Assemblea degli industriali del trentino 2023
Il tradizionale reportage del nostro Maurizio Daniele Bornancin
Fausto Manzana, presidente di Confindustria Trento.
L’assemblea 2023 di Confindustria Trento, si è basata sulla presentazione del progetto conclusivo “Società Trentino 5.0” conseguenza di un lavoro durato due anni e realizzato dallo Studio Ambrosetti con la collaborazione degli imprenditori.
Una sorta di nuova visione per il Trentino futuro, condivisa e aperta alle nuove sfide che si presentano costantemente nella società attuale.
In questo nuovo incontro con i fedeli lettori della rubrica Scenari, ho ritenuto importante prendere in considerazione due dei qualificati interventi che si sono succeduti durante questo importante momento per il sistema industriale trentino: la posizione del Presidente Manzana e l’illustrazione della missione del Trentino 5.0 dell’esperto Lorenzo Tavazzi.
Manzana ha ricordato che l’impostazione data al progetto Trentino 5.0 è quella di cercare di bilanciare il progresso economico con la risoluzione dei problemi sociali e strutturali, tramite un nuovo sistema idoneo a integrare il mondo reale con quello delle nuove tecnologie digitali.
Per questo progetto Confindustria, in due anni di lavoro, di confronto con gli imprenditori ha dedicato impegno ed energie.
Ha svolto un lavoro di studio del presente e del futuro del nostro sistema produttivo, ascoltando gli industriali, la comunità.
Oggi questo lavoro sarà presentato a tutti, le nostre proposte diventeranno così possibili azioni e strategie concrete.
Un documento programmatico anche per le forze politiche che verranno dopo le prossime elezioni di ottobre.
Alcune riflessioni scaturite dai confronti effettuati con gli imprenditori vengono di seguito riassunte.
Ognuno deve fare la propria parte.
Noi tutti, con le nostre aziende siamo qui per fare questo con umiltà, per portare il nostro contributo e per lavorare insieme per il bene della comunità, quel lavorare meglio in questo momento di una globalizzazione sempre più dinamica e veloce, per definire con convinzione come deve essere il nostro futuro.
Un ruolo sociale che ci compete e che vogliamo continuare a svolgere. L’idea stessa di democrazia è sempre incompiuta, è sempre da conquistare.
Anche in questo dobbiamo insieme alle istituzioni impegnarci.
Siamo davanti ad una nuova globalizzazione, e quindi è necessario riposizionare le nostre imprese in termini di patrimonializzazione e dimensione non solo in trentino ma anche nel resto del territorio nazionale.
Una globalizzazione che promuove nuovi stili di vita, cambiamenti climatici con conseguenze importanti e dannose per i territori, l’invecchiamento demografico, sono tutti campi cui meritano la nostra massima attenzione.
È necessario avviare progetti concreti e migliorare quelli esistenti nel campo dell’occupazione femminile, creando servizi a tutela delle donne lavoratrici e per la genitorialità.
Non dimentichiamo l’occupazione giovanile, se si pensa che in Trentino il saldo migratorio dei giovani non è molto lusinghiero.
Tra il 2011 e il 2021 (dieci anni), hanno trovato lavoro all’estero 1100 laureati giovani tra i 20 e i 39 anni, su un totale di 17500 giovani con vari gradi d’istruzione.
Occupazione femminile e giovanile devono diventare i pilastri del sistema produttivo presente e futuro.
Per il sistema trentino, l’Università deve essere importante per lo sviluppo economico e sociale e solo con un concreto equilibrio di bilancio può diventare un’università adeguata, aperta, ed eccellenza non solo per il nostro territorio ma anche per l’Europa.
Per rimanere vicino alle nostre problematiche, ossia per quanto attiene i vari Confidi divisi per ogni categoria economica, noi diciamo nuovamente si a uno e unico strumento e struttura organizzativa, per così migliorare il sistema trentino.
Il nostro progetto per il trentino di domani pone le persone al centro di ogni azione, le nostre aziende devono crescere con sistemi di qualità sulla sicurezza nel lavoro, con personale sicuro in un ambiente sano e in condizioni di qualità della vita.
Con le organizzazioni sindacali dobbiamo operare insieme ai fini di migliorare i contratti aziendali, con retribuzioni più adeguate al momento attuale, con premi non solo economici ma anche con strumenti integrativi nel campo sociale, del benessere del collaboratore per il bene dell’azienda.
Certo una delle nostre preoccupazioni è la difficoltà a trovare personale qualificato ma insieme agli organismi preposti individueremo dei canali che possano soddisfare le aziende e i lavoratori.
Dobbiamo in ultima analisi, creare le condizioni per far diventare il trentino, un’eccellenza nel mondo, partendo dalla sostenibilità.
Oggi parliamo anche alle istituzioni, al prossimo governo dell’Autonomia (Autonomia come strumento irrinunciabile per rilanciare l’economia del territorio), ai cittadini, a tutti quelli che contribuiscono allo sviluppo del nostro territorio. In altri termini, l’obiettivo deve essere quello di lavorare insieme per una nuova sinergia di sistema.
