Intervista con Edo Benedetti, l’Ultimo Testimone/ 3
Era sempre presente dove veniva scritta la storia del Trentino Terza parte: La seconda giovinezza. Commissario a Rovereto, le presidenze, l'arte, lo sport, la cultura, le grandi realizzazioni.
«Com'è che si è trovato a fare il
Commissario del Comune di Rovereto?»
«Quella è stata una bella esperienza che ricordo con piacere
considerando la circostanza di aver compiuto un sevizio alla mia
città di origine. Era il 1977.»
«Chi glielo aveva chiesto, il Commissario del Governo dott.
Bianco?»
«No, era stato Kessler. Mi telefona e mi dice: "Ho suggerito la
tua persona per commissariale il comune di Rovereto". In
realtà, la scelta spettava alla Provincia, ma la nomina al
Commissario del Governo. Quindi Kessler aveva deciso.»
«Lei cosa aveva risposto?»
«Che mi riservavo 24 ore di tempo per decidere.»
«E il giorno dopo aveva la nomina?»
«No, quello stesso giorno.»
Nella foto sotto, con Bruno
Kessler.
«Ma cos'era successo a
Ro-vereto?»
«Il fatto che purtroppo la regia della Giunta Comunale era andata
in crisi e c'era bisogno di un intervento esterno per rimettere a
regime l'attività di quell'organo collegiale.»
Detto in parole meno diplo-matiche, a Rovereto si era fermato
tutto.
«E lei è andato laggiù a seguire l'ordinaria amministrazione…?»
«Beh, oltre a sistemare posi-zioni piuttosto delicate e vari
arretrati rimasti in sospeso, sono riuscito, a promuovere alcune
iniziative di un certo rilievo. Sa, ho coperto quel ruolo
istituzionale per ben undici mesi.»
Poi mi guarda soddisfatto e attende che lo segua.
«Per esempio?»
«Per esempio ho avviato le pratiche, acquisto terreno e progetto
compreso per la realizzazione dello Stadio Quercia (costo 105
milioni di lire).»
«Massì! E dopo?
«Ho dato una nuova sede dignitosissima all'Istituto Musicale, oltre
ad altre opere minori riguardanti la viabilità.»
«Insomma, non è restato con le mani in mano come chi l'ha
preceduto…»
Non raccoglie.
«Nel frattempo non sono mancate le circostanze per un impegno
professionale e nel settore del volontariato. In effetti sono stato
promotore e ho assunto per una quindicina d'anni la Presidenza
dell'Associazione nazionale dei Villaggi SOS, dando corso e
assistendo in particolare i nuovi villaggi di Trento, Ostini e
Vicenza. Nel contempo sono stato il primo ed unico Delegato
regionale del CONI per il Trentino-Alto Adige in quanto, con
l'avvento delle autonomie Provinciali, ci fu un deciso intervento
in sede politica per valorizzare unicamente i Comitati
provinciali.»
«Per arrivare a tempi recenti, che incarichi ha ricoperto?»
«Sono stato Consigliere di Amministrazione, Vice Presidente Vicario
e per due anni Presidente, della Banca di Trento e Bolzano;
Amministratore Unico di una società immobiliare, la COGEIM…»
«L l'ITAS?»
«… E il mio ingresso in ITAS dura ormai da più di trent'anni.»
«E presidente da quando?»
«Lo sono dal luglio del 1979. E lo sono tutt'ora.»
«È consigliere di amministrazione di qualche altra società?»
«Per ragioni che non sto ad illustrare sono ritornato nel Consiglio
di Banca di Trento e Bolzano, successivamente nel Consiglio di
amministrazione della "Società Iniziative Urbane" e nella
"Finanziaria Trentina". Ho poi rappresentato il Gruppo
ITAS nella Società di riassicurazione "E+S Rückversicherung
AG" di Hannover, con la quale sussiste fin dal 1991 uno
scambio di quote azionarie.»
«La pallavolo, immagino che sia un'idea sua…»
L'Itas della Pallavolo.
