Un salvagente a Pretty Woman
«Vuoi sapere come funziona il cellulare? Devi pagare»
Non faremo nomi perché il nostro è un giornale moderato e non vuole alimentare polemiche. Però vale la pena raccontare quello che ci è capitato a Trento centro.
Eravamo entrati nel negozio di una multinazionale di telefonia per chiedere come utilizzare una certa funzione del telefono cellulare il cui contratto era in essere con loro.
Ci è stato risposto che per dare questo genere di informazioni devono chiedere un fee. Cioè vogliono essere pagati.
- Noi lo faremmo gratuitamente – ci ha spiegato il commesso, – ma la società vuole che ci facciamo pagare.
- Sarebbe come se acquistassi un’automobile e poi, se chiedessi come si apre il cofano, il concessionario mi chiedesse di pagare l’informazione.
Nessuna reazione.
La prima cosa che ci è venuta in mente è stata una scena iniziale del film «Pretty woman», quando Richard Gere chiese a una prostituta dove si trovava una certa via a Beverly Hills.
- Per 10 dollari te lo dico. – Rispose Jiulia Roberts.
- Ehi, ma le informazioni non si pagano! – Protestò l’altro.
- Sei tu che ti sei perso.
Insomma, io mi ero perso e quelli, per dirmi come fare, volevano essere pagarti.
Rinunciai. Questione di principio. Io non sono Richard Gere e loro non sono Jiulia Roberts.
E ho trovato più di uno che mi ha pazientemente spiegato come si registra in rubrica un nuovo abbonato.
Poi mi sono venute in mentre tante altre gaffe di questo concessionario telefonico. A partire dalle telefonate che continuano a farmi per vendermi un servizio che non hanno.
Dovete sapere infatti che mi avevano convinto che mi avrebbero dato 20 mega grazie alla fibra ottica che arriva in tutta via Verdi. Anzi, un «armadio» della fibra sta proprio dall’altra parte della strada.
Alla fine accettai, firmai il contratto e attesi l’allacciamento.
Dopo un mese mi informarono che «il servizio da lei richiesto non è disponibile».
Io? Io non avevo chiesto proprio niente! Io avevo semplicemente accettato le loro lusinghe. Con il risultato che mi avevano venduto un servizio che non avevano.
Per una serie di combinazioni, il palazzo dove vivo non è collegato all’«armadio» della fibra ottica.
Forse è l’unico, forse no. Se ne sta occupando Trentino Network, perché quelle definite «isole bianche» (cioè dove non arriva la rete di fibra ottica) sono molte e vanno sistemate.
Sono cose che succedono anche se non dovrebbero succedere. Se la gente si mettesse a vendere quello che non ha…
Bisognerebbe fare una legge: «Vietato vendere quello che non si ha».
E magari farne un’altra: «Vietato fingere che il servizio sia stato richiesto, anche se hai fatto firmare mille clausole contrarie.»
Ma quello che non ha giustificazioni è il fatto che continuano a telefonarmi per offrirmi quel medesimo servizio che non hanno.
Per questo la richiesta di pagare per avere una informazione che saprebbe darmi anche un ragazzino mi ha lasciato l’amaro in bocca.
L’ultimo problema che hanno è la soddisfazione del cliente.
Per questo gettiamo un salvagente alla compagnia telefonica, per non annegare in questo mare di cavolate.
GdM