Caricato in internet l'Albo dei caduti trentini della Grande Guerra
L'Albo è ora consultabile tramite questo link. Vi si trovano i nomi di 11.404 concittadini, di cui 11.270 con divisa austroungarica
Sono trascorsi 90 anni dalla fine
della Prima guerra mondiale e ora, per la prima volta, viene
determinato con buona precisione il numero complessivo dei caduti,
attraverso un'anagrafe dei soldati trentini morti in quel conflitto
realizzata dal Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto con
un progetto sostenuto dal Servizio Attività Culturali della
Provincia autonoma di Trento.
Sono 11.104 i nominativi inseriti (11.270 coloro che morirono
indossando la divisa dell'esercito austro ungarico).
L'aggiornamento del sito è possibile in ogni momento ed anzi è
auspicabile proprio il coinvolgimento di singoli, famiglie, Comuni
ed associazioni per rendere sempre più preciso un elenco che non è
ovviamente definitivo.
Oggi, nella sala stampa della Provincia, la presentazione
dell'importante progetto con l'assessore alla cultura Franco
Panizza, il dirigente dell'Assessorato alla cultura, Claudio
Martinelli; il presidente e il provveditore del Museo della Guerra,
Alberto Miorandi e Camillo Zadra (che ha citato il poeta Ungaretti
e il suo «Nel cuore nessuna croce manca») e il ricercatore e
curatore del censimento, Lodovico Tavernini.
«Questo - ha detto Panizza - è un progetto di comunità per il
recupero della memoria. Un passaggio importante, fortemente voluto,
che ci permette di ricostruire una pagina decisiva della nostra
storia, drammatica e dolorosa. Si tratta di un recupero doveroso e
che ci indica, a partire dalle collaborazioni messe in campo anche
per questa catalogazione on-line senza precedenti, a disposizione
di tutti, come non abbiano più senso le divisioni del passato e
come ci si debba invece muovere lungo il sentiero della pace e
della convivenza.»
Con questa iniziativa - è stato detto alla presentazione - viene
colmata una grave lacuna che si era aperta all'indomani della fine
della guerra e che non si era più richiusa. Fu uno dei tanti
aspetti del trauma vissuto dalla popolazione trentina nel passaggio
dall'Impero asburgico al Regno d'Italia. Alla sua origine sta il
crollo della macchina burocratica dello stato austriaco che, per
effetto dei Trattati di pace, cessò di avere titolo della sorte dei
caduti in guerra; per parte sua il Regno d'Italia, subentrato
all'Impero asburgico, di fatto non si fece mai carico della memoria
dei soldati trentini in uniforme imperial-regia, caduti combattendo
contro la Triplice Intesa, se non uniformandoli nell'impropria
condizione di soldati caduti per una causa nemica, «costretti a
pugnare per l'oppressore».
In un'epoca segnata da un nazionalismo aggressivo e intollerante,
questa situazione trovò espressione anche nelle restrizioni imposte
dal Governo fascista alla erezione di monumenti ai caduti trentini,
facendo sì che migliaia di famiglie e l'intera comunità trentina
fossero private del lutto pubblico per la gran parte dei loro
caduti.
Il Museo della Guerra di Rovereto cominciò a porre il problema di
un censimento dei caduti negli anni Novanta del secolo scorso, con
una ricerca condotta da Aldo Miorelli che permise di stimare in
10.501 il numero dei caduti trentini nella Grande Guerra.
Quel risultato rese improrogabile la realizzazione di una indagine
puntuale, una vera e propria "anagrafe" dei caduti trentini che
rendesse disponibile pubblicamente e in modo attendibile non solo
il numero, ma un elenco nominativo, paese per paese.
Il progetto «Albo dei Caduti trentini nella Grande Guerra» prese
l'avvio nel 2004 con alcune riunioni di impostazione della ricerca
e alla fine del 2005 la Provincia autonoma di Trento, riconosciuta
l'importanza del progetto, incaricò il Museo della Guerra di
realizzare il censimento in vista della pubblicazione online dei
risultati.
La ricerca ha riguardato tutti i caduti trentini, sia i molti che
avevano indossato l'uniforme austro-ungarica, sia quanti avevano
vestito il grigioverde, nati nel territorio del Trentino così come
configurato al tempo dell'amministrazione austro-ungarica, inclusi
quindi i nati in comuni oggi non più in provincia di Trento. Per
analogia, sono stati considerati nel censimento anche i figli di
trentini nati al di fuori del Trentino.
Nella categoria «caduti» sono stati considerati i soldati deceduti
durante il conflitto oppure negli anni immediatamente successivi
per cause ufficialmente ricondotte alla guerra, compresi infermiere
e lavoratori militarizzati morti per cause di guerra.
Con l'ausilio di una scheda per la raccolta delle informazioni,
informatizzata con la collaborazione di Nicola Vaccari e Massimo
Zorer, la ricerca è stata realizzata da Lodovico Tavernini.
Successivamente è stata predisposta la visualizzazione informatica
dei risultati, a cura del Servizio Attività culturali della
Provincia di Trento (Valter Falagiarda e Chiara Sangiuseppe) e di
Informatica Trentina. Ora l'«Albo
dei Caduti trentini nella Grande Guerra» è
consultabile nel sito della Provincia Autonoma di Trento.
La ricerca, lunga e minuziosa, ha dovuto avvalersi di fonti spesso
incomplete e non prive di inesattezze. Già durante la costruzione
del censimento molte collaborazioni con singoli ricercatori e con
associazioni hanno messo a disposizione notizie importanti. Questa
cooperazione sarà preziosa anche in futuro per implementare il
database di ogni genere di informazioni capaci di rendere più
completo questo doveroso - per quanto tardivo - tributo alla
memoria.
Di qui l'appello che viene rivolto a chiunque disponga di
informazioni, di immagini, di lettere, cartoline e diari relativi a
caduti: consultando il sito troverà le indicazioni per inoltrarle
al Museo della Guerra, che provvederà ad aggiornare periodicamente
il database.
La scheda per la raccolta dei
dati |
I risultati del censimento dei
Caduti |
Bibliografia
consultata |