Le Mamme di ieri e di oggi – Di Nadia Clementi

Il dottor Dino Pedrotti ci descrive le trasformazioni del modo di vivere la maternità

Il dottor Dino Pedrotti.

La figura della madre ha sempre avuto un ruolo centrale nella società, attraversando epoche, culture e cambiamenti sociali.
Seppur l'amore materno rimanga immutabile nel tempo, il modo di vivere la maternità ha subito profonde trasformazioni.
In questo articolo esploreremo le differenze, ma anche i punti di contatto, tra le mamme di ieri e le mamme di oggi.
Le mamme del passato, spesso ritratte come figure forti e dedite, incarnavano un modello di maternità profondamente legato alla tradizione.
Il loro ruolo principale era quello di prendersi cura della casa e dei figli, mentre gli uomini erano responsabili del sostentamento economico della famiglia.
In molte famiglie, la madre era vista come il pilastro domestico. Preparava i pasti, si occupava delle faccende domestiche e gestiva l'educazione dei figli, il tutto con una costante attenzione al benessere familiare.
 
Il sacrificio personale era la norma: le ambizioni personali o lavorative erano spesso messe da parte a favore della crescita dei figli e del mantenimento della casa.
L'educazione era basata su valori tradizionali come il rispetto per gli anziani, l'obbedienza e la disciplina.
La madre aveva il compito di trasmettere queste virtù, spesso con regole severe ma sempre con amore.
L'idea di essere «buona madre» coincideva con quella di essere presente in ogni momento della vita dei figli, a volte con un controllo vigile e costante.
Le mamme di ieri godevano di un forte senso di comunità. Spesso vivevano vicino ai propri genitori e parenti, ricevendo supporto da una rete familiare allargata.
Era comune che le donne si aiutassero tra loro, scambiandosi consigli e condividendo il carico delle responsabilità familiari.
 


Le mamme di oggi: tra lavoro e famiglia.
Le mamme di oggi affrontano la maternità in un contesto profondamente diverso, segnato da cambiamenti sociali, economici e culturali.
Le donne sono chiamate a bilanciare il ruolo di madre con quello di lavoratrice, in una società che offre nuove opportunità ma che richiede anche un impegno costante.
Oggi, molte mamme lavorano fuori casa, cercando di conciliare la carriera con la vita familiare.
Questo ha portato a una ridefinizione dei ruoli all'interno della famiglia: i padri partecipano più attivamente alla gestione della casa e dei figli, rompendo lo schema tradizionale.
Tuttavia, questa doppia responsabilità comporta per le mamme una sfida continua: il cosiddetto «carico mentale», ovvero la gestione invisibile di tutte le attività legate alla famiglia e alla casa.
 
Se in passato l'educazione era spesso rigida, oggi le mamme tendono ad adottare un approccio più flessibile.
L'accento viene posto sul dialogo e sulla comprensione delle emozioni dei figli. Le mamme moderne sono più inclini a cercare un equilibrio tra disciplina e libertà, cercando di favorire l'autonomia e la creatività dei bambini.
Tuttavia, questo nuovo modello richiede tempo e pazienza, rendendo ancora più complicata la gestione della vita familiare.
La tecnologia ha cambiato profondamente il modo in cui le mamme di oggi vivono la maternità. smartphone, social network e piattaforme digitali offrono alle mamme moderne strumenti per restare connesse con il mondo, ricevere supporto e condividere esperienze.
Tuttavia, la tecnologia pone anche nuove sfide: l'uso eccessivo di dispositivi da parte dei figli, l'esposizione ai social media e le pressioni esterne possono creare un senso di inadeguatezza o di confronto costante con modelli irrealistici di perfezione materna.
 

Il dottor Pedrotti con Anjes.
 
Se le mamme di ieri potevano contare su una rete familiare più solida, le mamme di oggi a volte si trovano isolate.
La mobilità moderna, con famiglie spesso lontane e reti di sostegno meno immediate, può portare a un senso di solitudine.
In risposta a questo, molte mamme trovano comunità virtuali dove condividere le loro esperienze, cercando conforto e consiglio da altre donne nella stessa situazione.
Nonostante le differenze, c'è qualcosa che unisce le mamme di ieri e quelle di oggi: l'amore incondizionato per i propri figli.
Che si tratti di preparare il pranzo per la famiglia o di aiutare un figlio con i compiti dopo una lunga giornata di lavoro, l'essenza della maternità rimane la stessa.
L'amore materno è una forza costante che resiste al passare del tempo e ai cambiamenti della società.

Anjes una giovane mamma che racconta nel suo libro come ha salvato la vita alla sua creatura che pesava appena 660 grammi un vero esempio di Amore per la vita.

Le mamme di ieri erano custodi di una tradizione familiare che oggi appare molto diversa.
Le mamme di oggi si trovano a navigare tra mille ruoli, cercando di bilanciare ambizioni personali e familiari.
Non esiste un «modello perfetto» di maternità: ogni epoca e ogni madre affrontano sfide diverse. Tuttavia, il cuore della maternità rimane sempre lo stesso: amore, dedizione e il desiderio di vedere i propri figli crescere felici e realizzati.
Su questo tema, abbiamo consultato il dottor Dino Pedrotti, rinomato neonatologo che ha trasformato la neonatologia e la pediatria non solo in Trentino.
Nonostante i suoi 92 anni e una carriera interamente dedicata ai bambini, continua a impegnarsi attivamente nella sua associazione, «Amici della Neonatologia Trentina», ed è affettuosamente ricordato come il «mammologo» da molte madri che hanno condiviso con lui momenti indimenticabili. 

