Storie di donne, letteratura di genere/ 509 – Di Luciana Grillo
Sara Conci, «La forza di una madre» – Si tratta di una lunga confessione multipla di donne che si raccontano formando un unico agghiacciante mosaico
Titolo: La forza di una madre
Autrice: Sara Conci
Editore: Edizioni del Faro, 2021
Genere: Romanzo
Pagine: 236, Brossura
Prezzo di copertina: € 14
Più che di un romanzo, si tratta di una lunga confessione multipla: donne che parlano e si raccontano, una donna capace di ascoltare, comprendere, collegare le tessere di un unico agghiacciante mosaico.
Il titolo fa riferimento a una di queste donne che ha difeso con le unghie e con i denti il suo bambino, nato da una relazione tempestosa con un uomo manipolatore, protetto dai genitori. Insomma, un amore malato, sbagliato.
L’autrice dichiara fin dall’inizio di non essere una femminista, di raccontare una storia complicata e dolorosa, «sperando di dare coraggio alle molte persone che si trovano in difficoltà».
Vorrebbe invitare lettrici e lettori a chiedersi cosa fare, quali scelte operare per essere felici; vorrebbe che riflettessero sul fatto «che nessuno è mai proprietà di qualcun altro»; vorrebbe riflettere e far riflettere su parole che non sono rivolte esclusivamente alle donne, ma anche agli uomini, perché anche a loro può capitare di essere vittime di violenza.
E cominciano le testimonianze, le considerazioni di queste donne protagoniste del libro: la prima è Minerva, che ha avuto un figlio da un uomo di cui si è liberata, sostenendo infinite e durissime lotte: «a volte soffro per quest’assenza, credo sia l’unica cicatrice che ancora non ho ben rimarginato… è un bene che lui sia lontano da noi, ma crescere un figlio senza la radice maschile… è per me una grande sconfitta…».
Minerva sognava di girare il mondo, ma Tiziano la corteggiava, «era disposto a tutto pur di raggiungere i suoi scopi», e lei pensava di potergli sfuggire, di realizzare il sogno di un lungo viaggio.
Tutto però prende una piega diversa, il viaggio diventa un percorso a ostacoli, il giorno più bello è quello che Minerva trascorre a Dubai, finalmente sola.
Più o meno in contemporanea, Tiziano, mentre con Minerva ha esplosioni forti di violenza, corteggia Maria, «occhi azzurri e capelli mori tagliati a caschetto», le parla di Minerva, la definisce pazza, ma finisce col trattare male anche lei.
Minerva e Maria riescono a incontrarsi, a parlarsi, anche se per Maria è difficile credere che la violenza di Tiziano possa colpire proprio lei.
E invece accade, lui «le lanciava addosso, con la mano sinistra, qualsiasi oggetto gli capitasse a tiro».
Intanto, la gravidanza di Minerva procede, un po’ dorme dalla mamma, un po’ con Tiziano per il quale «qualunque idea di distanza era un inaccettabile distacco, un rifiuto da combattere».
Ma dopo la nascita del piccolo, Minerva è sfinita, «non reggeva più certe dinamiche», non sopportava bestemmie e offese.
Intraprende le vie legali per il mantenimento del bimbo, c’è uno scambio di accuse, una raffica di esposti e persino la richiesta, attraverso il legale di Tiziano, del test del DNA.
Le conquiste di Tiziano, abilissimo a farsi vedere come una vittima, continuano: è la volta di Serena, «alta e magrolina, con capelli corti e biondi», che sperimenta abbastanza presto la violenza dell’uomo, fatta di gesti brutali e parole irripetibili.
Eppure, in fondo in fondo, pensa che siano episodi sporadici, che abbia sofferto molto, che voglia ricominciare.
Finisce anche col fargli un prestito, ma è veloce nell’andare dai Carabinieri a denunciarlo.
I soldi non li recupera, ma si libera di lui, che la sostituisce velocemente con Michela che però ha prove immediate del suo carattere violento, per cui rintraccia Serena per confrontare le loro esperienze.
Finita bruscamente la storia con Michela, Tiziano si unisce a una ragazza minorenne… intanto Michela «si mobilita per rintracciare le altre ex di Tiziano… E qui, comincia l’avventura, una storia in cui tante storie si incrociano per divenire un’unica storia».
La seconda parte del libro è ricca di documenti, relazioni, decreti, memorie, verbali; le vittime di Tiziano hanno creato un gruppo WhatsApp che si chiama «Gli angeli del bambino», nel senso che tutte si sono impegnate a proteggere il figlio di Tiziano e Minerva, alleate per affrontare insieme una battaglia comune.
Un primo risultato rassicurante è sapere che Tiziano si trova in misura cautelare domiciliare, anche se i suoi messaggi minacciosi continuano ad arrivare.
Ma nulla può fermare Minerva e il gruppo: il Tribunale per i minorenni finalmente «dispone la decadenza della responsabilità genitoriale di Tiziano sul figlio…dispone la revoca degli incontri padre figlio…».
Per Minerva questa comunicazione è un regalo!
Tiziano non cambia, è implicato in risse e spaccio di droghe, dunque va in carcere.
Il figlio, quando lo sa, esulta, dice alla mamma: «Non mi fa male il cuore! Io ho te. E sono felice».
Cosa dire in conclusione? Che tanta persistente violenza andava forse curata alla prima occasione… per fortuna la solidarietà femminile ha saputo manifestarsi compiutamente e ha raggiunto il suo scopo.
Luciana Grillo - [email protected]
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