Missione a La Spezia/ 3: I Palombari della Marina Militare

Il lavoro dei nostri «Men of Honor»: li abbiamo visti operare anche in Trentino Alto Adige a bonificare i laghi tuttora pieni di esplosivi delle due guerre mondiali

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Nelle puntate precedenti sulla nostra missione giornalistica a La Spezia abbiamo parlato della storia di questi gloriosi marinai durante la Seconda Guerra (vedi) e del Museo Tecnico della Marina (vedi).
Ora parliamo del presente e del futuro di questi reparti d’élite che sono gli Incursori e i Palombari della Marina militare che, lo ricordiamo, nulla hanno a che invidiare ai Seal o ai Divers americani, che hanno avuto l’opportunità di essere rappresentati in diversi film di successo frutto della cinematografia soprattutto hollywoodiana o comunque anglosassone.
In realtà, al contrario, sono la riservatezza e il segreto assoluto a caratterizzare questi Reparti, soprattutto ovviamente per quanto riguarda gli Incursori.
 

La base del Comsubin, nella la Fortezza del Varignano, a Porto Venere (La Spezia).
 
Appartengono al Raggruppamento Subacquei e Incursori «Teseo Tesei» comunemente e internazionalmente conosciuto con l’acronimo di COMSUBIN, da cui dipendono il Gruppo Operativo Incursori (G.O.I.), che costituisce l’unico reparto di Forze Speciali della Marina Militare, erede degli uomini dei Mezzi di Assalto della Marina, e il Gruppo Operativo Subacquei (G.O.S.), il reparto alle cui dipendenze sono posti i Palombari, gli operatori subacquei con le capacità d’immersione più spinte frutto di una tradizione residente in Marina da oltre 160 anni.

Fanno parte del Comsubin anche l’Ufficio Studi, cuore pulsante dello sviluppo tecnologico dei materiali e mezzi utilizzati dagli uomini dei Gruppi Operativi, il Gruppo Scuole, suddiviso nelle scuole Subacquei, Incursori e di Medicina Subacquea e Iperbarica, che - oltre a selezionare e formare i nuovi Palombari, Incursori, Medici e Infermieri - ha il compito di addestrare gli operatori subacquei di tutte le Forze Armate e Corpi di Polizia dello Stato.

Vi fanno parte anche il Gruppo Navale Speciale, alle cui dipendenze sono poste cinque Unità Navali (Anteo, Pedretti, Marino, Cabrini e Tedeschi) che sono state progettate per fornire il supporto al personale dei Gruppi Operativi e delle Scuole di Comsubin.
Infine la base ospita il Quartier Generale del Raggruppamento, che assicura i servizi e il mantenimento dell’efficienza del Comando al fine di consentire ai Gruppi sopra indicati di assolvere alla loro missione.
 

 
I due gruppi operativi hanno la propria sede nella storica fortezza del Varignano, sita nel comune di Porto Venere, provincia di La Spezia, che si estende in una superficie di 124.000 metri quadrati.
Il Comando è caratterizzato da una particolare struttura organizzativa che prevede al proprio interno tutti i principali elementi necessari ad assolvere le missioni assegnate dalla Forza Armata e della Difesa.
La formazione di base e specialistica, la ricerca e lo sviluppo delle nuove dotazioni, le Unità Navali d’appoggio alle operazioni e all’addestramento, un Quartier Generale di supporto a tutte le esigenze logistiche, nonché un dedicato servizio Amministrativo, fanno della struttura organizzativa un fiore all’occhiello della Marina, molto spesso invidiata dalle componenti analoghe di altre Forze Armate.
 

 
Il Gruppo Operativo Subacquei (GOS) è formato da operatori subacquei, dotati di apparecchiature presso-resistenti e sistemi robotici filoguidati, attraverso i quali la Marina Militare può condurre ogni tipo di operazione subacquea.
Oggi il GOS possiede le capacità di raggiugere la quota operativa dei 300 metri per l’immersione umana e i 1.500 metri per quella effettuata con i veicoli filoguidati, competenze che consentono lo svolgimento delle missioni, le cui principali riportiamo qui di seguito.
 
1. Soccorso ai Sommergibili sinistrati posati sul fondo ed impossibilitati a riemergere, con supporto di superficie immediato, mantenendo le condizioni vitali interne al battello e recuperando l’equipaggio con particolari apparecchiature;
 
2. Inutilizzazione degli Ordigni Esplosivi rinvenuti in contesti marittimi e subacquei, ricercando, localizzando e intervenendo su manufatti esplosivi di qualsiasi natura che minaccino il libero movimento o possano costituire pericolo per cose e persone, Unità Navali, opere fondate in acqua, infrastrutture militari; si tenga conto che tale attività ha ormai una media consolidata di oltre 70.000 ordigni bonificati all’anno.
Ricordiamo ai lettori che li abbiamo visti operare anche recentemente nei laghi trentini per bonificare i fondali dove, prima di ritirarsi in Germania, i tedeschi hanno gettato i loro esplosivi.
 

