Storie di donne, letteratura di genere/ 542 – Di Luciana Grillo

Manuela Piemonte, «Le ciclopi» – Storie di donne che, alla fine, pensano che sia meglio… «chiudere un occhio», come il Ciclope

Titolo: Le ciclopi
Autrice: Manuela Piemonte
 
Editore: Nutrimenti, 2024
Genere: Narrativa femminile contemporanea
 
Pagine: 128, brossura
Prezzo di copertina: € 17
 
Manuela Piemonte racconta le donne dei nostri giorni, giovani e meno giovani, inquiete, alla ricerca di sicurezza, di un lavoro che non sia a termine o a progetto, di una condizione sociale ed economica accettabile: donne che guardano con un occhio solo, per adeguarsi alla situazione che vivono, donne-ciclopi che vanno avanti nonostante tutto.
Queste storie sono amare e profonde, mai banali o noiose, condite con un tocco di cinismo, di ironia e autoironia, di consapevolezza e di accettazione.
C’è la trentacinquenne licenziata la cui vita non interessava a nessuno in ufficio, «i discorsi da una scrivania all’altra aleggiavano intorno alle mie colleghe per pochi attimi e cadevano nel cestino, gettati via come i cartoncini su cui si spruzzano i profumi che non indosseremo mai».
 
Se ha bisogno di un mutuo per acquistare casa, «il mio reddito non era così basso da poter presentare domanda per le case popolari, comunque i punti li davano alle famiglie con figli, niente mi inseriva nel piano di welfare statale, nemmeno la solitudine».
Laura, invece, riflette sulle parole, sui sinonimi, sui ricordi che ogni parola evoca, ma «ogni parola non è più la stessa, quando un sogno si spezza»… il suo si è spezzato quando Paolo, a due giorni dal loro primo anniversario, muore e la lascia per sempre.
Anna occupa un «posto vacante…non possiamo garantirti nulla dopo i sei mesi… Contratto di stage, qui si inizia così…»
 
Il contratto è rinnovato, di sei mesi in sei mesi; Anna ha una tessera magnetica, senza nome e senza foto, c’è solo scritto «Ospiti», che vuol dire «lavoratori a termine», e per festeggiare il quinto rinnovo, andrà a cena con Giovanni.
Marina insegna alla scuola di musica due volte a settimana, ma fuori ha altri impegni: concerti, lezioni, concorsi, eppure «in quella scuola non valgo nulla… ce l’ho ancora nella pancia, la sensazione di non valere nulla, e di come invece ai tuoi occhi valevo, non ero povera né inferiore, non importava che io fossi office bound. Per te ero una delle ragazze che corteggiavi, in questo ero uguale a tutte».
 
L’adolescente invece vuole essere diversa da tutte, perché le «piacerebbe fare l’attrice ma prima devo diventare altissima. Bella lo sono già…».
A scuola va male, l’insegnante la chiama cretina, alle domande dei genitori risponde stringendosi nelle spalle o facendo no con la testa, è molto sola, comincia a mangiare sempre meno, un giorno trentacinque penne rigate, il giorno successivo trenta… e così via.
Tra le altre donne, c’è anche una vecchia scrittrice, sola, che non riesce più a leggere, ha bisogno che qualcuno legga ad alta voce per lei, e Maria «apriva il libro e dava voce alla storia, mentre la scrittrice chiudeva gli occhi fragili…».
 
Una nonna telefona alla nipote, ne segue le tante piccole attività, dal sottotitolare in francese al lavoro in pizzeria, dalle ripetizioni all’aiuto ad una ex cantante lirica che vuole rispondere all’email dei nipoti canadesi…
Una ragazzina partecipa alle gare di kart, da grande ricorda: «volevo nascere velocità, pura ed essenziale, che ti manda il cuore a centottantotto battiti al minuto, e ti porta via dalle strade in cui nessuno ti ascolta e dalle case nuove di zecca in cui i genitori discutono di segreti e pericoli, a bassa voce, dopo aver parlato dei regali di Natale».
 
Carla, «se a venticinque anni non fosse stata lì a rimirare Michelangelo per ottanta euro al giorno, avrebbe risposto all’annuncio perfetto, al colloquio decisivo e non si sarebbe mai trovata a chiedersi come si fa ad accettare un pacco di viveri in dono».
Storie di donne che, alla fine, pensano che sia meglio «chiudere un occhio», far finta di non vedere e non sentire, andare avanti comunque… ma nell’ultimo racconta arriva un serpente a scompigliare le carte.

Luciana Grillo - [email protected]
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