Le esplorazioni di «Biblioè, tutta un'altra storia»

Sfide nuove in biblioteca, le riflessioni di Umberto Galimberti, Flavia Piccoli Nardelli e Riccardo Mazzeo


Umberto Galimberti, Flavia Piccoli Nardelli e Riccardo Mazzeo.

 
Con Claudio Martinelli, dirigente del servizio attività culturali, che ha portato il saluto dell'assessore Tiziano Mellarini e del presidente Ugo Rossi, è iniziato il convegno «Dialoghi sulla cultura, sfide nuove in biblioteca» proposto da Biblioè, tutta un'altra storia per il primo giorno dell'iniziativa.
«Oggi le biblioteche sono chiamate a interpretare un ruolo e una funzione più complessa », ha sottolineato Martinelli.
Stimolanti riflessioni sono state proposte da Flavia Piccoli Nardelli, Umberto Galimberti e Riccardo Mazzeo.
A pungolare i relatori con professionalità connotata dall'esperienza nell'ambito dell'informazione giornalistica culturale, Giorgio Zanchini, conduttore radiofonico Rai.
Sala gremita con un pubblico attentissimo e attivo nella partecipazione.
 
Le riflessioni sulla filiera del libro all'inizio del terzo millennio di Flavia Piccoli Nardelli, presidente della Commissione Cultura della Camera del nostro Parlamento, hanno inquadrato come, nel nostro Paese, ci sia l'esigenza di una forte innovazione nei vari segmenti della filiera a partire, proprio dalle biblioteche.
Nel resto del paese, le biblioteche non vivono la realtà trentina e, in molti paesi con densità abitativa anche alta, non ci sono o, se ci sono, sono stanze che contengono solo libri e nessuna presenza dei nuovi attori del mondo, la rete è la tecnologia.
Anche le case editrici vivono un momento particolarmente difficili, così come i centri di cultura e di promozione del libro.
Fanno eccezione, in questo panorama piuttosto negativo, le biblioteche scolastiche che, nel 2015, sono  oggetto di un fortissimo investimento economico che consente la formazione degli insegnanti oltreché degli studenti.
 
Riccardo Mazzeo ha riflettuto sul «il libro e la minaccia della cultura karaoke», partendo da un panorama che si sviluppa in certi ambiti e, di più, in certi paesi.
Per Mazzeo Internet è un «mega karaoke» e «tu puoi avatarizzarti quando vuoi, non hai degli intercessori in carne e ossa ma abbia una realtà in cui funzionano il riciclo, il remake...»
 
Umberto Galimberti, grande pensatore che si è speso in Italia per la promozione dell'importanza della cultura e dello spirito critico, ha messo il dito nella piaga.
«In Italia non leggiamo e siamo agli ultimi posti in Italia perché la scuola non funziona e gli insegnanti non sono adeguati. Gli insegnanti devono essere degli affascinatori, oltreché essere adeguatamente formati.
«Questo in Italia non c'è più da molti anni. Per leggere un libro ci vuole passione, leggere costa fatica, ci vogliono degli educatori che riescano a motivare e appassionare i ragazzi, gli adolescenti. Appassionare alla cultura, questa è la chiave di volta.
«La cultura è Il destino di un popolo, guardate lo sterminio degli ebrei e quello degli armeni, il primo è molto più noto perché gli ebrei sono molto più colti. Educazione investe la sfera emotiva, le pulsioni le abbiamo per natura, poi le emozioni che sono a metà strada fra natura e cultura.»
 
«I giovani di adesso non hanno un livello emotivo maturo – ha continuato, – non conoscono la differenza fra bene e male. Ci sono molti soggetti psicopatici. I sentimenti vanno educati e i sentimenti li abbiamo per cultura. La letteratura ci insegna cosa sono i sentimenti.
«Se io conosco un dolore perché ho letto tanto n posso uscire e non è più un dolore atroce. Non bisogna riempire le scuole di computer ma di maestri, di persone che sanno affascinare ed educare. Dopo si tornerà a leggere.
«Viviamo nella società della tecnica e interpretiamo ancora il mondo con il nostro punto di vista umanistico, dobbiamo cambiar modo di leggere il mondo. Sta diminuendo la capacità di tradurre un segno grafico in immagini e gli editori, purtroppo, seguono questo percorso. Questo è pericoloso.
«Ogni volta che leggo un libro devo entrare in crisi, è questa la funzione dei libri, perché le mie idee hanno bisogno di essere continuamente modificate. La cultura attutisce la cultura, se io leggo il dolore occupa un piccolo settore della mia psiche.»
 
Con laboratori, visite guidate, letture a voce alta, immersioni nei vari ambiti dei saperi delle biblioteche e incontri con li autori, per esempio con Giorgio Zanchini e il suo «Leggere, cosa è come: il giornalismo e l'informazione culturale nell'era l la rete», Donzelli editore; con Piero Badaloni e il suo
«In nome di Dio e della Patria», Castelvecchi editore e l'Associazione «Dalla Parte dei Minori di Ravenna», rappresentata da Monica Miserocchi e Anna Chiara Stampanoni, Biblioè continua nel pomeriggio e nei giorni a venire fino al ardo pomeriggio di martedì 25 aprile.