La foto sopra è stata scattata in mare, la foto sotto al lago d’Iseo.

 
3. Svolgimento di Lavori Subacquei di qualsiasi genere a favore della Difesa e dei diversi Dicasteri dello Stato, quali ad esempio le ispezioni ed investigazioni subacquee, recuperi subacquei di oggetti d’interesse dal fondale, riparazioni su opere subacquee, concorso in operazioni a favore della collettività in caso di pubbliche calamità.
In una più estesa interpretazione del concetto di salvaguardia della vita umana, le strutture e il personale del GOS possono essere impiegate in operazioni a favore della Protezione Civile in occasione di eventi emergenziali, come per esempio il naufragio del Costa Concordia.

4. Sistemi robotizzati subacquei. Già da alcuni anni il GOS ha rivolto la propria attenzione verso sistemi robotici subacquei, con i quali ha già condotto numerose missioni con estrema efficacia.
Nel prossimo futuro si assisterà certamente ad una sempre maggiore integrazione tra gli operatori e tali sistemi, consentendo così di sfruttare la realtà virtuale, offerta dallo sviluppo tecnologico, quale metodologia di pilotaggio e raggiungendo capacità d’intervento subacqueo fino ad ora impensabili.
 

 
5. Medicina subacquea e iperbarica. Le prime indicazioni fornite dalla Marina italiana relative ad una valutazione sanitaria necessaria per l’attività da Palombaro furono quelle stabilite nel febbraio 1875.
Da quell’epoca la Medicina italiana ha fatto passi da gigante anche grazie all’invenzione della Camera di Decompressione, per merito del palombaro Alberto Gianni, e all’introduzione dell’elio quale diluente respiratorio per le immersioni a quote profonde studiato dal dott. Mario Moschini.
Questa branca della scienza medica, nata e sviluppatasi nell’alveo delle capacità sperimentali di Comsubin, prende oggi il nome di Medicina Subacquea e Iperbarica e rappresenta per la Marina Militare uno dei settori d’esclusività nell’ambito della Sanità del Paese.
 

Uno dei robot in dotazione alla Marina.
 
A questo punto è bene spiegare come si può entrare a far parte di questi Reparti d’élite.
Anzitutto l’arruolamento funziona solo su base volontaria e si può accedere annualmente tramite bandi di concorso (sono ben pubblicizzati sul sito istituzionale della Marina: www.marina.difesa.it) riservati sia al personale in ferma volontaria annuale (VFP1) che per coloro che sono già in servizio nei ruoli del personale di truppa, nei sottufficiali e negli ufficiali.
Il concorso prevede una selezione iniziale basata su appositi test di idoneità, visite mediche e prove fisiche, dopo di che, per coloro che hanno superato la suddetta fase concorsuale, inizia il corso presso il Comsubin per gli aspiranti Incursori o Palombari.
Questi corsi durano circa un anno e ovviamente sono particolarmente selettivi, con una percentuale di brevettati finali pari a circa il 30% rispetto ai concorrenti presentati, ma con un indubbio orgoglio di poter indossare l’agognato e invidiato basco verde da Incursore o quello blu da Palombaro.
 

Sotto il ghiaccio di Lavarone.
 
Quanto alla presenza femminile, che è stata l’argomento portato avanti nel film Soldato Jane, si deve dire che gli incursori sono solo maschi, ma si segnala invece che i palombari ne hanno una, inimmaginabile nel film Men of Honor.
Trattandosi di reclutamento su base volontaria, non sappiamo quante siano le donne che fanno domanda e che poi non superano i vari tagli di selezione. Ma una cosa è certa: la presenza di una donna tra i palombari le cui selezioni non sono da meno degli incursori, è stata una notizia che ha girato il mondo.
 

Chiara Giamundo.
 
La prima donna palombaro della Marina Militare si chiama Chiara Giamundo, ha 25 anni ed è tuttora in forza alla base Comsubin di La Spezia, ed è abilitata a svolgere gli stessi compiti delicatissimi e rischiosi dei propri colleghi.
E non è escluso che prima o poi una donna entrerà a far parte anche degli Incursori di Marina, dei quali parleremo nel prossimo e ultimo servizio sui reparti di élite della Marina Militare.

Guido de Mozzi

(Continua – Nella prossima puntata, gli incursori di Marina)