Referendum costituzionale, Confagricoltura si pronuncia per il Sì

Il presidente Mario Guidi: «Questa riforma della Costituzione modifica una serie di aspetti su cui noi da anni chiediamo un intervento»

«Da imprenditori, concreti come siamo, abbiamo esaminato con attenzione la riforma costituzionale approvata dal Parlamento partendo dallo stato attuale delle cose e valutando la prospettiva che ridisegna.
«Da anni chiediamo una semplificazione, un riavvicinamento del processo decisionale al territorio; tutti obiettivi che il nuovo assetto, previsto dalla legge di riforma costituzionale, si prefigge di raggiungere.
«Per questo, nell’interesse delle nostre imprese, abbiamo valutato positivamente la riforma costituzionale definita che certo non è perfetta, ma comunque migliorativa.»
È questo il contenuto delle delibere approvate dal Comitato Direttivo e dalla Giunta di Confagricoltura che si sono espressi a favore della riforma costituzionale.
 
«Questa riforma della Costituzione – ha spiegato il presidente di Confagricoltura Mario Guidi – modifica una serie di aspetti su cui noi da anni chiediamo un intervento, puntando: alla semplificazione del processo legislativo; all’eliminazione del bicameralismo perfetto; alla riduzione dei parlamentari; al rafforzamento della figura del Presidente della Repubblica; alla priorità per le politiche governative; all’abolizione delle provincie e del Cnel; al riaccentramento di politiche fondamentali come l’energia, la sicurezza alimentare, l’ambiente; alla presenza dei territori nei processi decisionali più delicati.
«Sono cambiamenti che garantiranno maggiore capacità decisionale in termini di tempi, certezza e qualità della legislazione.»
 
«Certo l’agricoltura resta di competenza delle Regioni, tuttavia il raccordo Stato-Regioni si modificherà e, con una più chiara redistribuzione delle competenze dell’uno e delle altre, si andranno ad eliminare molte delle sovrapposizioni e delle incertezze oggi esistenti, – ha concluso Guidi. – L’esperienza delle competenze concorrenti tra Stato e Regioni ha creato lunghi vuoti di incertezza anche in materia connesse a quelle agricole vere e proprie, come la salute alimentare l’ambiente, il turismo.
«Il processo legislativo si rivela ogni giorno più lento dei cambiamenti dell’economia, e il rimedio adottato dei decreti legge è un surrogato che snatura la formazione delle norme, e lo abbiamo vissuto sulla pelle delle nostre imprese.»