Come scegliere l’impastatrice per pizza: tipologie e differenze
Come risparmiare tempo e fatica, consigli utilissimi quando si parla di impasti
Sempre più usato per pietanze dolci e salate, il robot da cucina è l’elettrodomestico che non può mancare in casa di appassionati e aspiranti chef.
Permette di risparmiare tempo e fatica, soprattutto quando si parla di impasti.
E se molti scelgono la planetaria per la sua caratteristica versatilità, chi punta ad una pizza come al ristorante dovrebbe considerare l’acquisto di un’impastatrice specifica.
A differenza di quanto si potrebbe immaginare, infatti, la planetaria non è adatta a qualsiasi preparazione. Per pane e pizza servono impastatrici progettate per la lavorazione di impasti anche duri e che non riscaldino eccessivamente il composto. Attrezzature professionali che garantiscono risultati eccellenti, semplicità d’utilizzo e ridotta rumorosità.
L’impastatrice per pizza può essere a spirale, a forcella o a bracci tuffanti. Le differenze riguardano non solo il funzionamento, ma anche il tipo di preparazione per cui sono maggiormente indicate.
Quelle a spirale sono ottime per gli impasti con una percentuale d’acqua superiore all’85%, mentre i modelli a bracci tuffanti e a forcella sono solitamente usati per lavorazioni molto delicate, tra cui colombe pasquali e panettoni.
Nello specifico, l’impastatrice a spirale lavora il composto dall’alto verso il basso e ha il vantaggio di ridotti tempi di lavorazione, merito della velocità di rotazione di vasca e braccio.
Risulta inoltre molto versatile e disponibile in una vasta gamma di dimensioni: la capacità della vasca può anche superare i 60 litri.
Ottimi per gli impasti con un’elevata percentuale di acqua (anche oltre l’80%), i modelli con bracci tuffanti, lavorano la pasta sia con movimenti circolari che in senso verticale, simulando il movimento delle braccia.
La scelta giusta per tutti quei composti che richiedono una buona ossigenazione, con particolare riferimento alle preparazioni con impasti voluminosi, come focacce, panettoni, pandori e alcune tipologie di pane, ad esempio le baguette.
L’impastatrice a forcella invece è utilizzata principalmente per impasti duri.
È ideale per i composti in cui la percentuale di acqua non raggiunge il 60%, mentre è sconsigliata quando si tratta di impasti molto morbidi.
Prevede una lavorazione lenta, con un conseguente aumento dei tempi, e una scarsa ossigenazione degli impasti.
Nel confronto con quelle a spirale e a bracci tuffanti, è l’impastatrice più lenta, tuttavia è anche quella che cede meno gradi all’impasto.