Dottor Pedrotti, secondo la sua esperienza, quali sono i principali cambiamenti che ha osservato nel modo in cui le mamme di oggi affrontano la cura e lo sviluppo del neonato rispetto alle mamme di una volta?
«Semplice la risposta: le decisioni su come essere mamma possono essere orientate all’Avere/Apparire (voglio un figlio-oggetto) o all’Essere (un figlio, possibile protagonista di pace e benessere futuri). Più che cambiamenti sull’argomento, direi che negli ultimi decenni c’è stata una rivoluzione del ruolo femminile e materno, in una nuova cultura della famiglia… La scienza, come vedremo, ha dato ancora più responsabilità alle mamme del Duemila.
«La prima decisione consapevole riguarda la scelta se diventare o no mamma. Nel 1957 la scienza fornì la famosa pillola (liberalizzata dopo il ’68, con le scelte dei giovani al libero amore). E subito, dal 1965, dopo un baby boom di 8.000 nati in Trentino registrammo in vent’anni un dimezzamento della natalità! I nati risalirono poi a oltre 5.000 (da genitori nati nel baby boom) e ora, dopo altra generazione, siamo scesi sotto i 4.000, con solo 1,2 figli per coppia.
«Così, tra 10-15 anni, tanti baby-boomers 60enni avranno solo metà lavoratori che pagano le loro pensioni! Sarà obbligatorio accettare più migranti e dare a loro formazione… Vedremo… Vedrete!»
 

Un bambino di pochi etti nella mano del dottor Pedrotti con la bocca aperta che dice aiutami, come se fossi tuo figlio.

«Dal ’68 in poi le donne rivendicano sempre più diritti a occupare posti di responsabilità. E un figlio è ovviamente un ostacolo alla carriera. Se lo si fa, si vuole tornare presto al lavoro (qualche volta si deve…), per cui si chiede un numero sempre maggiore di Nidi.
«E questa è altra fonte di ansia. Essere mamma è un’esperienza formativa unica nella vita. Si deve/si dovrebbe mettere al primo posto l’interesse femminile di scoprire il più vero Amore, insegnato dal più debole essere umano.
«L’epigenetica documentò un decennio fa che il DNA di un figlio si modifica già in gravidanza, per cui stress o malattie o ormoni di felicità influenzano mutazioni di geni in senso positivo o negativo.
«Questo fa aumentare le responsabilità di una mamma in gravidanza, che è sì al servizio di un figlio secondo natura (come ogni mammifera), ma fa maturare anche il suo essere donna. I nuovi ormoni indotti dal figlio le fanno vivere un’esperienza unica di Amore umano donativo naturale.
 
Il libro del dottor Pedrotti.

«Personalmente, da neonatologo, ho intercettato migliaia di mamme stressate da una nascita prematura a 5-6 mesi. Depresse, perché ferite in questo loro nuovo Amore, devono essere curate col figlio di mezzo chilo, devono poterlo accarezzare, sentirsi accarezzate dal personale e sostenute da medici che dialogano con loro e le informano su tutto, presente e futuro.
«Devono dare il loro latte, curate da neonatologi-mammologi (così mi dissero). Così noi a Trento, già 50 anni fa. Molte mi scrissero: noi guarimmo col bambino, e fu una scuola di vita, di Amore
«Questo vero Amore donativo materno (lo scrivo con la A maiuscola) è naturale, indotto dal DNA dei mammiferi. Anche mamma scimpanzé si dedica ad allattare il figlio, ma solo fino alla sua autonomia: poi il figlio seguirà padre e capibranco.»
 
«Fu la cultura dei primi villaggi umani che permise alle mamme di stare a casa anche per anni, curando ed educando all’Amore i figli autonomi (questo Amore materno umano fu esaltato già da Omero!).
«E Gesù 2000 anni fa disse giustamente che dobbiamo farci Bambini, per imparare dal Bambino il vero Amore. Una mamma deve poter coltivare anche dopo lo svezzamento questo sentimento, che si oppone all’amore possessivo paternalista (che orienta a dominare, alla guerra).
«Solo una mamma ricca di questo vero Amore può educare poi i figli al volontariato, alla generosità, al pacifismo, ad essere samaritani.
«Il samaritano del Vangelo non si convertì quando vide un suo nemico mezzo morto: scese, lo curò, risalì con lui e lo portò al sicuro… Merito di sua madre…»

Nadia Clementi - [email protected]
Dino Pedrotti - [email protected]
http://www.neonatologiatrentina.it/neonatologia/tag/dino-pedrotti/

Dai corsi pre-nascita, durante i ricoveri e poi dai pediatri di famiglia si devono fornire aggiornamenti su come «dialogare col figlio», ovviamente con le basilari informazioni sulla sua salute. Non solo figli «sani», ma anche «felici».
 
«Bambini sani e felici» (300 risposte a 100 domande), venne distribuito e commentato in 70.000 copie in trent’anni da ANT, Associazione di Genitori di neonati trentini ricoverati, tuttora attiva.
Su questi argomenti dialogammo per trent’anni in ogni ospedale e in ogni vallata sulla base di questo libro, ricordato da tante mamme che incontro (in media una al giorno…).

La parte della «felicità» è ancora validissima (anche la maggior parte che riguarda la salute).
 
Tutti coloro che lo desiderano possono richiederne gratis anche più copie presso ANT – Amici della Neonatologia Trentina via Gerola 13 (segreteria 0461.082771