In Medioriente soffiano sempre più venti di guerra totale

La missione Unifil è fallita, e l’ONU vorrebbe raddoppiare la forza militare

Giorni fa ci eravamo lamentati che il ministro degli esteri Tajani non aveva predisposto l’evacuazione di cittadini italiani dal Libano, contrariamente a Germania, Inghilterra e alla Francia che aveva inviato sul posto una nave da guerra per ogni evenienza.
Poi ci eravamo lamentati anche del Ministro Crosetto perché non aveva preso posizione per il nostro contingente che, composto da poco più di mille soldati, è inserito nella missione ONU Unifil.
Poi però, la Presidente del Consiglio Meloni ha indetto un vertice a tre e, insieme, hanno finalmente preso le decisioni del caso. Oggi è arrivato a Roma il primo aereo militare che ha portato a casa 178 italiani.
 
Resta ancora incerta la sorte dei nostri soldati a Shama. Si trovano tra l’incudine e il martello, praticamente impossibilitati a svolgere nessuna delle attività per cui si trovano al confine tra Libano e Israele.
È vero che dipendono all’ONU, che vorrebbe addirittura raddoppiare la forza e renderla operativa, ma i ragazzi sono nostri e siamo noi che dobbiamo decidere se lasciarli o portarli a casa.
Tenendo conto che gli israeliani - contrariamente a quanto si legge in alcune note stampa (noi abbiamo telfonato al nostro contingente in libano) - non avvisano affatto i militari Unifil delle loro penetrazioni nel Libano meridionale, potremmo dire che la missione va sospesa. E semmai dovesse essere ripresa quando le armi tacceranno, molto probabilmente si dovrà ricominciare da capo.
 
Meloni, dopo l’incontro con i ministri Tajani e Crosetto, ha indetto un vertice da remoto dei G7 (di cui è presidente).
La risoluzione finale del vertice ha irritato l’Iran, perché i G7 hanno condannato senza mezzi termini l’Iran che ha scagliato 200 missili contro Israele. Però hanno anche invitato Israele a desistere da pericolose vendette.
Particolare molto significativo, Giorgia Meloni ha preso contatto con Elly Schlein: «La situazione è critica, dobbimo stare uniti».
Intanto Tajani ha consigliato ai cittadini italiani presenti in Iran di lasciare quel paese. Ma non parla di voli charter organizzati apposta. E le petroliere attraccate nei porti iraniani hanno preso il largo, il che confermerebbe la possibilità di una «vendetta» israeliana
 
Israele ha chiesto agli USA sostegno logistico per poter rifornire di carburante in volo gli aerei che, eventualmente, dovessero compiere missioni per bombardare l’Iran.
Biden, pur confermando il sostegno a Israele, ha esortato Netanyahu a non bombardare i siti più delicati dell’Iran.
Tutto questo fa temere un sempre più probabile allargamento del conflitto.
Alcuni attacchi contro porti e aeroporti gli Houti dello Yemen sono già stati portati a termine.
 
Il funerale di Nasrallah è previsto nella giornata di venerdì nell’Iran. Questo perché viene ritenuto plausibile un attacco israeliano per colpire le persone più vicine all’ex leader di Hezbollah.
Di certo però il successore di Nasrallah è nel mirino di Israele, che ha colpito parecchie basi in Cisgiordania.
E anche la Siria è stata colpita dall’aviazione israeliana, perché le armi che arrivano in Libano passano dagli stati confinanti.
Ci attendono momenti difficili.

GdM