Un tesoro geologico valorizza il comune di Sagron Mis

Un sentiero per collegare gli antichi siti minerari del mercurio e dell’oro e uno spazio scenico all’aperto nella ex cava

Dominato dal gruppo delle Pale di San Martino a nord e da quello del Cimonega - Dolomiti Bellunesi a sud, il territorio del Comune di Sagron Mis rappresenta il baricentro del Sistema montuoso n. 3 «Pale di San Martino, San Lucano, Dolomiti Bellunesi, Vette Feltrine» del Bene Dolomiti Unesco, dal 2009 riconosciuto Patrimonio Naturale dell’Umanità.
Una delle eccezionalità che meglio si coglie proprio nel territorio di Sagron Mis è sicuramente quella geologica: possiamo infatti dire di poter qui ammirare un vero e proprio gigantesco «libro di pietra» che ha strati come pagine, e in cui si racconta di un paesaggio in continuo mutamento.
Questa eccezionalità ha un’origine precisa nella cosiddetta «Linea della Valsugana», sistema di faglie di valenza regionale che divide l’area del «Sistema 3» in due domini geologici e morfologici ben distinti.
 
La particolarità geologica di questa area geografica ha prodotto nello specifico l’emersione di una vasta area mineraria il cui sfruttamento iniziò ancora nel 1600.
Le miniere sul territorio del Comune di Sagron Mis sono due, la più antica, il cui sfruttamento risale già al ’600, è parte integrante del giacimento di Vallalta (BL) ed era destinata all’estrazione del mercurio.
L'altra, più recente, rappresenta il sogno infranto per la comunità di Sagron Mis. Nel 1948 venne trovato l'oro e questo sfociò in enormi aspettative, che naturalmente si esaurirono ben presto, quando i tenori del minerale rilevati inizialmente non vennero più confermati.
 
La consapevolezza di questa e di altre eccellenze ha spinto l’amministrazione comunale a intraprendere un articolato e partecipato processo di valorizzazione del proprio territorio, volto a garantire uno sviluppo socio economico sostenibile attraverso la promozione di un turismo specializzato, costruito a partire proprio dalle peculiarità uniche e irripetibili di questi luoghi.
Il Comune di Sagron Mis, con il supporto dell'Associazione «Laboratorio Sagron Mis» e il Servizio Conservazione della Natura e Valorizzazione Ambientale della Provincia Autonoma di Trento, ha così realizzato un percorso pedonale, che unisce questi due siti minerari e dotato di pannelli descrittivi denominato «La via dell'oro e del mercurio».
 
Si tratta di un percorso che parte proprio dall’abitato di Sagron e unisce la più recente miniera d’oro con la più antica miniera di mercurio, in località Gosaldo.
Il sentiero è percorribile in circa 2 ore e presenta un dislivello contenuto e dunque è percorribile da tutti.
All’inizio dei percorsi che raggiungono i due siti minerari sono state posizionate altrettante tabelle esplicative della storia e delle specifiche attività che coinvolsero il territorio ed i suoi abitanti.
 
 L’itinerario minerario
Dal parcheggio presso la chiesa di Sagron si scende lungo strada asfaltata toccando le località Pante, Casere e Marcoi, seguendo le indicazioni per «La via dell'oro e del mercurio».
Al bivio dopo l'abitato dei Marcoi si prosegue a sinistra in direzione Vori, raggiungendo in breve il piccolo nucleo di edifici che segna la fine della strada asfaltata.
In prossimità della casa più a monte una bacheca illustrativa indica la partenza del sentiero che porta all'imbocco della miniera d'oro.
Tornati ai Vori si segue verso destra l'indicazione per la miniera di mercurio, percorrendo una strada sterrata e pianeggiante, un breve tratto in discesa di strada asfaltata fino a un'abitazione isolata (località Scudelina).
In prossimità della bacheca esplicativa parte il sentiero che scende alla miniera di mercurio. Il rientro avviene lungo lo stesso tracciato fino alla località Scudelina, poi seguendo la strada asfaltata che riporta alla frazione di Marcoi e, in salita, alla piazza di Sagron.
 
Ma c’è un ulteriore segnale della volontà dell’Amministrazione comunale di Sagron Mis di riqualificare il territorio, creando al tempo stesso nuove infrastrutture leggere e perfettamente inserite nell’ambiente.
A monte dell’abitato di Sagron Mis, proprio di fronte alla nuova struttura alberghiera di Baita Sagron Mis - Dolomiti, l’area di una ex cava di inerti è stata infatti oggetto di un piano di recupero e riqualificazione, frutto di una sinergia tra l’Amministrazione comunale e la Provincia Autonoma di Trento.
A seguito di un primo intervento, operato dal Servizio Valorizzazione e Ripristino della Provincia Autonoma di Trento, questo terreno è stato rimodellato e l'area completamente rinverdita creando un giardino «zen» in cui l’erba ha sostituito la sabbia morenica e alcuni grossi massi morenici sono diventati il fulcro della meditazione.
Il successivo programma di lavori, in fase di ultimazione, consisterà nella realizzazione di un piccolo anfiteatro, ricavato sul pendio sud-orientale della ex cava, e di uno spazio scenico per ospitare eventi culturali e informativi all’aperto in un contesto ambientale particolarmente suggestivo dominato dalle «quinte naturali» delle pareti del gruppo del Cimonega.
 
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