Quarta conferenza stampa: Spence, Glaeser e Algan
«Avevate previsto la crisi?» Spence e Algan: «No.» - Glaeser: «Sì, ma non globale...»
«Poniamo la stessa domanda a tutti
gli economisti che si presentano in conferenza stampa. - diciamo
quando ci passano il microfono. - Avevate previsto la crisi?»
Davanti a noi ci sono e il premio nobel Michael Spence, Yann Algan
ed Edward L. Glaeser.
Spence ha ricevuto il premio Nobel per l'economia
del 2001 per «lo studio dell'analisi dei mercati in presenza di
informazioni asimmetriche». È presidente della Commissione sulla
crescita e lo sviluppo patrocinata dalla banca Mondiale. Insegna, o
ha insegnato, alla Business School dell'Università di Stanford e ad
Harvard. È presidente di numerosi comitati scientifici e ha
ricevuto riconoscimenti di tutti i generi.
Glaeser è docente di economia all'Harvard
University, dirige alcuni importanti istituti di economia, è
vincitore di numerosi premi e riconoscimenti scientifici. Tra i
suoi principali interessi vi è l'economia delle città, con ricerche
che riguardano la segregazione, i crimini, il luogo della vicinanza
geografica in un momento in cui internet ha cancellato le distanze
fisiche.
Spence insegna economia alla Paris School of
Economics e alla University Paris Est. I suoi interessi di ricerca
riguardano l'economia del lavoro, la macroeconomia, la
disuguaglianza, il rapporto economia-cultura, le politiche
pubbliche. Ha scritto parecchi interventi su importanti riviste
scientifiche e pubblicato alcuni saggi.
«Prima di ascoltare le risposte - aggiungiamo, - lasciateci
esprimere una legittima osservazione. Circa sei mesi fa, il
presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai,
nell'adottare misure per contrastare la crisi, aveva esortato i
Trentini a consumare prodotti della Val di Gresta. Subito
noi giornalisti avevamo gridato al ritorno dell'Autarchia. Ma a
vedere che cosa ha combinato nei giorni scorsi il governo tedesco
per salvare la Opel ad esclusivo beneficio del proprio Paese,
l'invito di Dellai appare oggi quasi patetico. Così come patetici
appaiono i colleghi giornalisti che di fronte alla decisione di
Berlino si sono limitati a dare notizia della scelta adottata.»
Il primo a prendere la parola è stato il premio Nobel Spencer.
«Non abbiamo previsto la crisi, - dice senza il minimo dubbio. - E
questo significa che dovremo lavorare di più per rimettere le cose
al loro posto. D'altronde, come si fa a dire che salterà tutto,
quando stanno guadagnando tutti più di quello che riusciranno mai a
spendere? Ma come può fare un economista dire alla gente
"smettetela di guadagnare"?
«Adesso però possiamo fare un bel quadro della situazione e
prevedere che cosa succederà, perché ce lo chiedono tutti.»
Risposta pragmatica.
Più tardi, la collega Francesca Merz gli chiederà come sarà il
mondo dopo questo disastro.
«I paesi emergenti, come la Cina e l'India, attaccheranno le
economie occidentali. - Risponde, e questo è l'argomento del suo
pubblico intervento. - Si sentono più vicini a noi e effettivamente
lo solo. In ogni caso il Mondo occidentale ce ne avrà da fare
parecchio per rimettere in corsa tutto l'apparato produttivo
secondo il new deal che si è andato a delineare. Anche questo è un
lavoro e anche in questo gli economisti potranno essere utili, sia
nel dettare nuove regole che combinando i nuovi equilibri che si
andranno a formare.»
Glaeser, che come abbiamo scritto è esperto in variabili economiche
all'interno delle grandi città, è stato a due passi dalla
verità.
«Mi sono testimoni alcune trasmissioni televisive. Una volta avevo
dichiarato alla NBC che i prezzi degli immobili Las Vegas erano
saliti tanto in alto da essere completamente disancorati dalla
realtà. "L'immobiliare scoppierà come una bolla!" avevo ammonito,
cosa che si è puntualmente verificata. Quello che non avevo
immaginato è che con l'immobiliare stavolta crollava tutta
l'economia. Non avevo compreso quanto la bolla immobiliare fosse
compenetrata in tutti gli istituti bancari e finanziari.»
Algan invece si è limitato a dire di essere in linea con i
colleghi, ma non si riferiva a Glaeser che aveva lanciato il suo
j'accuse agli immobiliaristi.
«Seguivamo dinamiche microeconomiche e ci sono sfuggite le macro. -
Dice Algan. - Quello che posso aggiungere è che ci siamo mangiati
fuori un triliardo di dollari e che adesso in qualche modo dovremmo
ricostruirlo e soprattutto impedire che possa accadere
nuovamente.»