Il futuro del pallone tra stadi e sostenibilità economica

Al teatro sociale «Gli stati generali del calcio» con i dirigenti dei principali club italiani

Un sistema in difficoltà, che deve affrettarsi a cambiare se non vuole sprofondare. La fotografia del calcio nazionale scattata dai dirigenti dei club non è entusiasmante, ma molto si può fare per uscire da questa situazione.
Sul palco del teatro sociale al Festival dello Sport il presidente del Torino e di Rcs Urbano Cairo, l'amministratore delegato del Bologna Claudio Fenucci, il presidente della Lazio Claudio Lotito, l'amministratore delegato dell'Atalanta Luca Percassi, il presidente del Milan Paolo Scaroni, il consigliere delegato del Como Mirwan Suwarso e, collegato dalla sua abitazione, il presidente dell'Inter Giuseppe Marotta hanno fatto il punto sullo stato attuale del pallone di casa nostra nel meeting del Festival dello Sport «Gli stati generali del calcio».
 
Per dare l'idea dell'importanza economica e sociale del calcio basti pensare che per ogni euro investito ne tornano indietro allo Stato 19,7.
Ecco perché, come ha detto il presidente Lotito «il calcio è un fenomeno sociale importantissimo e tutti devono voler bene al calcio».
La chiave è la sostenibilità economica: «Fino a 10 anni fa – ha spiegato il presidente del Milan Scaroni – il calcio viveva di presidenti-mecenati che sborsavano quattrini e ripianavano i debiti.
«Oggi il contesto è notevolmente cambiato e la sostenibilità economica è la chiave della vita delle aziende.
«Il primo punto di partenza sono gli stadi. Molti dei nostri impianti sono vecchi di almeno 30 anni, ed è necessario dotarsi di nuovi stadi che non siano legati soltanto all'evento sportivo.»
 
Sulla stessa linea d'onda anche Marotta: «Gli stadi devono essere costruiti in maniera che possano essere attivi anche durante la settimana – ha rimarcato – ed essere una fonte importante di ricavo.
«Lo scorso anno noi abbiamo incassato 80 milioni di euro, con uno stadio moderno ne avremmo incamerati molti di più.»
Un esempio virtuoso è quello dell'Atalanta:
«Nel 2017 la proprietà è riuscita ad acquistarlo – ha spiegato Percassi – e in pochi anni è riuscita a dotare la città di uno stadio adeguato al valore della città.
«Abbiamo imparato molto dall'esperienza europea dove ci sono città orrende con stadi meravigliosi.
«L'esatto contrario di quanto accade in Italia. Ma per risollevare il calcio italiano è necessario anche tutelare i nostri settori giovanili.»
 
Al tema stadi deve accompagnarsi un'attenzione maggiore al contenimento dei costi, in particolare gli stipendi dei tesserati che in Italia pesa fino al 77% del bilancio societario.
«Già 20 anni fa – ha sottolineato Lotito – alla mia prima riunione con i presidenti di Serie A, B e C avevo posto il problema della sostenibilità di un sistema che produce 1,3 miliardi di euro di debiti.
«La soluzione risiede nel salary cap, nell'ammodernamento degli stadi ma anche con la defiscalizzazione e l'introduzione di nuove norme.
«Pure queste in molti casi sono ferme agli anni '80 e vanno adeguate al contesto attuale, così come vanno estirpati i fenomeni di pirateria che danneggiano molto il sistema.»
 
«Il calcio si trova in una situazione molto complicata, – ha chiosato Cairo. – Ha dato contributi importanti allo Stato ricevendo poco o nulla in cambio e dalla pandemia la situazione è ulteriormente peggiorata.
«I costi sono lievitati in maniera esponenziale, anche i ricavi sono cresciuti ma non a sufficienza, e oggi il calcio perde 1 miliardo di euro l'anno.
«La priorità per mettere in sicurezza un mondo in grave difficoltà deve essere quella di contenere i costi.»