Felicetti, sostenibili da sempre
Primo bilancio di sostenibilità per il pastificio trentino, che ha fatto del rispetto dell’ambiente e dell’integrazione con il territorio il proprio elemento distintivo
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Cosa significa produrre in maniera responsabile in un contesto ambientale di straordinaria bellezza e allo stesso tempo di grande fragilità? È la domanda cui Felicetti ha cercato di dare risposta con la pubblicazione del suo primo bilancio di sostenibilità, relativo all’anno 2022. Ma è anche l’impegno che il Pastificio ha assunto sin dalla fondazione, scegliendo di mantenere la produzione in un ecosistema ambientale unico – la Val di Fiemme – presto divenuto un elemento distintivo da proteggere.
Il report raccoglie per la prima volta tutti i numeri di un’azienda sostenibile da sempre: dalla scelta delle materie prime all’impegno nel biologico, dall’utilizzo di fonti rinnovabili al nuovo pack progettato per ridurre l’impatto ambientale, dalle iniziative per la promozione del benessere al sostegno allo sport.
«Il profondo rispetto per il territorio dove operiamo nasce insieme all’azienda, quando nel 1908 il mio bisnonno Valentino decise di trasformare la durezza della montagna in un’opportunità, cominciando a produrre pasta con acqua di sorgente e aria d’alta quota – commenta Riccardo Felicetti, ad del Pastificio – La nostra consapevolezza circa l’importanza di preservare l’ambiente e la comunità di cui siamo parte affonda le radici in quella scelta, che rappresenta la nostra identità e ci ha condotto fin qui. Era tempo però che Felicetti si aprisse all’esterno, raccontando i propri sforzi con parametri misurabili e confrontabili. Redigere il bilancio di sostenibilità per noi significa questo: la possibilità di condividere con i nostri stakeholders chi siamo e dove vogliamo andare, aprendoci al dialogo con altre realtà. Perché solo così si cresce e si diventa migliori».
Le materie prime e l’impegno per il biologico
Il 100% della semola di grano duro impiegata per il marchio Felicetti da scaffale è di origine italiana (ad eccezione delle linee Khorasan Kamut®).
Da quasi trent’anni, inoltre, il biologico rappresenta uno dei metodi di lavoro privilegiati, condiviso con una filiera che pratica l’esclusione dei fertilizzanti chimici e l’uso responsabile di terreni e risorse, per contrastare il depauperamento dell’ambiente. Il Pastificio è oggi riconosciuto come uno dei maggiori player italiani di pasta secca biologica, certificata CCPB Srl (Consorzio per il controllo dei prodotti biologici).
L’origine della materia prima e la massima qualità del prodotto sono assicurate da accordi di filiera che prevedono volumi e prezzi prefissati, al fine di fornire garanzie sulla futura vendita alla parte agricola, ma anche da protocolli di assicurazione qualità che interessano tutte le fasi della produzione e alimentano rigide procedure di autocontrollo, anche in relazione alle certificazioni ottenute e continuamente rinnovate (BRCGS e IFS).
Consumi energetici e carbon footprint
La riduzione degli impatti sull’ambiente rappresenta per Felicetti un obiettivo prioritario, che comporta la continua ricerca del miglioramento dei processi e un impegno costante per l’innovazione degli impianti, al fine di minimizzare le emissioni e i consumi energetici, incrementando l’utilizzo di fonti rinnovabili.
I risultati di questa tensione non si sono fatti attendere: nel 2022, a fronte di un incremento della produzione del 29%, Felicetti è riuscita a ridurre del 10% la propria intensità energetica (da 4,1 nel 2021 a 3,7 nel 2022 – GJ/ton. di pasta prodotta) e del 6% la propria intensità emissiva (0,18 nel 2021 vs. 0,17 nel 2022 – tCO2/ton. di pasta).
Complessivamente il Pastificio utilizza una quota di energia autoprodotta pari al 20%. Da menzionare in questo senso il nuovo stabilimento di Molina, un gioiello industriale fortemente improntato alla sostenibilità energetica perché alimentato da un impianto di trigenerazione progettato per coprirne l’intero fabbisogno, anche in caso di futuro potenziamento della capacità produttiva.
