Il Centro cooperazione internazionale verso un nuovo corso
Assemblea dei soci ieri con la partecipazione dell’assessore provinciale Spinelli
«La Provincia non vuole ritirarsi da questo settore e non ha intenti soppressivi nei confronti del Centro per la cooperazione internazionale (CCI).
«Abbiamo certamente posto un freno rispetto ad una crescita dimensionale che non era più sostenibile e che non aveva confronti anche nei territori vicini.
«Riteniamo però che una realtà come quella del CCI possa avere un ruolo per la comunità, se saprà diversificare le sue partnership e le sue fonti di finanziamento, coinvolgendo maggiormente il settore privato e fungendo da volano per l’internazionalizzazione del sistema Trentino nel suo complesso.
«Come Provincia possiamo immaginare di svolgere una funzione di stimolo in questa direzione, ad esempio immaginando una revisione dei criteri per l’accesso agli appalti pubblici, avvantaggiando l’impresa che dimostra di avere investito nella cooperazione allo sviluppo.
«Tutto questo potrà anche essere oggetto di un accordo di programma trilaterale fra Provincia, Centro e le stesse associazioni imprenditoriali.»
Questi in sintesi i concetti espressi dall’assessore provinciale Achille Spinelli, intervenuto nel pomeriggio di ieri all’assemblea dei soci del Centro per la cooperazione internazionale.
Positiva la reazione del tavolo, al quale sedevano, oltre al presidente del Centro Mario Raffaelli, i rappresentanti dei Comuni di Trento e Rovereto, con i sindaci Valduga e Andreatta, l’Università di Trento, con il Rettore Collini, e degli altri associati che afferiscono al Centro di vicolo San Marco.
Se il timore dei vertici del Centro, punto di riferimento per il vasto arcipelago di associazioni trentine (oltre 260) che operano nel mondo della cooperazione allo sviluppo, era quello di una prossima chiusura, l’incontro di ieri ha aperto dunque nuove prospettive.
«Tuttavia un cambio di rotta si impone», – ha sottolineato l’assessore Spinelli.
Da un lato, sono state confermate le decisioni già annunciate dalla Giunta sul versante di una riduzione del finanziamento provinciale, nei prossimi tre anni.
D’altro canto, e in maniera ancor più significativa, si pone la questione della mission dell’istituzione, dei ruoli e delle funzioni che andrà ad esercitare.
In questo senso, è emersa in primo luogo la sfida di una più stretta collaborazione fra i settori profit e non profit.
L’invito della Provincia, che ha trovato positivo riscontro negli interventi che si sono susseguiti nel corso della riunione, è dunque quello di avviare un approccio e una strategia diverse rispetto al passato.
Sarà senza dubbio importante diversificare le fonti di finanziamento (si è parlato non solo di privati ma anche di fondi europei) ma soprattutto fare del centro uno snodo di reale, concreta interconnessione con il mondo esterno, e un produttore di conoscenza, formazione e informazione che deve essere messa a disposizione di tutti, dalle associazioni di volontariato, che restano un interlocutore fondamentale, ai diversi settori dell’economia trentina, in particolare quelli il cui business si rivolge maggiormente al panorama internazionale.
Determinante in questa strategia anche accrescere le sinergie con altre realtà che operano in questi settori, interni ed esterni all’amministrazione. In seno alla Provincia il principale punto di riferimento continuerà ad essere il Servizio attività internazionali, ma sarà rafforzato anche il rapporto con l’ufficio di Bruxelles e il Servizio Europa.