Preso in Belgio, ferito ma vivo, l’assassino degli attentati di Parigi

La vergogna dell’ostilità della gente del quartiere dove è stato catturato nei confronti della polizia e dei giornalisti

Alla fine è stato catturato anche lui, Abdeslam Salah, uno degli artefici degli attentati di Parigi che lo scorso 13 novembre avevano provocato la morte di 126 persone.
La sua latitanza è durata quattro mesi, ma alla fine è stato preso grazie a un blitz attuato dalle forze di polizia belghe che hanno fatto irruzione nell’abitazione dove viveva l'assassino, nel quartiere di Molenbeek a Bruxelles.
Nel conflitto a fuoco il ricercato è stato ferito a una gamba. Purtroppo è rimasto ferito anche un poliziotto. Con lui sono state fatte prigioniere altre quattro persone, di cui almeno uno è stato suo complice negli attentati.
È evidente che il quartiere di Molenbeek, abitato prevalentemente da immigrati, ha coperto il bandito latitante. La polizia belga infatti era arrivata più volte a due passi dalla sua cattura, per poi vederselo sfuggire tra le mani all’ultimo momento grazie a qualche soffiata.
Non solo, al momento dell’operazione, la gente che abita nella stessa via di Salah ha dimostrato una forte ostilità nei confronti della polizia e dei giornalisti.
«Andatevene, qui non c’è posto per voi!» gridavano sia le donne con velo che i ragazzi vestiti di nero.
Una vergogna sulla quale non solo il Belgio e la Francia ma tutta l’Europa deve meditare.