«Si, direi che al di là del fatto puramente sportivo ma certo molto
rilevante, è stato un buon investimento sotto il profilo
commerciale, provocando un coinvolgimento di persone e di ambienti
sensibili a questa importante iniziativa nel mondo dello sport
trentino che, nelle premesse, era sinceramente impensabile. Pensi,
non è raro il caso che quando mi presentano come Presidente
dell'ITAS mi senta dire. "Ah, l'ITAS, quella della
pallavolo!".»
«Vi occupate
anche di golf?»
«Sì, sponsorizziamo qualche gara in provincia e un circuito in
Italia.»
«Un circuito nazionale?»
«Per il momento è solo una serie di gare volute da nostri agenti
che amano il golf, ma si dovrà fare qualcosa di più organico.»
«Chi è che vi segue il golf?»
«Abbiamo un Dirigente appassionato di golf. Si chiama Guido
Tecilla.»
«Infatti, lo conosciamo…»
L'Itas sponsor del Winter Golf Tour
«L'immobiliare è sempre stato il suo sesto senso. Che altre
iniziative ha generato, dopo i grattacieli di Man?»
«Abbiamo acquistato un importante fabbricato in Via Filzi nella
zona direzionale di Milano e abbiamo invece ceduto la proprietà
dell'Hotel Trento.»
«Venduto?»
«Si, sono sempre stato del parere che gli investimenti devono farli
i diretti interessati. L'ITAS è una Compagnia di Assicurazione e
non si dedica ad attività alberghiere.»
«A proposito, che fine hanno fatto gli arazzi di Depero che c'erano
all'Hotel Trento?»
«Li abbiamo noi.»
«Ma non siete neanche collezionisti di opere d'arte…» - insinuo
scherzando.
«Come no? Il presidente Grezler, ad esempio, ci aveva
lasciato in donazione la sua collezione di opere d'arte, una serie
di dipinti del '600 e '700 veneziano.»
Mi mostra una pubblicazione intitolata appunto «Donazione
Grezler». Tra le opere riprodotte trovo la tavola che era
stata prestata in occasione della prima mostra dello Spumante
Trentino. Rappresenta Bacco in un bel contesto giustamente
intitolato Baccanale.
(Lo riproduciamo qui
sopra).
«E dove sta la collezione Grezler?»
«L'abbiamo collocata in comodato gratuito al Museo del
Buonconsiglio, così è visitabile, curata e sorvegliata.»
«E gli arazzi di Depero dove li tenete?»
«Qui in sede.»
Mi accompagna a vederli (nella foto qui sotto). Sono uno
più bello dell'altro, grandi come li ricordavo.
«E questi li conserviamo noi. - precisa. - Abbiamo trovato una
restauratrice di tessuti che abbiamo anche segnalato al Ministero dei Beni culturali.»
«Anche lei ha acquisito opere d'arte, in tradizione con i suoi
predecessori?»
«Certo, è stata integrata la quadreria di proprietà ITAS con
l'acquisto di opere di Depero, Iras Baldessari, Bezzi, Wolf,
Schweizer, Turella e altri contemporanei.»
«Mi scusi, ma tornando alle sue vocazioni immobiliari, che ruolo ha
giocato l'ITAS nel progetto di ristrutturazione del terreno che era
della Michelin?»
«Come le ho anticipato prima, siamo entrati con una buona quota
nella Società "Iniziative Urbane", la quale ha affidato
all'architetto Renzo Piano la progettazione articolata di
quell'area.»
Va a prendermi dei prospetti e me li mostra.
«Ecco, vede? Questo è il progetto del nuovo Museo di Scienze
Naturali, il "Muse", e questa è la nostra nuova sede. Sarà lì.»
«Lasciate questa bellissima sede?»
«Sì, anche se è uno dei più bei palazzi della città, certamente il
più alto del centro. Venga che le faccio ammirare Trento dall'alto,
è un vero spettacolo!»
Mi accompagna sulla terrazza dell'ottavo piano. Davvero una vista
unica.
Nella foto sopra l'area ex Michelin. La nuova sede sarà
lungo la ferrovia.
Nell'immagine sotto, come
sarà la nuova sede dell'Itas vista di fronte.
«E quanto costerà la nuova sede, come il Museo di Scienze?»
«Il Muse? No, no, molto meno della metà.»
