Mario Pasi, ricordato a Trento città e all’Ospedale S. Chiara

Celebrata la figura del partigiano e medico – L’assessore Tonina: «L’umanità nelle cure è un valore testimoniato oggi da tutti i nostri operatori sanitari»

Mario Pasi, uomo, partigiano, protagonista della Resistenza trentina e non solo, medaglia d’oro al valore militare, ma anche medico chirurgo dell’ospedale Santa Chiara di Trento (all’epoca in via Santa Croce) e soccorritore.
Un esempio sia di impegno a favore della libertà e della democrazia che della profonda umanità garantita nell’approccio alla cura e alla sofferenza.
Un’attitudine, quest’ultima, che è di particolare rilevanza se pensiamo all’attività svolta ogni giorno dalle centinaia di operatrici e operatori del sistema sanitario provinciale.

Ecco quindi i diversi aspetti della figura ricordata oggi nella doppia cerimonia - prima nella piazza a lui dedicata nel centro di Trento e quindi al Santa Chiara - in occasione del 79° anniversario del sacrificio di Pasi, catturato dai tedeschi il 9 marzo 1945, quindi torturato e per il suo silenzio condannato a morte e ucciso il 10 marzo a Belluno.
Presenti assieme all’assessore provinciale alla salute, politiche sociali e cooperazione Mario Tonina, la vicesindaca di Trento Elisabetta Bozzarelli, il presidente di Anpi Mario Cossali, il presidente dell’Ordine dei medici trentini Marco Ioppi.
La celebrazione è stata organizzata dal Comune di Trento in collaborazione con Anpi del Trentino e Associazione alpini sezione di Trento.
 

 
«Mario Pasi – ha ricordato l’assessore alla salute Tonina – è una figura a noi vicina, innanzitutto perché ci parla attraverso il suo straordinario impegno, pagato con la stessa vita, per contrastare il nazifascismo e permetterci oggi di vivere in libertà e democrazia.
«Il nostro grazie va quindi a lui e alle persone che hanno lottato per queste conquiste. Ma è anche importante, come facciamo qui all’ospedale Santa Chiara, il ruolo di Pasi come medico chirurgo, come apostolo e soccorritore.
«Possiamo cogliere il suo esempio di umanità e professionalità.
«Un valore aggiunto per l’attività quotidiana di medici e infermieri, che dimostrano ogni giorno e come hanno dimostrato in particolare negli anni della pandemia un’attenzione alla dimensione umana.
«È una forma di vicinanza concreta ai cittadini che entrano nelle strutture sanitarie con le proprie sofferenze e qui trovano risposta.»
 
Il presidente dell’Ordine dei medici trentini Ioppi ha sottolineato come non sia possibile ricordare «il Mario Pasi politico e partigiano senza citare la grandissima umanità dimostrata nella professione medica.
«Non è un aspetto secondario – ha aggiunto – ma anzi centrale della sua figura. Il valore dell’attenzione alla persona è una qualità fondamentale, soprattutto oggi, per i nostri medici e operatori sanitari.»
 

 
Elisabetta Bozzarelli, nella deposizione delle corone in piazza e quindi all’ospedale, ha ricordato «il sacrificio di Mario Pasi e di coloro che hanno dato la vita per permettere a noi di vivere in una Repubblica basata sulla libertà e la democrazia.
«Non è solo storia ma attualità perché sono tanti gli esempi, di chi si batte contro soprusi e dittature, pensiamo a tanti Paesi nel mondo dove oggi mancano le garanzie fondamentali.
«Inoltre, se pensiamo in particolare a Pasi, la nostra città ricorda chi ha messo a repentaglio la propria vita e ha curato in modo amorevole e umano.
«La sua testimonianza sia d’esempio a ciascuno di noi.»
 
Mario Cossali ne ha ricordato «il ruolo di leader della Resistenza, sia a Trento che a Belluno, dove ha trovato la morte, ma anche la sua testimonianza in qualità di medico chirurgo, in prima linea nel curare tutti i militari che dall’8 settembre si ribellarono ai nazisti nelle caserme di Trento. Giusto ricordarlo al Santa Chiara, perché qui come medico salvò centinaia di vite in quelle che furono le basi della nascita della Resistenza locale».
Alla cerimonia in piazza hanno preso parte anche il commissario del governo Filippo Santarelli, il deputato Andrea de Bertoldi, il rettore dell’Università di Trento Flavio Deflorian, nonché assessori comunali e provinciali, rappresentanti delle autorità, delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco e delle associazioni d’arma e combattentistiche, della Croce rossa italiana.
Al Santa Chiara erano presenti anche i medici Damiano Berti, della direzione medica dell’ospedale (oltre che dei presidi Villa Igea di Trento e Villa Rosa di Pergine Valsugana), e Tommaso Cai, direttore dell’unità operativa urologia.