Brexit, stavolta la May incassa la fiducia per 19 voti

Ora si appella ai parlamentari affinché si compattino per concludere l’uscita dalla UE

La premier Theresa May ha ottenuto dal Parlamento la fiducia: per 19 voti è stata respinta la mozione di sfiducia che era stata posta dal laburista Jeremy Corbyn l’indomani della bocciatura dell’accordo con l’Unione Europea per l’uscita dalla UE.
Adesso però si trova costretta a far quadrare il cerchio, nel senso che deve raccordare la grande distanza che c'è tra la volontà parlamentare e l’accordo con la Commissione Europea.
Come ha ammesso la stessa May, non esiste un piano B e l’uscita senza accordo potrebbe avere conseguenze economiche devastanti.
 
La criticità della situazione sul fronte interno sta soprattutto nel ripristino del confine tra Irlanda del Nord e Irlanda del Sud, previsto dall’accordo con Bruxelles. Si ricorda infatti che fu proprio la caduta del confine la chiave di volta per la pace raggiunta nel 1998. E su questo aspetto i parlamentari nord irlandesi non vogliono cedere.
La criticità con i rapporti europei va collocata quantomeno alla scadenza delle elezioni europee del prossimo mese di maggio. Senza uscita dall’Unione Europea, i cittadini del Regno Unito hanno il diritto di votare. Il che non ha senso e pertanto non trova logica lo slittamento della scadenza per la firma dell’accordo.
 
La Merkel ha detto che l’Europa è disponibile ad aiutare la Gran Bretagna, ma non a discapito dei cittadini europei.
Insomma, comunque la si voglia vedere, la Brexit è stata una scelta che alla prova dei fatti risulta impercorribile.
Impossibile rinunciare ai benefici imparati a conoscere negli anni dell’Europa.
Ma l’altra via, quella di un nuovo referendum sulla Brexit, è scartata decisamente dalla May.
La situazione pare senza vie d’uscita, ma sappiamo che la politica è l’arte di trovare soluzioni quando la razionalità non riesce a trovarne.
Questa esperienza è quantomeno servita a far toccare con mano i vantaggi a stare nell'UE.