«Amen…»
«Senta, dottor Benedetti, l'Itas ha sempre seguito alcune
iniziative nell'ambito dello sport, l'arte e la cultura...»
«Infatti, sono solito dire "l'ITAS per la cultura, per l'arte e per
lo sport". »
«Il premio letterario Itas del Libro della Montagna come è
nato?»
«In occasione del compleanno dei 150 anni di vita dell'Itas, era il
1971. Si decise di avviare un'importante iniziativa letteraria
rappresentativa del nostro territorio e destinata a durare nel
tempo.»
«Chi furono i promotori?»
«Il Direttore generale di allora, Aldo Matassoni, e il Presidente
Claudio Grezler.»
«Un personaggio storico anche Grezler…»
«Fuori dubbio. Come detto, decisero di dare vita a un premio
letterario che esaltasse la cultura della montagna.»
«Quindi non c'entra con il Film Festival della Montagna?»
«Assolutamente no, hanno vite separate. Ma
giustamente la cerimonia fu sempre collocata all'interno della
settimana di effettuazione del Film Festival perché in quel periodo
c'è il clima giusto per dare grandi spazi ad arte e cultura.»
(Nella foto qui a
fianco, mentre legge il dettato della Giuria)
«Qual
è il vostro impegno?»
«L'Itas individua una Giuria selezionata tra personaggi
rappresentativi del mondo della letteratura e della montagna e
nomina Presidente di Giuria. Un lavoro non da poco per i Giurati
tenuti a leggere tutti i testi presentati facendolo in maniera
critica e costruttiva. Pensi che quest'anno le opere presentate a
concorso sono più di cento.»
«Chi è il Presidente di Giuria?»
«Attualmente, è un grande personaggio, quale è Mario Rigoni Stern,
ben noto sia quale scrittore e interprete della cultura di
montagna.»
«Non credo che il Premio Itas costi poco…»
«No, costa come tutte le cose fatte bene e secondo la consuetudine
dell'ITAS in un'ottica che presenti in maniera adeguata e
pertinente la rispettiva immagine in ogni circostanza.»
«Mi farò vivo per approfondire il golf con voi…» - sorrido.
«Guardi, ho proprio qui sotto mano l'invito alla premiazione della
gara che il nostro agente di Roma organizza al circolo dell'Acqua
Santa. - Me lo mostra. - Com'è il circolo?»
«L'Acqua Santa? Il migliore della Capitale. Si trova sull'Appia
Antica. Pensi che il "fuori limite" è segnato dall'antico
acquedotto romano…»
L'intervista è finita, ma voglio cavarmi un'ultima curiosità.
«Dottor Benedetti, cosa pensa del presidente Dellai?»
«È una persona intelligente e di grandi intuizioni politiche, molte
spanne al di sopra di coloro che gli stanno attorno. La cosa più
sorprendente è che nei suoi interventi è sempre circostanziato e
preciso, cogliendo gli aspetti sostanziali dei problemi.»
«Ho
l'impressione che in questa dichiarazione nasconda un rovescio
della medaglia…»
«No, la mia perplessità è generale. Sul sistema. Anzi, sia su
quello provinciale che sui comuni.»
«Cioè?»
«La nostra Autonomia soffre di gigantismo. Il potere adesso viene
affidato a persone che non sono più il frutto di una faticosa
conquista e di una delicata negoziazione politica. I mezzi a
disposizione sono straordinari… Li capisco, sa? Perché ai nostri
tempi era tutto da fare e le risorse finanziarie praticamente
inesistenti. Una piccola emergenza poteva sconvolgere il bilancio
per qualche anno… E poi, non voglio fare paragoni, sia ben chiaro,
ma se faccio riferimento al mio mandato di Sindaco, era forte
l'ambizione di adempiere un servizio per la propria Comunità.
Adesso è piuttosto una professione e ritengo si sia perso
"l'animus" con cui si operava in quel contesto.»
«Suggerimenti?»
«No, no, per carità! Sono felice che le generazioni attuali godano
uno status ben diverso da quello riferito alla mia, ma attenti a
non cullarsi troppo beneficiando delle risorse attuali.»
Guido de Mozzi
(3/3 - Fine.)