Domanda retorica: Europa e Grecia, fallimento o salvataggio?
Ovviamente danneggerebbe gli interessi privati di investitori, il crollo degli stipendi pubblici e degli equilibri nazionali
L'obiettivo dell'incontro in diretta radiofonica sulle frequenze di
Radio 3 è quello di pedinare i grandi temi del Festival grazie alla
presenza di importanti ospiti quali Innocenzo Cipolletta,
presidente dell'Università di Trento, quali Dani Rodrik, professore
di Economia politica internazionale alla John F. Kennedy School of
Government presso l'Università di Harvard e celebre ospite della
kermesse, e quali Lucrezia Reichlin, docente di Economia alla
London Business School.
Il percorso verso un'Unione Europea coesa e in grado di condividere
lo stesso orientamento politico dinnanzi alla crisi finanziaria ed
economico-sociale di alcuni paesi membri, è ancora molto lungo e
tortuoso.
Sotto la direzione del giornalista Giorgio Zanchini, la
trasmissione «Tutta la città ne parla» in diretta nazionale su
Radio 3 da piazza Duomo, ci consente di riflettere su alcuni temi
lanciati ieri sera dal professore Dani Rodrik durante la conferenza
su «Il futuro della globalizzazione».
La situazione della Grecia rappresenta una forte minaccia per gli
equilibri interni dell'intera area Euro.
Infatti, l'aggravarsi della crisi greca porterebbe all'uscita del
paese ellenico non dall'UE ma esclusivamente dall'area di interesse
della moneta unica europea.
Un tale scenario «danneggerebbe gli interessi privati di numerosi
investitori, il crollo degli stipendi pubblici e degli equilibri
nazionali», conclude uno dei più autorevoli critici della
globalizzazione intesa come assoluta ricerca di
internazionalizzazione delle imprese e non regolamentazione della
governance di mercato che consentirebbe una maggiore stabilità
delle transazioni commerciali e finanziarie.
Le soluzioni paventate da Lucrezia Reichlin sono principalmente
due, entrambe scontate: Lasciare la Grecia al totale fallimento
oppure procedere verso un suo salvataggio.
Per quanto riguarda questa seconda soluzione le Banca Centrale
europea ha cercato di garantire una certa liquidità delle banche
nazionali attraverso la politica dei tassi fissi garantiti da
titoli collateralizzati, come si dice nel gergo tecnico, che hanno
evitato una grave crisi in tutta Europa.
«Gli unici paesi a ricorrere ancora a queste politiche finanziarie
dopo la lieve ripresa economica di quest'anno sono Grecia e Irlanda
- recita la Reichlin - che dovranno essere in grado di sollevare se
stesse tramite il meccanismo dei trasferimenti fiscali, in cui i
cittadini dei paesi membri più ricchi andrebbero in soccorso dal
punto di vista fiscale ai paesi cosiddetti di periferia o di
seconda fascia.»
Politica, questa, encomiabile ma di difficile applicazione senza
una politica economica comune all'interno dell'UE.
Con Innocenzo Cipolletta, invece, si torna a dare un punto di
osservazione sulla situazione italiana a seguito anche delle ultime
dichiarazioni del governatore della Banca d'Italia, Mario
Draghi.
Il nostro paese non può aspettare il 2014 per varare la nuova
manovra finanziaria ma dovrà procedere in maniera imminente.
L'economia italiana non può attendere le riforme con la prossima
legislatura, infatti, «l'intervento dello Stato nell'economia si è
rivelato senza dubbio utile per il salvataggio dalla grave
depressione anche se ha notevolmente prolungato i tempi della
ripresa».