Gestione dei rifiuti e imballaggi
Da anni Felicetti considera l’implementazione di pratiche circolari uno dei driver della propria attività. Un’attenzione che si traduce non solo in un’accorta gestione dei rifiuti generati dai processi industriali – 100% è la quota di rifiuti non pericolosi avviati a recupero negli ultimi due anni – ma anche nello sviluppo di packaging riciclabili. Per questo l’azienda ha progettato un nuovo incarto monomateriale interamente riciclabile, realizzato in carta di cellulosa certificata Pefc proveniente da foreste gestite responsabilmente. Un’analisi Lca (Life cycle assessment) commissionata all’Università di Trento ha evidenziato che il pacchetto di carta riduce in maniera consistente gli impatti ambientali per le due fondamentali categorie di indicatori: -30% potenziale di riscaldamento globale (GWP), -55% esaurimento di risorse abiotiche fossili.
Nel 2022 il Pastificio ha raggiunto il 25% di pasta confezionata in carta sul totale della produzione, con un risparmio di 70 tonnellate di CO2 immessa nell’ambiente. Obiettivi per il futuro: superare il 50% dei pack in carta e continuare a ricercare materiali innovativi, stabili e performanti che possano essere smaltiti direttamente nell’organico, così da eliminare un’ulteriore percentuale di plastica a favore di materiali compostabili.
Va in direzione della circolarità anche l’accordo per la cessione a titolo gratuito dei residui dell’impasto al biodigestore di Predazzo per la produzione di biogas destinato al teleriscaldamento e di biodigestato per la concimazione dei campi. Il progetto consentirà di trasformare in risorsa le rimanenze del processo di trafilatura, segnando una tappa fondamentale nel processo di creazione di una comunità energetica a carattere territoriale.
Felicetti per le persone e la comunità
Nel corso degli anni il Pastificio ha mantenuto una forte connessione con il territorio in cui opera e ha sempre inteso la dimensione sociale, tanto interna quanto esterna, come uno dei capisaldi delle proprie strategie di Csr, tanto da essere inserita da Forbes tra le 100 imprese più sostenibili d’Italia per «aver correttamente interpretato il ruolo sociale dell’azienda nei confronti degli stakeholder e del territorio».
Il legame con la comunità si è espresso non solo attraverso importanti iniziative benefiche – sono oltre 18.000 i kg di pasta donati ad associazioni umanitarie nel corso degli ultimi tre anni –, ma anche nell’impegno continuo per la promozione di una corretta nutrizione e per la valorizzazione del patrimonio agroalimentare ed enogastronomico italiano, in partnership con l’associazione Ambasciatori del Gusto, con la Scuola di Alta formazione Gastronomica In Cibum e con la Fondazione Gualtiero Marchesi.
Di particolare rilevanza anche la collaborazione con gli chef ambassador Norbert Niederkofler (3 stelle Michelin) e Alessandro Gilmozzi (1 stella Michelin) per la promozione di una cucina che rispetti l’ambiente e gli ecosistemi, fondata sulla riscoperta del locale, sulla tutela della biodiversità, sulla diffusione di prodotti biologici e a km 0 e sul vivere lento seguendo la stagionalità.
Felicetti per lo sport
La passione per lo sport a 360 gradi – professionale, ludico-amatoriale, di condivisione o in solitaria – fa parte del dna di Felicetti, che da anni sponsorizza diverse discipline, dallo sci al basket, dal biathlon al tennis, tifando con orgoglio i propri campioni.
Con il team di atleti «Passione per i primi», l’azienda trentina ha unito il proprio nome a quello di tantissime stelle: Lisa Vittozzi e Tommaso Giacomel (biathlon), Omar Visintin e Mirko Felicetti (snowboard), Nadia Battocletti (mezzofondo), Melania Delai (tennis), Alessandro Pittin (combinata nordica), Gianluca Pozzatti (triathlon) e Simone Daprá (sci di fondo).
Il Pastificio è inoltre sponsor della squadra Aquila Basket di Trento e sponsor tecnico della Marcialonga – la più prestigiosa competizione di sci di fondo su grandi distanze in Italia – e ha di recente siglato una partnership biennale con Fidal, Federazione italiana di atletica leggera.