Confindustria ha lanciato una sua visione per un Trentino equo, sostenibile e inclusivo, questa deve diventare una priorità per tutti e non solo una sfida.
Lorenzo Tavazzi responsabile dell’Area Scenari e Intelligence dello studio Ambrosetti, ha illustrato le varie fasi e proposte del progetto
«Duemila trentino – futuro e presente», un insieme di azioni per il rafforzamento economico e produttivo del territorio.
La crescita del sistema produttivo trentino come volano per trasformare e ripensare il territorio. Questo perché oggi siamo immersi in una profonda trasformazione della nostra società dove i tradizionali modelli economici, industriali e relazionali vanno ripensati.
In ambito europeo ad esempio in Italia dal 2000 al 2022 il tasso di crescita si è rallentato con un percorso lento.
Oggi siamo davanti ad un Paese più povero rispetto ad altri Paesi europei.
I salari e il potere d’acquisto sono fermi dal 2000. Il 2022 è stato l’anno più buio per il cambiamento climatico con l’aumento delle temperature, una siccità mai registrata negli anni passati, con continue piogge e alluvioni, anomalie termiche queste che hanno messo a dura prova il sistema agricolo e dei territori, con una perdita significativa delle risorse idriche e del sistema economico produttivo complessivo.
Un altro dato che desta una certa preoccupazione in generale, è la parte di giovani che non studiano, non lavorano e non cercano lavoro. L’incidenza media 2022 nei Paesi europei si attesta sul 9,6% della popolazione giovanile (15-24 anni) mentre in Italia ha raggiunto il 15,9%. Il modello che è proposto dopo un’operazione ascolto e collaborazione da parte degli industriali trentini, riguarda la capacità del territorio di generare reddito, la capacità di tutelare l’ecosistema, la capacità di generare benessere equamente distribuito.
Alcune delle proposte per lo sviluppo del territorio s’identificano nella centralità della persona e qualità della vita, nell’innovazione e nel benessere aziendale e della comunità, o meglio un nuovo umanesimo, dove la caratterizzazione si fonde in una nuova imprenditoria responsabile.
Un punto importante e che fa ben sperare anche per il futuro è che il Trentino è al primo posto in Italia per le buone pratiche di responsabilità d’impresa, rispetto alle altre Regioni e Provincie autonome del nostro Paese, non da ultimo una forte sensibilità verso il benessere dei lavoratori, verso il lavoro e il capitale umano.
Lorenzo Tavazzi.
Una delle nuove frontiere è l’applicazione di tecnologie particolari e necessarie all’azienda come l’intelligenza artificiale nell’attuale contesto di cambiamento garantendo lo sviluppo economico e un progresso inclusivo e sostenibile.
Altri obiettivi sono stati elencati come ad esempio: la promozione del lavoro e dell’imprenditorialità femminile, un nuovo metodo per attrarre capitale umano, sono condizioni per una crescita complessiva.
Così com’è fondamentale il potenziamento delle competenze specialistiche a carattere scientifico, dove è importante il coinvolgimento dell’Università e degli istituti superiori, del settore.
«Occorre inoltre ribilanciare le disuguaglianze economiche e sociali tra i territori: centro e periferie.
Le sfide s’incentrano sulla promozione di nuovi modelli di welfare aziendale, sull’implementazione del sistema di cure sanitarie come la telemedicina, sulla formazione delle competenze, su nuovi modelli di produzione e di consumo delle risorse idriche, sulla mobilità sostenibile, sul potenziamento dei servizi in particolare nelle valli.
Tutto questo per non correre il rischio di giungere ad una perdita di futuro.
Un confronto con gli imprenditori che ha determinato non solo il documento in questione, ma alcuni punti fermi, guida per il modello trentino: sostenibilità, imprenditoria responsabile, retribuzioni, occupazione femminile, sanità, natalità, autonomia, qualità della vita innovazione.
«Questi sono, di fatto, valori importanti per le aziende trentine e condizioni per la crescita.
Una certa importanza viene anche data alla necessità di aumentare la quota di aziende esportatrici e la propensione all’e-commerce, l’adeguamento delle aziende per affrontare i nuovi scenari economici e sociali. Di notevole importanza anche la ricerca e l’applicazione di nuove tecnologie nel processo produttivo nell’organizzazione aziendale, nella qualità e sicurezza del lavoro.
Tavazzi, prendendo in prestito la storica frase di Seneca filosofo e senatore dell’epoca romana «Non c’è vento a favore per chi non conosce il porto» ha così concluso il suo intervento.
Disponibilità, collaborazione, responsabilità questo il messaggio lanciato dagli industriali trentini, che porta ad una visione concreta del futuro.
Confindustria Trento ha voluto porgere la mano alla politica, per preparare un accordo con le rappresentanze politiche che formeranno il Consiglio provinciale della imminente legislatura ponendo come obiettivo immediato la propria disponibile collaborazione. La politica futura saprà fare altrettanto?
A cura di Maurizio D. Bornancin