Kosovo, feriti 14 alpini italiani del contingente KFOR

Tre sono gravi ma non in pericolo di vita. Sono rimasti ustionati dalle bombe molotov lanciate dai manifestanti serbi contrari all’insediamento del nuovo sindaco

>
Questo pomeriggio le unità di KFOR sono state impiegate nel contenimento di violente manifestazioni nelle quattro municipalità del Nord del Kosovo.
Durante il contrasto delle frange più attive della folla, diversi soldati del contingente italiano appartenenti al 9 reggimento Alpini l'Aquila, hanno riportato ferite da trauma e ustioni dovute all'esplosione di dispositivi incendiari. Bombe molotov.
 
Prontamente soccorsi dalle unità mediche di KFOR, sono attualmente sotto osservazione del personale sanitario che ne sta accertando le condizioni.
Il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, segue l'evoluzione della situazione per il tramite del Comando Operativo di Vertice Interforze ed esprime vicinanza ai militari feriti e ai loro familiari.
 

 
In una nota, la Nato condanna questi attacchi «non provocati» e si dice si dice «pronta a reagire».
Lo speriamo davvero, perché non possiamo mandare i nostri ragazzi a rischiare la vita senza dargli il permesso di difendersi adeguatamente.
 
Ferma condanna da parte della presidente Meloni: «Quanto sta accadendo è assolutamente inaccettabile e irresponsabile. Non tollereremo ulteriori attacchi.»
«L'impegno del Governo italiano per la pace e per la stabilità dei Balcani occidentali – ha concluso – è massimo e continueremo a lavorare con i nostri alleati.»
Solidarietà anche dal ministro degli Esteri Tajani e - meno male - dal ministro della Difesa Crosetto.
 

 
La Kfor, la missione Nato, è entrata in Kosovo nel 1999 ed è poi arrivata a contare 50mila soldati da 39 Paesi, anche estranei all’alleanza atlantica. A oggi restano 3.802 militari, di cui 638 italiani.
I colloqui di pace in corso a Bruxelles tra serbi e kosovari sono in stallo.