Crescita, finanza e sostenibilità
Finanza per l'ambiente, Mes, patto di stabilità, Recovery Fund, rischio deflazione, debito pubblico: le principali questioni economiche a livello nazionale ed europeo affrontate governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco
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Cosa possono fare le banche centrali, come la Banca d'Italia, per la sostenibilità ambientale? Definire modalità, intermediari, strumenti per soddisfare la domanda di credito destinato a finanziare iniziative capaci di migliorare l'ambiente e la sostenibilità.
Un ruolo di supervisione e investimento: parola di Ignazio Visco, governatore della Banca d'Italia.
«Con tecniche di intelligenza artificiale - ha spiegato il governatore in sala Depero in provincia a Trento - la Banca d'Italia sta già mettendo a punto indicatori validi per individuare gli investimenti con matrice Esg (environment, social and governance): portafogli di investimenti, green bonds, fondi e obbligazioni in campo ambientale e delle tecnologie per l'ambiente. Per Visco l'Italia sconta ancora due gravi ritardi: la connessione a banda ultralarga di imprese e famiglie e le competenze digitali. Ancora troppo scarse. Puntare sull'innovazione e sull'istruzione è la sfida del presente, più che del futuro. L'incertezza economica legata alla pandemia pesa: cambi, prezzi delle materie prime, risparmio difensivo delle famiglie che possono permetterselo, crisi dell'occupazione.»
«Il cambio - ha precisato Visco - non è uno strumento di politica monetaria come lo sono i tassi di interesse. La Banca d'Italia, comunque - ha assicurato - monitora l'andamento dei cambi per valutarne le conseguenze sull'inflazione.»
Il rischio deflazione è stato scongiurato grazie al Quantitative easing di Mario Draghi nel periodo 2014-2018: se nel marzo scorso questo rischio era al 40%, oggi è sceso al 15%. Bene il Mes, «un prestito a condizioni migliori rispetto a quelle di mercato e per un periodo prolungato (10 anni)», destinato a rafforzare le infrastrutture sanitarie, la dotazione di personale sanitario, la sanità territoriale: «Vedo solo vantaggi» ha detto Visco.
Infine, il debito pubblico, salito dal 135% del periodo pre-Covid all'attuale 170%: «Questa crescita è frutto del combinato disposto dato da una maggiore spesa pubblica per far fronte alle conseguenze del virus e a una caduta delle entrate legata all'economica in crisi.»