Prove di donna/ 20 – Ezia, un Sagittario, si racconta

La storia, breve ma intensa, di una donna in carriera raccontata dalla protagonista

Perché Ezia? Nome decisamente poco comune, porto il nome di mio padre. Ero la sesta figlia, tutti nati in casa, e mia madre stanca di scegliere nomi per i miei fratelli che venivano poi puntualmente cambiati da mio padre quando andava a registrarci all'anagrafe, gli disse: questa la chiamo con il tuo nome e guai se lo cambi!
Essere la sesta non è facile soprattutto quando fra il primo e l'ultimo fratello ci sono solo 9 anni. Il confronto nasce facile sia in famiglia che a scuola, la stessa precedentemente frequentata dai miei fratelli, e crebbi con la convinzione che ognuno dei miei fratelli maggiori eccelleva più di me in qualche materia e devo dire che i professori non hanno fatto nulla per farmi credere il contrario…
Così, per ricavarmi un piccolo posto al sole scelsi fra i pochi campi che mi erano rimasti liberi: la ginnastica, il canto e le lingue.
La ginnastica l'abbandonai presto mentre il canto e le lingue hanno caratterizzato poco o tanto tutta la mia vita.
 
Ho iniziato a cantare a Trento, al Santissimo sotto la guida del maestro Toniolatti, che penso abbia insegnato a cantare 3-4 generazioni di coristi. Persona stupenda troppo spesso boicottato dai vari parroci che scambiavano per protagonismo il suo grande amore per il canto liturgico, ragion per cui dovette cambiare spesso parrocchia.
Quando compii 15 anni, il maestro Toniolatti un pomeriggio mi chiese a bruciapelo se mi sarebbe piaciuto cantare in un coro polifofonico. Mi si illuminarono gli occhi e lui subito prese l'elenco telefonico e cercò il numero della Professoressa Iris Niccolini, fondatrice e direttrice del Coro femminile Santa Cecilia e del coro misto Gianferrari.
E fu così che iniziò forse la più bella esperienza amatoriale della mia vita, sicuramente la più duratura visto che continua dal 1969, anche se ultimamente (sia per motivi di salute che logistici sono spesso in Sicilia) ho dovuto sospendere (spero vivamente non in modo definitivo) la mia attività di corista pur continuandone a fare parte dell'organico.
Grazie al coro e allo studio delle lingue, grazie ai diplomi di Tedesco e di Inglese trovai posto alla Trentino Export, una società cooperativa per la promozione all'export della piccola e media industria trentina.
Ebbi anche modo di coltivare un'altra delle mie passioni: da brava Sagittario adoro viaggiare e con i concorsi internazionali corali e le missioni economiche ho potuto visitare quasi tutta l'Europa, Tunisia, Egitto, Giordania (ah Petra!), Tunisia, Turchia, Russia e Cina.
 
Nel 1997 lasciai il lavoro alla Trentino Export. Mio marito, che aveva 27 anni più di me, era andato in pensione e capivo che continuando a lavorare ci saremmo persi troppi anni da condividere insieme.
Abbiamo passato un anno bellissimo pieno di gioia e amore, viaggiando e studiando come ragazzini. Poi quella maledetta curva bagnata e sporca di olio me lo portò via.
Lo seppi la mattina dopo, dopo una notte passata sul bordo del letto attaccata al telefono, con il suo che squillava a vuoto.
Verso le 19, stavo guardando il tg3 era suonato il campanello. Ero andata ad aprire la porta convinta fosse lui, ma non c'era nessuno. Perplessa avevo guardato in garage, ma non c'era nemmeno la macchina. La mattina dopo scoprii che lui era morto alle 19.09. Amo pensare che quella scampanellata sia stata il suo modo di dirmi addio.
Lo seppi nel modo più crudele, dai giornali che riportavano dell'incidente accompagnato da un paio di interviste, era una persona che pur avendo sempre lavorato a Milano era molto conosciuta sia a Trento che in val di Fiemme.
Nessuno però si era preoccupato di avvisare me. Posso comprendere gli amici e conoscenti forse timorosi di invadere la mia privacy in quelle ore di tragedia… Ma la polizia? I carabinieri? I giornalisti?
Bah, certo mi avrebbero risparmiato sia una notte di angoscia che il modo atroce di come sono venuta a saperlo. Sicuramente non mi hanno tolto 15 anni di ricordi di amore e di complicità bellissimi che mi hanno dato la forza di andare avanti serenamente e di amare ancora.
 
Dopo la morte di Gianni avevo deciso di non riprendere a lavorare, potendomelo permettere economicamente e, spronata da Bruno Masé mi diedi da fare nel volontariato inizialmente tenendo la contabilità alla Pia Unione, alla Associazione Famiglie Tossicodipendenti e aiutando a servire le cene alla Mensa dei Poveri.
La sera invece giocavo a scacchi in Internet, nelle stanze di Yahoo con giocatori di tutto il mondo. Nella stanza italiana, ricordo si chiamava La Tana del Giaguaro. Già giocavo spesso con un giocatore, Lucio, di Siracusa, press’a poco al mio livello quando i circoli scacchistici di Spoleto e Perugia proposero un torneo fra loro e la nostra squadra virtuale di Yahoo.
Aderimmo in una quindicina di persone fra cui anche io e Lucio. Non so chi per primo commentò sulla socievolezza dei sagittari, disposti anche a farsi mezza Italia per andare a conoscere gli amici virtuali di Internet, ma fu cosi che scoprimmo di esserlo entrambi e galeotta fu la nostra data di nascita.
Ambedue siamo nati il 19 dicembre alle 6 di sera. Quando me lo disse pensai che mi stesse prendendo in giro e avesse saputo quando ero nata da un'amica comune, per cui facemmo una scommessa: a Spoleto avremmo appurato dalla sua carta d'identità se davvero era nato nel mio stesso giorno mese ed ora e, se sì, finito il torneo io sarei andata a Siracusa, se invece mi aveva fatto uno scherzo allora sarebbe venuto
lui a Trento.
E fu così che, a Siracusa, iniziò la nostra storia d'amore che dura ormai da 9 anni.
 
Ezia 

Gli abiti e i tessuti che indossa Ezia sono fatti esclusivamente a mano dalle stiliste trentine Anna e Cristina Gaddo, che ci mettono sempre a disposizione il loro atelier.
Oltre alle loro collezioni, Anna e Cristina realizzano capi su misura con i propri tessuti esclusivi, trovando sempre le soluzioni giuste per la propria clientela.