Storie di donne, letteratura di genere/ 416 – Di Luciana Grillo
Laura Mariateresa Durante, «Un secolo di Cuba» – Un libro che permette di capire quest’isola così diversa dalle tante isole che si affacciano sul Mar dei Caraibi
Titolo: Un secolo di Cuba. Storia e attualità
di un'isola difficile da afferrare
Curatrice: Laura Mariateresa Durante
Editore: Bordeaux, 2017
Pagine: 200, Brossura
Prezzo di copertina: € 16
Questo testo comprende vari saggi che hanno in comune Cuba, la sua storia, il rapporto tra indigeni e stranieri, le rivoluzioni e la figura di Che Guevara, fino alle relazioni recenti fra l’isola e il presidente Usa Obama e quelle ancora più recenti con il presidente Trump.
Alcuni di questi saggi sono in lingua originale, altri sono in italiano: tutti interessanti, perciò, se potessi, proporrei all’editore di pubblicare un nuovo testo con tutti gli articoli in italiano.
«Due italiani nella lotta per l’indipendenza cubana», di Alessandro Senatore, ci presenta «due figure storiche, che in comune avevano un amore incondizionato per Cuba», Francesco Federico Falco, ispiratore e animatore del Comitato Centrale Italiano per la libertà di Cuba (1895/1905) che a Roma, nella terza saletta del Caffè Aragno incontrava l’inteligentia romana, e Oreste Ferrara, un avvocato napoletano che combatté nella guerra di indipendenza e fu prima Vice Governatore della Provincia di Las Villas, per due volte presidente della Camera, ambasciatore a Washington, infine nominato Ministro degli Esteri nel 1932.
«L’indipendenza di Cuba segnò un momento storico di grande rilevanza…il definitivo tramonto del Colonialismo spagnolo… la definitiva affermazione dell’Imperialismo statunitense (che) si apprestava ad assoggettare, con la sua politica del dollaro, l’America Latina».
Relativo a tempi più recenti è il saggio di Teodoro Tagliaferri che prende in esame nuovi documenti di Eric Hobswabm sulla rivoluzione cubana, le critiche di Barazetti sulla figura di Castro, la sua «verbosa retorica romantica fa appello alla propensione tutta latino-americana per le carnevalate e la teatralità… Hobswam avrebbe dovuto ricordare che castro… soffoca qualsiasi opinione critica… la libertà di stampa è stata di fatto abolita… ancora peggio in campo economico, dove il regime combatte una guerra senza tregua contro i sindacati liberi…» e le riflessioni dei due critici di sinistra del castrismo, Goldenberg e Draper, a cui Hobswam risponde puntigliosamente in un susseguirsi di repliche e controrepliche che riguardano anche l’episodio della Baia dei Porci e toccano l’influenza degli eventi politici sulla musica: «Fino alla rivoluzione Cuba era congelata nel modello sociale di un’economia di piantagione su cui si innestava la presenza del turismo americano… La rivoluzione ha esercitato un impatto sulla musica popolare… include alcuni numeri di tenore robustamente politico:
Adesso i privilegi hanno avuto fine.
Adesso anche il povero va a scuola.
Questa è la rumba patriottica della mia nazione,
E cosa dice? Dice:
«Tutti, ma proprio tutti andremo a studiare.
Affrettatevi, dunque, cubani…»
Con Paola Laura Gorda ci occupiamo della morte di Che Guevara che ebbe risonanza mondiale; le foto sono ancora presenti nella memoria di molti di noi, come tanti ricordano l’elogio funebre pronunciato da Fidel Castro.
Che, morto in terra boliviana, dopo essere stato catturato e giustiziato con un colpo al cuore, «esanime, viene poi legato ai pattini di un elicottero e portato in volo fino a Villagrande dove, all’interno degli spazi di una scuola, viene fotografato per comunicare ai media del mondo la sua morte».
Altre foto mostrano i suoi occhi sbarrati e le mani mozzate, appoggiate su un giornale; altre sembrano ispirarsi al Cristo morto del Mantegna.
Fidel accompagna con le sue parole queste foto, non parla della morte del Che, ma ricorda l’uomo, la sua personalità e i suoi comportamenti e lo paragona ad Achille, che aveva natura insieme umana e divina.
Ne evoca il coraggio, la determinazione, il sacrificio della vita per la salvezza dei popoli, dunque lo conferma eroe tragico a tutto tondo.
La Habana al centro dei romanzi polizieschi è l’argomento del saggio della curatrice Durante che cita Manuel Vàsquez Montalbàn secondo cui «il poliziesco è fortemente collegato con la crescita della città industriale e con la stratificazione sociale e i fenomeni criminali ad essa connessi»; nella letteratura cubana, il poliziesco è letteratura di evasione, paraletteratura, fin quando negli anni ’60 la rivista Moncada bandisce un concorso per un’opera poliziesca che difenda la giustizia e la legalità rivoluzionaria, sostenuta dai Comitati per la difesa della rivoluzione: a quel punto il numero di scrittori aumenta, ma non sempre la qualità delle opere è apprezzabile.
È il crollo dell’Unione Sovietica, insieme all’inasprirsi delle misure restrittive degli Usa, a determinare un periodo di grande povertà, ma è proprio in questo periodo che il romanzo poliziesco tipicamente habanero prende forza, grazie allo scrittore Leonardo Padura Fuentes capace di criticare la società in cui vive.
Protagonista dei suoi romanzi è sempre la capitale, La Habana «sfondo e personaggio primario, attraverso la sua descrizione Padura illustra in maniera tangenziale ma evidente i cambiamenti della società cubana… una città estremamente sensuale perché legata ai sensi, agli odori spesso non gradevoli e alle sensazioni dai quali affiorano ricordi… Il deterioramento urbano descritto nell’abbandono del palazzo dei Montes de Oca con la sua favolosa biblioteca… o nei quartieri, un tempo borghesi, che emergono dalle pagine di Padura, rispecchia il decadimento della capitale che l’autore tratteggia con melanconia e tenerezza… la fauna urbana, pur nelle più drammatiche condizioni economiche e sociali mantiene intatta una propria dignità».
Bisogna leggere tutto per entrare nell’Avana non oleografica, bisogna entrare in edifici fatiscenti, nei palazzi borghesi, nei parchi diventati discariche e attraversare la società cubana nel ventennio che va dal 1989 al 2009.
Infine, veniamo ai rapporti tra Usa e Cuba: Marzia Rosti riprende le immagini significative e le emozioni provocate da Obama, che promette uno scambio di prigionieri, la riapertura delle rispettive ambasciate, alcune misure di carattere economico, oltre alla «rimozione di Cuba dalla lista del Dipartimento di Stato americano dei paesi sponsor del terrorismo».
La morte di Fidel Castro, avvenuta il 25 novembre 2016, chiude un’epoca.
La lettura attenta di questo libro mi ha permesso di capire approfonditamente quel mondo storico, politico e sociale che è l’isola di Cuba, diversa dalle tante isole che si affacciano sul Mar dei Caraibi.
Luciana Grillo - [email protected]
(Recensioni precedenti)