La nostra amata Rovereto/ 6 – Di Paolo Farinati

Intervista a Gian Franco Mulas, titolare della trattoria Assaporando in Piazza Malfatti 8

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Siamo arrivati al lungo fine settimana dell’Immacolata, anche se quest’anno assai condizionato dal Covid19, ma il fascino della mia Rovereto non cambia.
Attraverso Piazza della Pesa ed entro in Piazza del Grano, oggi chiamata pure Piazza Malfatti, in ricordo di quel grande Podestà Valeriano che condusse la città con inimmaginabili coraggio e lungimiranza tra la seconda metà dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.

Sono piazze che conosco fin da bambino, quando gli zii Cramerotti mi ospitavano nella loro corte in fondo a Piazza San Carlo e così per ore potevo vagabondare con la mia prima bicicletta in ogni dove.

Sul versante nord di Piazza del Grano si trova la Trattoria Assaporando, condotta con immensa passione da Gian Franco Mulas, nato in quel cuore meraviglioso e generoso della Sardegna chiamato Ogliastra, e da sua moglie Erica, trentina DOC.
Entro e vengo accolto dal loro sorriso.

Tutt’intorno mi narra per l’appunto di Sardegna, di quell’isola immensa, misteriosa, orgogliosa.
 

 
Gian Franco, buongiorno. Innanzitutto i più sinceri complimenti per la sua Trattoria Assaporando, luogo apprezzato e che arricchisce la bella Piazza del Grano di Rovereto. Ci racconti in breve la storia di questa di Sua attività. Dove e quando nasce l’idea? Quali sono il significato e il messaggio propri del nome Assaporando?
«Assaporando nasce dalla mia passione per la cucina, che ho ereditato da Amelia, mia madre. Con un’idea che aveva ancora l’aspetto di un sogno, dodici anni fa ho partecipato a un progetto di Trentino Sviluppo che mi ha aiutato a dare vita al progetto imprenditoriale: il proposito iniziale era quello di realizzare una gastronomia d’asporto, e solo con il passare del tempo questa si è poi trasformata in trattoria.
«Assaporando nasce come una realtà in cui, come dice il nome, assaporare e apprezzare insieme, in cui proporre prodotti artigianali scovati all’interno del territorio nazionale o locale, che nascono da piccole aziende capaci di altissima qualità.»
 
Lei è nato nella splendida Sardegna, isola dai mille sapori e dalla bellezza impareggiabile. Come vuole farla conoscere di più ai cittadini di Rovereto?
«Esatto, io sono nato in Sardegna, più precisamente in Ogliastra, una zona forse poco conosciuta a livello turistico, ma ben più famosa come blue zone (patria di centenari) e terra dei culurgiones, una pasta ripiena con pecorino, patate, menta e aglio, chiusa a mano a spiga e piatto principe della cucina sarda (recentemente riconosciuti come IGP).
«La cucina sarda è capace di regalare emozioni e di far conoscere la bellezza della mia terra attraverso i suoi piatti: per questo vorrei inserirne alcune ricette nel menù, per farla scoprire ai roveretani e permettere loro di viverla, anche se solo in piccola parte.»
 


Come si conquista una clientela di montagna come quella di noi trentini?
«Ho cercato, e sto cercando tutt’ora, di farmi conoscere dai trentini proponendo loro piatti non facenti parte della tradizione locale. Distinguendomi come proposta da altri miei colleghi, cerco di arrivare ai loro cuori passando per il palato.»
 
