«La gavetta di Tofu» – Di Stefania Tosello (…era il mio papà)
Questo e altri cimeli saranno esposti da fine agosto nel memoriale della deportazione allestito nell’ex stazione ferroviaria di Cuneo Gesso

Come lui, anche il suo piatto – il coperchio della gavetta – vergato dalla sua mano, che l’accompagnò nei lunghi giorni della Seconda guerra mondiale, e che fu abbandonato in Russia durante la concitazione della battaglia della sua Cuneense, e dal ripiegamento di Postojalewska, dopo quarant’anni è riemerso da un cumulo di terra che ricopriva una fossa comune ed è tornato a casa: ma purtroppo non si sono più incontrati.
Adolfo Tosello riposava da oltre un anno nel cimitero di Bernezzo, suo paese d’origine.
Quel pezzo di Storia ora lo conserva la moglie Dina, una donna d’origine monregalese conosciuta in Liguria durante la «campagna delle olive», quelle olive che dopo il raccolto erano martirizzate nei frantoi per diventare olio.
Tofu soffrì le stesse pene. Ma un giorno salì su un treno, quel treno di cui divenne in seguito «il Capo», e che seppe sempre condurre nei giusti binari come del resto la sua esistenza.
E oggi da lassù guarda la sua famiglia e a tutti protende una mano, che per chi non lo conosceva era burbera, ma poi si trasformava in un aiuto concreto.
Questo e altri cimeli saranno esposti da fine agosto, in forma permanente, nel memoriale della deportazione allestito nell’ex stazione ferroviaria di Cuneo Gesso.
Stefania Tosello