso di Internet e al tempo di utilizzo di chat e social.
Ma più di tutto è necessario diventare genitori competenti e affidabili perché i figli sappiano di poter contare su di loro se sono turbati da qualcosa che hanno trovato in rete.

Giuseppe Maiolo - Docente di Psicologia delle età della vita
Università di Trento - www.iovivobene.it