La situazione della Libia aggiornata a oggi

La decapitazione dei pescatori egiziani ha causato la reazione del Cairo, che a partire dalla notte di domenica ha bombardato Derna

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Un video pubblicato domenica 15 febbraio da al-Hayat, il braccio mediatico dello Stato Islamico (IS), mostra la decapitazione di 21 pescatori egiziani, tutti cristiani copti, rapiti fra dicembre e gennaio nei dintorni di Sirte da un gruppo jihadista.
Venerdì 13 febbraio il medesimo gruppo ha occupato, almeno temporaneamente, due emittenti televisive e una radio a Sirte, presentandosi come gruppo affiliato allo IS e trasmettendo messaggi dell’autoproclamato califfo al-Baghdadi.
Finora la presenza in Libia dello IS è stata limitata alla città orientale di Derna, che aveva completato il rito del bayat (il giuramento di fedeltà) ad al-Baghdadi nel novembre 2014.
È probabile che i protagonisti dell’occupazione di Sirte siano gruppi di fuoriusciti da una o più milizie attive nella zona, e non una emanazione diretta di Derna.
Ma l’estrema frammentazione delle diverse fazioni che si contrappongono nel Paese (rispondendo a una logica tribale) ne rende difficile un’identificazione univoca.
Sirte, città da cui provenivano i maggiori funzionari del regime di Gheddafi e uno dei principali hub petroliferi della Libia, è controllata da tempo da numerose milizie.
 
Fra queste vanno citate Ansar al-Sharia, principale brigata salafita del Paese legata al Consiglio Rivoluzionario di Bengasi (CRB), organizzazione «ombrello» attiva soprattutto in Cirenaica che raccoglie al proprio interno diverse altre forze islamiste. Le milizie di base a Misurata coalizzate sotto il nome di Alba Libica, vicina al governo di Tripoli e guidata da Salah Badi, un ex ufficiale dell’Esercito di Gheddafi; e la milizia Forza Scudo, anch’essa collegata al CRB e vicina alla Fratellanza Musulmana.
La decapitazione dei pescatori egiziani ha causato la reazione del Cairo, che a partire dalla notte di domenica ha bombardato Derna.
L’Aereonautica Militare egiziana ha impiegato sei F-16 C Block 52, partiti dalla base di Marsa Matruh, situata a circa 200 km dal confine con la Libia.
L’attacco ha riscosso il plauso del generale libico Khalifa Haftar, che da mesi per conto del governo internazionalmente riconosciuto di Tobruk  è impegnato a condurre l’operazione Dignità contro i jihadisti presenti a Derna e Bengasi.
A causa del peggioramento delle condizioni di sicurezza, domenica 15 febbraio l'ambasciata italiana a Tripoli ha sospeso le sue attività e il personale è stato temporaneamente rimpatriato via mare.
L’Italia preme per trovare una soluzione politica alla situazione in Libia, in particolar modo nell’ambito delle Nazioni Unite, e si è proposta come capofila dell’azione diplomatica.