Lunedì 30 settembre Trump potrebbe imporre i dazi all’Europa

Tra i prodotti penalizzati dell’export italiano alimentari per un valore di 4 miliardi

Con ogni probabilità lunedì 30 settembre il presidente degli Stati Uniti deciderà di applicare i dazi nei confronti dei prodotti di importazione europea.
Con la sua politica di «America First» crede di favorire i mercati statunitensi imponendo tasse sui beni importati che possono essere prodotti in America.
È un errore madornale, perché non farebbe altro che innescare una guerra vera e propria, con la UE che si troverebbe costretta a fare la stessa cosa con i prodotti di importazione dagli USA.
E, come accade nelle guerre, a rimetterci sarebbero i poveri diavoli, perché i dazi non fanno altro che aumentare i prezzi al consumo da entrambe le parti.
 
A livello europeo i prodotti più colpiti saranno gli aerei della Airbus, per cui da parte europea si provvederà a ripagare gli USA con la stessa moneta sulla Boeing.
Se è immaginabile che chi acquista una macchina di lusso può permettersi di pagare ulteriori balzelli, per i prodotti di largo consumo il discorso è diverso.
Tra questi possiamo elencare una buona quantità di prodotti agro alimentari, come il prosecco che ha appena battuto lo champagne in termini di fatturato proprio grazie all’export.
Ma ci sono altri prodotti nobili come la pasta e il parmigiano. E qui il pericolo è che gli USA si mettano a produrre loro pasta e formaggi italiani chiamandoli spudoratamente come in Italia e con tanto di bandiera tricolore.
 
In USA è praticamente impossibile impedire la produzione taroccata di beni con marchio di prodotto, basti pensare che chiamano il loro imbevibile spumante champagne, in barba alle innumerevoli iniziative contrarie attivate dalla Francia.
Il pericolo dunque, oltre che commerciale (si parla di 4 miliardi di export), sarebbe in termini di immagine con lo svilimento dei preziosi prodotti italiani.
Tutto questo fa pensare a un futuro fosco nel rapporto tra i due paesi affacciano sull’oceano Atlantico. 
Non esclusa una possibile recessione in entrambi i paesi, generata dall'incompetenza di Trump che in questa maniera crede di fare gli interessi degli USA.