Quali sono i piatti e i vini della Sua amata Sardegna che propone più volentieri?
Guardando non solo all’Ogliastra, ma a tutta la Sardegna, credo che i più rappresentativi possano essere gli spaghetti con la bottarga di muggine di Bugerru (in provincia di Cagliari) o con il cuore di tonno di Carloforte, in Sud Sardegna.
«Senza ombra di dubbio più tradizionali, più vicini alle nostre radici, sono i culurgiones all’ogliastrina, preparati come li ha sempre cucinati mia mamma, i malloreddus, degli gnocchetti lavorati rigorosamente a mano con il ragù di pecora sarda, in stagione, o di cinghiale, e la fregola, la tipica pasta sarda con vongole o bottarga.
«E come non pensare poi al porceddu, il tradizionale maialetto? Questo lo cuciniamo solo su prenotazione, vista la laboriosità della preparazione.
«Parlando poi di vini, tra i sardi spiccano il Vermentino, il Cannonau e il Carignano, tutti selezionati tra cantine conosciute come Argiolas, Santadi e Agripunica. Tra le etichette di vini trentini ci piace invece consigliare produzioni della pregiata tenuta San Leonardo di Borghetto e della Cantina Revì di Aldeno.»
 
Lei è imprenditore stimato in città. Cosa chiede alla nuova Amministrazione comunale per migliorare la nostra Rovereto? E in particolare il suo piccolo ma originale centro storico?
«Come piccolo imprenditore del centro storico vorrei chiedere all’amministrazione di puntare al turismo, mettendo al centro, o comunque in primo piano, il nostro splendido Mart: abbiamo una risorsa splendida, che fa accorrere nella nostra città turisti da tutte le parti d’Italia e d’Europa quando mette in piedi una mostra di rilievo, e troppo spesso ce ne dimentichiamo.
«Vorrei inoltre che l’amministrazione si rendesse conto della bellezza e delle potenzialità di questa città, un gioiellino nella nostra valle.
«Una mia proposta è che il Comune e l’APT propongano collaborazioni con le APT e i Comuni della montagna, quali Folgaria, Brentonico, Val di Gresta, e del lago quali Nago - Torbole, Riva del Garda, Arco, Malcesine.»
 

 
Piazza del Grano è frequentata soprattutto dai nostri giovani. Come far conoscere loro la straordinaria tradizione della Sardegna?
«Esatto, la nostra piazza accoglie soprattutto giovani grazie ai locali qui vicini: a volte capita di collaborare con uno di questi, servendo al tavolo stuzzichini da asporto come accompagnamento o secondi piatti.»
 
Sua moglie è di Rovereto. Lei ormai si sente roveretano? O la nostalgia dell’isola è ancora forte?
«Mia moglie Erica è una preziosa aiutante, nella vita come all’interno della trattoria, e senza di lei questo sogno non si sarebbe mai potuto avverare.
«Io sono stato ben accolto (mi piace pensare di essere un po’ stato adottato) in Trentino, e in particolare a Rovereto. Al Trentino devo molto.
«La nostalgia per la Sardegna ovviamente c’è: oltre agli affetti, ai cari, mancano quei luoghi che ho conosciuto fin da bambino, i profumi e i sapori che ho imparato ad amare. Però sono fortunato, perché una parte dei miei familiari vive qui.»
 
Quali sono i giorni e gli orari di apertura della sua Trattoria Assaporando?
«Al momento, vista l’emergenza Covid-19, l’orario è ridotto: apriamo solo a pranzo, come da disposizioni.»
 

 
La convivenza con il Covid 19 non è semplice. Lei come si è organizzato?
«Per affrontare il COVID ci si è attivati seguendo tutte le disposizioni previste (dispenser di gel igienizzante dislocati per il locale, mascherine, rilevatore di temperatura corporea, ecc.), riducendo anche i posti a sedere.
 
Le chiediamo infine un messaggio di fiducia per tutti i nostri cittadini.
Nonostante il periodo drammatico che si sta vivendo, vorrei che la gente ritrovasse la propria serenità, ritagliandosi uno spazio per sé e per i propri cari.
«Natale è ormai vicino, e quindi perché non riappropriarsi di un po’ di normalità, riscoprendo la nostra meravigliosa città?
«Siamo stati in casa anche troppo a lungo per limitarci a cercare regali e pensierini online, proviamo a vivere il piacere di visitare i negozi e locali di Rovereto e le piccole gioie che hanno da offrirci!»
 
Paolo Farinati – [email protected]